Un mini-esercito di circa 350 soldati sui generis, storici ed esperti d'arte, direttori di musei, archivisti e restauratori, in maggioranza americani. Questo l'identikit dei Monuments Men, in forza dal 1942 a una sezione delle Forze alleate, l'Mfaa, costituita per salvare in tutta Europa i capolavori dai roghi della guerra e dalle ruberie dei nazisti. Furono anche italiani, però, quelli che rischiarono vite e carriere per salvare il millenario patrimonio culturale del Belpaese dalle grinfie del Führer (e dalle bombe degli alleati): sovrintendenti regionali, direttori di musei, funzionari e maestranze seppero "fare sistema" per salvare il salvabile dei nostri tesori d'arte dalla barbarie della guerra. Ecco i più famosi capolavori messi in salvo.. Dama con l’ermellino di Leonardo da Vinci. Il celebre dipinto fu confiscato dai nazisti durante l'invasione della Polonia, finì a Berlino su richiesta di Göring e poi di nuovo nella casa del governatore di Cracovia. Nell'aprile 1946, dopo essere passato dal deposito di Monaco, fu riportato a Cracovia dal polacco Karol Eistreicher, avvolto in due bandiere, polacca e americana.. San Giorgio di Donatello. La statua fu rubata nell'agosto del 1944 dalla villa di Poggio a Caiano (Firenze) e nascosta in Alto Adige. Nel maggio 1945 Frederick Hartt la ritrovò con altri capolavori a Neumelans. Il 20 luglio fu riportata a Firenze nel treno con il carico più prezioso della Storia e oggi è al Museo del Bargello.. Madonna di Bruges di Michelangelo. Ronald Balfour arrivò troppo tardi nella Chiesa di Notre-Dame di Bruges nel 1944: la scultura di Michelangelo era stata sottratta otto giorni prima. Fu ritrovata su un materasso nella miniera di sale di Altaussee, vicino a Salisburgo, da Robert Posey, Lincoln Kirstein e George Stout. E restituita alla chiesa belga, dove si trova ancora adesso.. La Primavera di Sandro Botticelli. Frederick Hartt ispezionò tutte le ville e i casali alle porte di Firenze, scoprendo che migliaia di opere d'arte erano state messe al sicuro da possibili razzie. Nell'agosto del 1944 raggiunse il castello di Montegufoni e vi trovò 246 capolavori, tra cui la Primavera del Botticelli che alla fine della guerra tornò agli Uffizi.. Affreschi del Camposanto (Pisa). Gli affreschi della Piazza dei Miracoli di Pisa non potevano essere trasportati. Quando le bombe nel luglio 1944 colpirono il tetto dell'edificio, colò il piombo sugli affreschi e si distaccarono vari frammenti. Intervenne allora Deane Keller: a settembre il tetto fu riparato e fu organizzata la prima squadra di restauratori.. L’Agnello mistico di Jan van Eyck. Il maestoso polittico, costituito da 12 grandi pannelli, fu rimosso dalla cattedrale di San Bavone a Gand, in Belgio, e trafugato in Francia, poi fu portato in Germania su ordine di Hitler nel 1942 e infine venne nascosto nelle miniere di Altaussee. Fu lì che Posey e Kirstein lo ritrovarono nel maggio 1945.. L'autoritratto di Rembrandt van Rijn. L'Autoritratto di Rembrandt è oggi ospitato nella Staatliche Kunsthalle di Karlsruhe. Fu ritrovato da Harry L. Ettlinger nelle miniere tedesche di Heilbronn, uno dei depositi più vasti delle opere d'arte rubate. Harry, ebreo di Karlsruhe, non era mai riuscito a vedere il quadro prima di allora perché le leggi razziali glielo avevano impedito.. L’astronomo di Jan Vermeer. Il dipinto era in cima ai desideri di Hitler per il suo Führermuseum di Linz (Austria). Fu rubato nel 1940 al ramo parigino dei Rothschild dalle Err, le truppe naziste specializzate in furti d'arte. Robert Posey, Lincoln Kirstein e George Stout lo recuperarono nel maggio 1945 nelle miniere di Altaussee. Oggi si trova al Louvre di Parigi.. L’Atelier di Jan Vermeer. Il quadro oggi conservato nel Kunsthistorisches Museum di Vienna fu comprato nel 1940 per 1,65 milioni di marchi dai nobili boemi Czernin e ritrovato nel 1945 ad Altaussee dai Monuments Men. Prima di essere restituito agli Czernin fu inviato nel Munich Collecting Point, il centro di catalogazione delle opere recuperate ai nazisti.. Nel conservatorio di Édouard Manet. Nel dipinto, che oggi si trova nella Alte Nationalgalerie di Berlino, Manet ritrasse Guillemet e moglie nel conservatorio del pittore Rosen. Fu rinvenuto da George Stout e dai soldati della 3ª Armata americana. I "salvatori" si fotografarono con l'opera, che divenne uno dei simboli di tutti i tesori strappati al Reich..