Tornano alcuni benefici fiscali per figli over 30 e altri familiari non a carico: il governo corregge la rotta
- Postato il 18 luglio 2025
- Economia
- Di Il Fatto Quotidiano
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Il governo corregge la linea impostata con la legge di Bilancio per il 2025 sui benefici per chi ha figli grandi o altri parenti a carico. Il decreto correttivo della riforma Irpef approvato qualche giorno fa amplia il perimetro dei familiari rilevanti ai fini fiscali. Per i quali sarà possibile continuare a dedurre o detrarre le spese mediche sostenute, le eventuali spese funebri, alcuni fringe benefit o rimborsi aziendali, i costi legati all’abitazione (se destinata a un familiare non a carico) e altre agevolazioni collegate alla composizione del nucleo familiare, se il requisito è la convivenza e non lo status di familiare “fiscalmente a carico”.
Un passo indietro. Con la manovra è stato escluso il diritto alla detrazione per carichi di famiglia per i figli sopra i 30 anni privi di disabilità, anche se con redditi inferiori alla soglia dei 2.840,51 euro annui. Fino al 2024, invece, tutti i figli con redditi inferiori a quella soglia potevano essere considerati a carico a qualsiasi età. Anche il coniuge non legalmente separato, i fratelli e sorelle, i generi, le nuore e i suoceri sono stati messi fuori dal novero di quelli che danno diritto alla detrazione in busta.
Il nuovo decreto non ripristina le detrazioni cancellate, ma consente comunque di far rientrare nella nozione di “familiare” ai fini fiscali anche persone che sono legate da un vincolo diretto al contribuente. Questo per evitare che l’esclusione dalla lista dei carichi di famiglia abbia un effetto domino su tutte le altre norme del sistema tributario, lasciando scoperti quei nuclei in cui ci sono figli adulti disoccupati, fratelli o sorelle non autosufficienti o altre forme di convivenza che rispondono a esigenze di assistenza.
Il cambiamento non incide sulle regole relative alle detrazioni per carichi di famiglia, che continuano ad applicarsi solo se il familiare ha un reddito complessivo inferiore a 2.840,51 euro, o a 4.000 euro se si tratta di un figlio con meno di 25 anni. Ma fa sì che, anche se il familiare non è più a carico, possa comunque essere considerato fiscalmente rilevante ai fini di altre agevolazioni come deduzioni per spese sanitarie, agevolazioni su tributi locali o benefici fiscali collegati alla composizione del nucleo familiare, se convive con il contribuente oppure riceve assegni alimentari da lui. Un parziale dietrofront rispetto alla logica restrittiva introdotta nella manovra, che aveva sollevato critiche per l’impatto potenziale su famiglie monoreddito e nuclei con figli adulti non autonomi dal punto di vista economico.
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