25 Aprile, Don Ciotti a Monte Sole: “Il Papa sarebbe felice di questa festa. Al suo funerale tanti ubriachi di potere”
- Postato il 25 aprile 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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“Papa Francesco sarebbe felice di vedere centinaia di persone in questi luoghi a festeggiare l’ottantesimo anniversario della fine della Guerra e la Liberazione da due dittature”. Don Luigi Ciotti lo dice dal palco di Monte Sole, dove nell’autunno del 1944 le SS naziste, accompagnate da fascisti locali, massacrarono 770 civili, tra cui oltre 200 bambini.
Alle celebrazioni sulle alture di Marzabotto c’è anche la segretaria del Pd Elly Schlein, applaude gli interventi contro il piano di riarmo europeo, ma alle domande sul tema preferisce non rispondere: “Sono qui per il 25 aprile, festa di tutto il paese, festa della Resistenza e della Libertà”. Oggi preferisce non farci sapere se e quando il suo partito riterrà opportuno prendere una posizione univoca sul tema. Qui nessuno sembra pensare che la corsa agli armamenti sia un modo efficace di stare “dalla parte degli aggrediti” o prevenire i conflitti con la deterrenza. Dietro il palco campeggia uno striscione: “In guerra si entra tutti sconfitti. No al riarmo. Vogliamo la pace”. A sostenerlo, con don Ciotti, ci sono la sindaca di Marzabotto Valentina Cuppi, i rappresentanti dell’Anpi e centinaia di persone salite fino a Monte Sole, come ogni anno, per celebrare il 25 aprile.
“È doloroso vedere l’ipocrisia di tanti ‘ubriachi di potere’ che domani andranno ai funerali di un Papa che non hanno mai ascoltato quando parlava di carceri, migranti, pace e disarmo”, scandisce dal palco don Ciotti, tra gli applausi.
Ad aprire la commemorazione, la Piccola Famiglia dell’Annunziata, comunità monastica fondata dal partigiano e padre costituente Giuseppe Dossetti. Una testimonianza radicale che contraddice il luogo comune secondo il quale non esiste Resistenza senza scelta delle armi: “Aver preso parte alla Resistenza è un atto di onestà e speranza. Scegliere di farlo da cristiani e quindi per la non violenza non è una scelta in contraddizione”, dice il monaco Tommaso Bernacchia, “ma anzi profondamente unite nel desiderio di seminare una pace duratura”. Un lungo applauso per Papa Francesco e un minuto di silenzio per le vittime di Gaza e di tutte le guerre hanno concluso la parte di commemorazione ufficiale mentre intorno, sui prati e tra i sentieri del Parco storico di Monte Sole, le celebrazioni per l’ottantesimo anniversario della Liberazione sono continuate fino al tramonto.
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