2025: un altro anno di estremi

  • Postato il 12 dicembre 2025
  • Di Focus.it
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Il 2025 è destinato quasi sicuramente a passare alla storia come il secondo o il terzo anno più caldo di sempre. La conclusione degli scienziati del programma di monitoraggio della Terra Copernicus nel loro bollettino di novembre lascia pochi dubbi sull'andamento delle temperature globali: per la prima volta, le medie registrate nell'arco di tre anni, dal 2023 al 2025, sforeranno i +1,5 °C fissati come soglia limite dall'Accordo di Parigi. . Ma i 12 mesi che stanno per compiersi hanno segnato anche altri estremi, non solo sul termometro. Il 2025 è stato un anno di eventi climatici di portata disastrosa e di pericoloso avvicinamento ai cosiddetti punti di non ritorno climatici, almeno uno dei quali è già stato raggiunto.. Le temperature elevate, senza più la "scusa" di El Niño. In base alle rilevazioni del Copernicus Climate Change Service (C3S), da gennaio a novembre 2025 la media delle temperature globali è stata di 1,48 °C più elevata rispetto ai livelli pre-industriali, un'anomalia praticamente identica a quella registrata nel 2023, il secondo anno più caldo di sempre. Il primo è stato il 2024, che si è chiuso a +1,6 °C dall'era pre-industriale. . Sul bilancio di 2023 e 2024 pesava però anche l'effetto di El Niño, la fase "calda" di un fenomeno climatico periodico chiamato El Niño-Southern Oscillation (ENSO) che influenza le temperature globali. Il 2025 è stato caratterizzato, al contrario, dall'influsso de La Niña, la fase che comporta una risalita di acqua fredda nel Pacifico e che tende ad abbassare le temperature globali nell'emisfero settentrionale.. Una coperta di emissioni dannose. L'aumento inesorabile delle temperature è il risultato di quello, altrettanto puntuale, delle emissioni di carbonio che saturano l'atmosfera terrestre, e che nel 2024 hanno toccato un nuovo record, nonostante i progressi nella decarbonizzazione nella produzione di energia. Secondo un rapporto dell'Organizzazione meteorologica mondiale di recente pubblicato, nel 2024 le concentrazioni di CO2 in atmosfera hanno raggiunto il livello massimo da quando sono cominciate le misurazioni, 67 anni fa.. Un novembre di estremi climatici. Nel mese di novembre 2025, le temperature globali sono state di 1,54 °C più elevate dei livelli pre-industriali: è stato il terzo novembre più caldo di sempre, con temperature eccezionalmente alte nell'Oceano Artico e nel Canada settentrionale. Il ghiaccio marino nell'Artico è al livello più basso mai registrato per questo periodo dell'anno.. Ma i record che forse più di tutti hanno segnato il 2025 sono stati quelli dei fenomeni climatici estremi. L'estate 2025 è stata segnata da ondate di calore nelle quali la presenza dei cambiamenti climatici ha provocato 16.500 decessi aggiuntivi soltanto in Europa. L'ottobre 2025 ha portato l'uragano Melissa, il peggiore che abbia mai colpito la Giamaica, che ha lasciato una scia di danni dell'ammontare di 8,8 miliardi di dollari. Novembre è stato segnato da una serie di cicloni e catastrofiche inondazioni che hanno investito milioni di persone e provocato oltre 1600 morti in Sri Lanka, Indonesia, Thailandia, Malesia e Vietnam. «Sappiamo che questi eventi estremi aumentano in frequenza e gravità in un mondo più caldo», spiega Samantha Burgess del Copernicus Climate Change Service. «Le tempeste peggiorano perché l'atmosfera trattiene più umidità».. La questione dei +1,5 °C. Nell'Accordo di Parigi che nel 2025 ha compiuto 10 anni, i leader mondiali si sono impegnati a mantenere la temperatura media globale ben al di sotto dei +2°C e preferibilmente entro i +1,5 °C dall'era pre-industriale entro 2100, per scongiurare gli effetti più catastrofici della crisi climatica. Il superamento di questa soglia in un singolo anno è un brutto segnale, ma per la scienza il limite è da interpretare su una media di 30 anni. La speranza di riuscire a riportare le temperature globali al di sotto dei +1,5 °C dopo qualche anno di superamento momentaneo è quindi ancora viva.. Più preoccupante è la questione del superamento dei punti di non ritorno climatici, le soglie critiche che, se superate, possono causare cambiamenti significativi e irreversibili nel sistema Terra. In base a un rapporto pubblicato a ottobre, prima dell'avvio dei lavori della COP30 sul clima, uno di questi - la moria irreversibile e diffusa delle barriere coralline tropicali - è già stato raggiunto..
Autore
Focus.it

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