41-bis, sì all’incontro del boss con una donna se è nata una relazione: ha “diritto all’affettività”
- Postato il 15 luglio 2025
- Cronaca
- Di Blitz
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La Corte di Cassazione ha stabilito che un boss detenuto al regime di 41 bis ha diritto a un colloquio visivo con la donna con cui ha instaurato una relazione epistolare durante gli anni di carcere. Il protagonista del caso è un esponente di Cosa Nostra, detenuto nel carcere di Sassari, il quale aveva chiesto di incontrare la sua nuova compagna dopo un lungo e costante scambio di lettere che, secondo la sua difesa, avrebbe portato alla nascita di una relazione sentimentale autentica. La direzione del carcere aveva respinto la richiesta, vietando l’incontro, ma il Tribunale di sorveglianza ha accolto l’istanza presentata dai legali del detenuto.
Il principio della Cassazione: affettività anche in carcere
Il Ministero della Giustizia aveva impugnato la decisione, ma la Cassazione ha confermato quanto stabilito dal Tribunale di sorveglianza, respingendo il ricorso. I giudici della Suprema Corte hanno sottolineato che anche per i detenuti sottoposti al regime duro del 41 bis esiste un diritto residuo all’affettività, compatibile con le finalità di sicurezza del regime. Il colloquio visivo, dunque, non può essere negato in assenza di un rischio concreto e specifico. Il caso pone l’attenzione su un tema delicato, ovvero il bilanciamento tra la sicurezza penitenziaria e i diritti fondamentali della persona, anche per chi si trova in condizioni di detenzione particolarmente restrittive.
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