2 giugno, Mattarella: “L’Italia scelse libertà e pace”. Crosetto: “Abbandonare illusione che sia garantita per sempre”

  • Postato il 2 giugno 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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I riti, prima, quindi le Frecce Tricolori e la parata delle forze armate. Le celebrazioni della Festa della Repubblica si intrecciano con lo scenario internazionale che, inevitabilmente, finisce per avere un’eco nelle parole scelte dalle alte cariche dello Stato. A iniziare dal presidente della Repubblica che ha voluto ricordare come “settantanove anni or sono, il popolo italiano decretava, con il suo voto, la nascita della Repubblica, al culmine di un lungo percorso iniziato con la guerra di Liberazione”.

Con il referendum del 2 giugno 1946, gli italiani “scelsero di proseguire in un cammino verso la affermazione di valori di libertà, democrazia e pace, trasfusi nella Costituzione che di lì a poco avrebbe visto la luce. Valori sui quali si fonda la nostra comunità civile e ai quali si rivolgono tutte le istituzioni chiamate ad operare in favore della collettività”, ha scritto il presidente della Repubblica in un messaggio al Capo di Stato Maggiore della Difesa, Luciano Portolano, sottolineando che l’Italia è “grata per il loro impegno alle donne e agli uomini delle Forze Armate” in una realtà che “presenta crescenti minacce che sollecitano la solidarietà e la cooperazione in sede europea e atlantica”.

L’Italia è “fermamente schierata a sostegno di quanti operano affinché prevalgano i principi del diritto internazionale contro ogni aggressione e prevaricazione” ed è “nel ricordo di tutti coloro che hanno perso la vita nell’affermare tali valori che rivolgo un pensiero commosso ai caduti e alle loro famiglie”, ha ribadito Mattarella che di primo mattino ha deposto una corona d’alloro all’Altare della Patria e omaggiato il monumento del Milite ignoto, aprendo le celebrazioni. Con lui la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il presidente del Senato Ignazio La Russa e quello della Camera Lorenzo Fontana, il ministro della Difesa Guido Crosetto e il presidente della Corte Costituzionale Giovanni Amoroso.

Lontana dalle vicende internazionali si è tenuta la premier che ha ricordato che il 2 giugno “ci ricorda chi siamo: un popolo fiero, capace di rialzarsi dopo le prove più dure, tenendo saldi i valori della libertà, dell’unità e dell’identità nazionale”. Celebrare l’Italia oggi, ha aggiunto, “significa onorare chi ha dato la vita per difenderla, e chi ogni giorno la serve con coraggio, dedizione e silenzioso orgoglio. Essere italiani vuol dire appartenere a qualcosa di grande, che va difeso, amato, trasmesso”. Per il presidente del Senato La Russa è una data che “unisce gli italiani, senza distinzione alcuna” e per questo è “l’antidoto vero all’odio”.

Di tutt’altro tenore le dichiarazioni del ministro della Difesa, secondo il quale “occorre, purtroppo, abbandonare l’illusione di una pace garantita per sempre, difendendosi dalle minacce esterne e da quegli attori globali che considerano un orpello i nostri valori fondanti: la pace, la sicurezza, la libertà e la democrazia”. Per questo, ha sostenuto Crosetto, “dobbiamo costruire una Difesa nazionale solida e interoperabile, che rafforzi e integri la Nato, attraverso la costruzione di un pilastro europeo della Difesa”. È la sola via, secondo il ministro, per “continuare a promuovere i valori della cooperazione, della libertà, della sicurezza condivisa”.

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