80 anni dopo la bomba, il Giappone si interroga sul proprio futuro nucleare

  • Postato il 1 novembre 2025
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  • Di Formiche
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Nel 2025 ricorre l’80° anniversario dei bombardamenti atomici e della fine della guerra. Quest’anno ricorre anche il 70° anniversario della fondazione del Nihon Hidankyo, la Confederazione giapponese delle vittime della bomba atomica e della bomba all’idrogeno, Premio Nobel per la Pace 2024. Negli ultimi 70 anni dalla sua fondazione, il Nihon Hidamkyo ha sostenuto gli obiettivi fondamentali di prevenire la guerra nucleare, vietare e abolire completamente le armi nucleari e fornire solidarietà per sostenere le vittime della bomba atomica. Insieme ai sopravvissuti all’olocausto nucleare, è stato lanciato un appello al mondo sulla disumanità delle armi atomiche e si è sensibilizzata l’opinione pubblica per un movimento per l’abolizione delle armi nucleari. Ora, 80 anni dopo Hiroshima e Nagasaki, questo movimento si è trasformato in una presa di coscienza letteralmente nazionale per aprire la strada a un mondo senza armi nucleari e a un Giappone libero dal nucleare e pacifico.

I cittadini e i movimenti giapponesi antinucleari nel frattempo si sono assunti le seguenti responsabilità: 1) rispondere alla crescente simpatia internazionale e sostegno nazionale in seguito all’assegnazione del Premio Nobel per la pace alla Nihon Hidamkyo e collaborare con i sopravvissuti alla bomba atomica per far progredire il movimento antinucleare e trasformarlo in un movimento nazionale; 2) promuovere in modo significativo la lotta per realizzare un mondo senza armi nucleari e un Giappone libero dal nucleare e pacifico, sia a livello nazionale che internazionale; e 3) creare opportunità per le generazioni più giovani e future di svolgere un ruolo attivo in tutte le attività e costruire un’organizzazione che diventerà leader nel movimento.

Sono trascorsi ottant’anni dai bombardamenti atomici. Giunto ormai al quarto anno dalla sua entrata in vigore, il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (Treaty on the Prohibition of Nuclear Weapons), le testimonianze dei sopravvissuti alla bomba atomica e l’approccio umanitario stanno esercitando un grande potere nel mettere alle strette coloro che si aggrappano alle armi nucleari. Se questa tendenza potrà essere ulteriormente ampliata, si potrebbe aprire la prospettiva dell’abolizione del nucleare. Il Trattato è stato adottato da una conferenza delle Nazioni Unite il 7 luglio 2017, aperto alla firma a New York il 20 settembre 2017; entrato in vigore il 22 gennaio 2021, ovvero 90 giorni dopo la ratifica di almeno 50 stati.

La stessa guerra in Ucraina, – iniziata su vasta scala il 24 febbraio 2022 – e che presto entrerà nel suo quarto anno, i combattimenti a Gaza e in Medio Oriente, e la revisione della dottrina nucleare da parte della Russia continuano a rappresentare minacce pericolose, tra cui la possibilità di un uso nucleare. Anche l’Asia orientale è al centro dell’attenzione: con le relazioni Taiwan-Stati Uniti d’America-Repubblica Popolare della Cina; le attuali tensioni nella penisola coreana; il movimento di blocco militare guidato da Washington e il massiccio rafforzamento militare che include il Giappone (infra). Questi conflitti di blocco e il pericoloso circolo vizioso militare contro militare stanno dividendo il mondo e minacciando la pace.

