24 Ore di Le Mans: Bosch presenta un concept pioneristico a idrogeno
- Postato il 14 giugno 2025
- Auto
- Di Virgilio.it
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Non è più solo un fatto di motori che urlano, ali che tagliano l’aria e sorpassi sul filo dei millesimi. Oggi anche nel mondo delle corse – quello dei box bollenti e delle gomme cotte sull’asfalto – l’attenzione si sposta su un altro fronte: l’ambiente. Anche tra i cordoli si parla di CO₂, sostenibilità e combustibili alternativi. Perché mentre il grande pubblico si entusiasma ancora per il rombo di un V8, dietro le quinte il motorsport sta cambiando pelle.
Cresce la consapevolezza tra piloti, ingegneri e perfino tra i tifosi, che non si accontentano più di vedere una macchina andare forte. Vogliono sapere come va forte. E quanto inquina. In questa trasformazione, c’è chi non si limita a osservare. C’è chi prende in mano la bandiera del cambiamento e si mette a spingere. Uno su tutti: Bosch Motorsport. Il colosso tedesco, che di motori ne capisce più di qualcosa, ha deciso che il futuro delle competizioni si chiama idrogeno, a partire dalle 24 Ore di Le Mans.
Powertrain rispettosi dell’ambiente
“Le nostre soluzioni pionieristiche aiutano a rendere i powertrain più rispettosi dell’ambiente e a ridurre ulteriormente l’impronta di carbonio durante le gare”, ha detto senza mezzi termini Ingo Mauel, Vice President Bosch Motorsport.
L’azienda tedesca lavora da tempo a un’intera gamma di tecnologie dedicate all’idrogeno, dalle unità propulsive ad alte prestazioni fino ai complessi sistemi di stoccaggio del carburante. Al centro di questa visione c’è l’utilizzo dell’idrogeno liquido, una scelta audace e tecnica: per mantenerlo allo stato liquido serve portarlo a una temperatura di circa -253°C e conservarlo in serbatoi isolati con una pressione fino a 5 bar.
Perché tanto sforzo? Semplice: così si guadagna in densità volumetrica. Detto altrimenti, i serbatoi sono più piccoli, pesano meno e lasciano spazio prezioso per tutto il resto. In una vettura da corsa, è un vantaggio da non sottovalutare.
Come stoccare l’idrogeno
Ovviamente, stoccare idrogeno non è una passeggiata. Serve controllo, precisione e sicurezza. E qui Bosch cala l’asso: L-HSCU, cioè Liquid Hydrogen Storage Control Unit. Un nome che suona tecnico ma che significa una cosa semplice: un cervello elettronico che controlla l’intera filiera del carburante. Dal momento del rifornimento al passaggio verso la fuel cell o il motore a combustione interna.
Pressioni, temperature, flussi: tutto viene monitorato in tempo reale. E se qualcosa va storto, intervengono le protezioni automatiche: ventole che si attivano per diluire l’idrogeno disperso, sistemi di isolamento e allarmi. Niente è lasciato al caso. Neppure il dialogo con il sistema di rifornimento, che l’unità governa per rendere ogni pit-stop sicuro ed efficiente.
Un progetto non solo per la pista
Il primo banco di prova concreto? Il prototipo H24EVO, nato all’interno del programma MissionH24. Un laboratorio su quattro ruote alimentato a celle a combustibile, progettato per correre gare endurance: il tipo di corsa che stressa più di tutte i componenti. Ed è lì che Bosch vuole vincere la partita, dimostrando che l’idrogeno non è solo una bella idea da congresso, ma una soluzione praticabile e funzionante.
E a Le Mans lo vedremo davvero all’opera: nel weekend dal 12 al 14 giugno 2025, il prototipo sarà protagonista nell’H2 Village, dove le auto a idrogeno scenderanno in pista per giri dimostrativi. Non più sogni: realtà. Ma non finisce qui. Perché, se il motorsport è il laboratorio, la strada è il vero obiettivo. Bosch Engineering sta lavorando sulla Ligier JS2 RH2, una sportiva ad alte prestazioni che utilizza la tecnologia a idrogeno, stavolta in versione pressurizzata, più adatta alla mobilità di tutti i giorni. Il tutto condito da un sistema di sicurezza avanzato e da un concept a emissioni controllate. Perché chi sa vincere in pista, sa anche portare soluzioni sulle nostre strade.