14.000 anni di fedeltà: scoperta in Liguria la prima traccia del legame inscindibile fra uomo e cane

  • Postato il 23 novembre 2025
  • Di Panorama
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Una grotta buia, illuminata soltanto da torce di legno resinoso. Un gruppo di uomini, donne e bambini avanza cautamente negli ambienti oscuri, esplorando l’ignoto. E con loro c’è un cane di circa quaranta chili, alto quasi settanta centimetri al garrese, che li segue, li precede, gira loro attorno. Una scena che risale a 14.400 anni fa, al Paleolitico superiore. È la straordinaria scoperta pubblicata sulla rivista Quaternary Science Reviews da un gruppo di ricerca della Sapienza di Roma: il più antico caso documentato di convivenza operativa tra uomo e cane.

La scoperta nelle grotte di Toirano

Il teatro di questa scoperta è la grotta della Bàsura, «grotta della strega» in dialetto ligure, situata a Toirano, in provincia di Savona. Qui i ricercatori coordinati dal paleontologo Marco Romano hanno esaminato con tecniche all’avanguardia le tracce di quel passaggio antico. Non si tratta solo di impronte isolate, ma di una vera e propria coreografia fossile che racconta un momento preciso di interazione tra esseri umani e il loro compagno a quattro zampe.

Gli studiosi hanno rinvenuto tracce carboniose lasciate dalle torce che il gruppo utilizzava per illuminare il percorso: fasci di legno resinoso che bruciando permettevano di orientarsi nel buio. Ma la vera rivelazione sono state le venticinque impronte fossili di canide, che hanno permesso di ricostruire non solo la presenza dell’animale, ma il suo comportamento accanto agli umani.

La danza antica tra uomo e cane

Le tracce fossili raccontano una storia vivace. A volte le orme del cane si sovrappongono a quelle degli uomini, altre volte è il contrario. Passaggi incrociati, esplorazioni simultanee, ispezioni condivise: esattamente come accade oggi quando portiamo il nostro cane a passeggio e lo vediamo correre avanti, tornare indietro, girarci attorno, rispondere a un richiamo. Una «danza» che si è ripetuta in molti ambienti della grotta, evidentemente esplorata a fondo dal gruppo umano con l’aiuto e la compagnia del loro fedele compagno.

Questa dinamica non è solo poetica, ma scientificamente significativa. Dimostra che il cane non era un semplice seguace passivo, ma un partecipante attivo nell’esplorazione. Il suo comportamento era già quello che conosciamo: curiosità, territorialità, vincolo affettivo con i membri del gruppo umano.

I precedenti: la sepoltura di Oberkassel

La scoperta di Toirano si inserisce in un quadro di conoscenze già affascinante. Alla vigilia della Prima Guerra Mondiale, durante un’estrazione di basalto a Oberkassel, quartiere di Bonn, alcuni esperti rinvennero i resti di due esseri umani e una mandibola destra di un animale inizialmente classificato come lupo. Tutti i reperti risalgono al 14.200 avanti Cristo, quindi pressoché contemporanei alla grotta ligure.

Negli anni Settanta la mandibola venne riesaminata e si concluse che non apparteneva a un lupo, ma a un Canis lupus familiaris, il cane domestico. Fu così dimostrato che in Europa occidentale, già attorno al 14.500 a.C., esistevano animali geneticamente e morfologicamente identici al cane moderno. Tutti gli indizi del ritrovamento suggerivano un forte legame affettivo tra i due umani e il cane, tanto che erano stati sepolti insieme.

Uomo-cane: ben più di un rapporto utilitaristico

Lo studio della Sapienza aggiunge un tassello fondamentale a questa storia millenaria. Gli uomini del Paleolitico non solo si affezionavano ai loro cani al punto da volersene far accompagnare anche nell’aldilà, ma condividevano con loro la vita quotidiana, le esplorazioni, la marcia nell’ignoto di ambienti sconosciuti e potenzialmente pericolosi.

Il cane, quindi, era già allora un partner evolutivo a tutti gli effetti: un essere vivente che condivideva speranze, paure e scoperte dell’Homo sapiens. Non solo uno strumento di caccia o di guardia, ma un amico nel senso più profondo del termine. Un alleato tra le specie che svolgeva essenzialmente lo stesso ruolo prezioso dei cani che vivono nelle nostre case, illuminate non più da torce di legno resinoso ma dalla luce elettrica.

Autore
Panorama

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