Il 20 gennaio2025, l’amministrazione Trump si è insediata; nel suo discorso inaugurale, il presidente ha sostenuto il principio America First e si è impegnato a costruire l’esercito più forte del mondo. Durante il suo primo mandato, nel 2017, si è ritirato dal Trattato sulle Forze Nucleari a Raggio Intermedio (Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty) del 1987, e nel 2018, nella Nuclear Posture Review (processo volto a determinare quale dovrebbe essere il ruolo delle armi nucleari nella strategia di sicurezza degli Stati Uniti d’America), ha proposto una ritorsione nucleare contro gli attacchi non nucleari, compresi gli attacchi informatici, e ha proposto lo sviluppo di una testata nucleare più compatta e di facile utilizzo. Data l’attuale situazione critica, c’è il rischio che l’amministrazione Trump acceleri ulteriormente queste azioni. Tuttavia, il mondo di oggi non è determinato esclusivamente dalle parole e dalle azioni del presidente statunitense. La principale via per la pace globale è la risoluzione pacifica dei conflitti basata sulla Carta delle Nazioni Unite e sul diritto internazionale, nonché l’abolizione delle armi nucleari.

Come indicato dalla Dichiarazione di Rio de Janeiro del G20 (18-19 novembre 2024), che si tratti della guerra in Ucraina o della situazione a Gaza e in Medio Oriente, la maggior parte dei Paesi sulla scena politica internazionale si è unita nel chiedere la fine della minaccia o dell’uso della forza nei conflitti internazionali, la preservazione della sovranità e dell’integrità territoriale e la pace, nonché si stanno sempre più esprimendo in difesa della Carta delle Nazioni Unite piuttosto che di blocchi militari o nazionalismi.

Per risolvere le tensioni militari nella Penisola coreana e le questioni nel Nord-Est asiatico, è iniziata un’azione dal basso, che unisce disarmo nucleare e pace, con l’obiettivo di costruire la pace nell’Asia orientale.

Un faro di speranza è il summenzionato Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, che incarna la causa dell’umanità. Nonostante l’ostruzionismo delle potenze nucleari e di altre parti, il numero dei firmatari del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari è aumentato giungendo a 95, e il numero dei Paesi ratificanti è passato a 74. Anche in una situazione pericolosa, in cui si discute dell’uso di armi nucleari, il Trattato, l’opinione pubblica e i movimenti che lo sostengono hanno un potere normativo e fungono da barriera che impedisce l’uso del nucleare.

Il 10 dicembre 2024, come abbiamo scritto la Nihon Hidankyo ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace. Il Comitato per il Nobel ha elogiato il contributo dei sopravvissuti alla bomba atomica – che hanno sofferto l’inferno nucleare – nel raccontare le loro esperienze e nel contribuire così a creare un’opinione pubblica che scoraggi l’uso dell’atomica.

Ciò che conta è che la continua insistenza dei sopravvissuti alla bomba atomica – sul fatto che le armi nucleari siano armi del male supremo che non possono coesistere con l’umanità – ha spostato i negoziati sul disarmo nucleare, precedentemente condotti esclusivamente dal punto di vista della sicurezza nazionale, verso una discussione incentrata sulla disumanità di questi sistemi di distruzione di massa, portando all’istituzione del predetto Trattato sulla proibizione delle armi nucleari. In quanto approccio umanitario incentrato sulla disumanità delle armi nucleari, è diventato una critica fondamentale alla teoria della deterrenza nucleare e rappresenta una forza che sta mettendo alle strette gli Stati dotati di arsenale atomico. Le voci dei sopravvissuti alla bomba hanno svolto un ruolo decisivo.

La forza di un approccio umanitario è stata dimostrata anche dalle nuove risoluzioni della LXXIX Assemblea Generale delle Nazioni Unite iniziata il 22 settembre 2024. La risoluzione per promuovere un trattato che metta al bando le armi nucleari è stata approvata con un ampio margine di 127 voti a favore e 44 contrari, nonostante la resistenza delle potenze nucleari. La risoluzione sulle conseguenze della guerra nucleare e della ricerca scientifica, che mira a chiarire le conseguenze della guerra nucleare utilizzando le più recenti conoscenze scientifiche, è stata approvata con 144 voti a favore, 3 voti contrari e 30 astensioni: Russia, Regno Unito e Francia hanno votato contro, gli Stati Uniti d’America si sono astenuti e la Repubblica Popolare della Cina ha votato a favore. La risoluzione sull’assistenza alle vittime e bonifica ambientale dell’uso e della sperimentazione nucleare è stata approvata con 169 voti a favore, 4 voti contrari (Russia, Regno Unito, Francia e Repubblica Popolare Democratica della Corea [nord]), 6 astensioni, comprese Stati Uniti d’America e RP della Cina. In tale contesto, i movimenti presenti all’interno dei Paesi potenze nucleari e dei loro alleati militari stanno adottando nuove misure per risolvere pacificamente i conflitti, opporsi ai blocchi militari e abolire le armi nucleari.

Lo scorso autunno, decine di migliaia di persone hanno preso parte a una manifestazione per la pace in Germania e in Svezia (Paese che ha aderito alla Nato il 7 marzo 2024), ed è stata lanciata una campagna contro la costruzione di basi militari statunitensi. Anche negli Stati Uniti d’America, il sostegno a un trattato per la messa al bando delle armi nucleari si sta diffondendo tra i movimenti della società civile e tra i governi locali, i parlamenti e i legislatori federali.

Lo scorso dicembre, il deputato democratico Jim McGovern (Massachusetts) ha annunciato al Congresso di aver redatto la Risoluzione 77 (co-sponsorizzata da 43 suoi colleghi) che invita il presidente Trump a sostenere gli obiettivi e le disposizioni del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari e a porre il disarmo nucleare al centro della politica di sicurezza di Washington. Ha anche citato il Premio Nobel per la Pace assegnato alla Nihon Hidamkyo e ha chiesto un dibattito congressuale sulla questione delle vittime dei test nucleari negli Stati Uniti d’America.

Nella Repubblica di Corea (sud), centinaia di migliaia di cittadini si sono sollevati in risposta alla dichiarazione di legge marziale d’emergenza da parte del presidente Yoon Suk Yeol (10 maggio 2022-4 aprile 2025), sventando il colpo di Stato e costringendo il presidente a essere messo sotto accusa. I cittadini che chiedevano la democrazia hanno vinto.

Proprio come il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari riconosce che la partecipazione paritaria di donne e uomini è essenziale per una pace e una sicurezza sostenibili e si propone di sostenere e rafforzare l’effettiva partecipazione delle donne al disarmo nucleare, i movimenti femminili e nazionali in Giappone e in tutto il mondo, che hanno integrato la pace e l’uguaglianza di genere, stanno facendo progressi nei campi della pace e del disarmo.

La Delegazione per la promozione delle voci dei sopravvissuti alla bomba atomica e all’idrogeno e del Trattato di messa al bando delle armi nucleari, inviata in Spagna e Francia a partire dal 15 gennaio 2025 dal Consiglio giapponese contro le bombe atomiche e all’idrogeno (Gensuikyō) – un’Ong giapponese fondata nel 1955 –, ha attirato l’attenzione ovunque, e la testimonianza del sopravvissuto alla bomba atomica Tanaka Shigemitsu, rappresentante della Nihon Hidamkyo, sulle sue esperienze al momento del bombardamento ha suscitato grande scalpore.

Le attività della delegazione prevedevano che il sopravvissuto alla bomba atomica Tanaka, tenesse un discorso sulla sua esperienza durante il bombardamento atomico a tutti i cittadini, inclusi bambini e studenti, nonché al governo, ai partiti politici, ai parlamentari e alle amministrazioni locali, al fine di diffondere la consapevolezza che le armi nucleari e l’umanità non possono coesistere, e d’invitare i governi di Parigi e Madrid ad aderire al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari. I movimenti per la pace di entrambi i Paesi sono rimasti sorpresi dall’elevato numero di cittadini che hanno partecipato alle manifestazioni e hanno attirato l’attenzione dei media, e la delegazione è riuscita a raggiungere una gamma di persone senza precedenti, inclusi politici e leader locali, sia a livello nazionale che locale.

Un altro aspetto degno di nota delle visite della delegazione è stato il fatto che molti governi locali li abbiano accolti e tenuto incontri per ascoltare le testimonianze dei sopravvissuti alla bomba atomica. Non solo la testimonianza di Tanaka, ma anche l’appello di Gensuikyō affinché i governi aderiscano al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, e l’appello del vicepresidente del Sindacato dei lavoratori giapponesi (Zenroren), Toshiaki Ishikawa, per una risoluzione pacifica e diplomatica dei conflitti, piuttosto che nucleare contro nucleare o militare contro militare, hanno avuto l’opportunità di parlare, e sono stati ben accolti in ogni occasione. Questa azione congiunta con Spagna e Francia ha avuto un impatto sull’opinione pubblica e sulla politica di entrambi i Paesi, contribuendo alla promozione del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari.

La Terza Conferenza delle Parti del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari si è tenuta a New York il 3-6 marzo 2024, in coincidenza con la Nuclear Ban Week. L’evento ha rafforzato l’impegno per l’abolizione totale delle armi nucleari, criticando la teoria della deterrenza nucleare e sottolineando la necessità di una maggiore adesione al trattato. La conferenza ha anche annunciato la prima Conferenza di revisione del Trattato: essa si terrà presso la sede delle Nazioni Unite a New York dal 29 aprile al 9 maggio 2026. Ci si avvarrà di queste opportunità per promuovere un’azione congiunta internazionale e unirsi idealmente alla I Conferenza Mondiale contro le Bombe Atomiche e all’Idrogeno del 1955 a Hiroshima e alla II a Nagasaki nel 1956, con l’impegno di realizzare un mondo libero dalle armi nucleari.

Nell’80° anniversario del bombardamento atomico, l’attenzione è rivolta a far sì che il governo giapponese svolga un ruolo degno dell’unico Paese ad aver subìto attacchi nucleari. Stanno emergendo anche nuove condizioni per lo sviluppo dell’opinione pubblica e di un movimento che raggiunga questo obiettivo. È necessario trascendere letteralmente le differenze ideologiche e politiche e compiere un balzo in avanti nel movimento nazionale e mondiale.

Però il governo giapponese ha rafforzato la sua dipendenza dall’ombrello nucleare degli Stati Uniti d’America e, con il pretesto di rafforzare il suo potere deterrente, ha portato avanti cambiamenti storici nell’alleanza militare tra Tokyo e Washington, tra cui una massiccia espansione militare, tra cui l’acquisizione di capacità di attacco alle basi nemiche, la militarizzazione di Okinawa e delle isole sudoccidentali, il sostegno alla strategia nucleare statunitense, tra cui la tenuta di una riunione ministeriale tra Giappone e Stati Uniti d’America sulla deterrenza nucleare estesa e la creazione di un Comando operativo congiunto per unificare il comando delle Forze di autodifesa terrestri, marittime e aeree, ponendo le Forze di autodifesa sotto il comando dell’esercito statunitense.

Il governo di Shigeru Ishiba (1º ottobre 2024-21 ottobre 2025), ha ereditato in toto la politica filostatunitense delle amministrazioni di Shinzō Abe (26 settembre 2006-26 settembre 2007, 26 dicembre 2012-16 settembre 2020) e di Fumio Kishida (4 ottobre 2021-1° ottobre 2024) e ha portato avanti una straordinaria espansione militare, rafforzando notevolmente la capacità del Giappone di attaccare direttamente le basi nemiche in altri Paesi, il che vìola la Costituzione, e in più stanziando una spesa militare di oltre 8,7 trilioni di yen nel bilancio del 2025, la più alta di sempre.

Al fine di rafforzare l’ombrello nucleare degli Stati Uniti d’America, o deterrenza nucleare, nel 5-6 giugno 2025 si è tenuto il Dialogo sulla deterrenza estesa Giappone-Stati Uniti d’America. L’incontro si è focalizzato sul rafforzamento della cooperazione e della deterrenza congiunta, specialmente in risposta alle crescenti tensioni regionali, come le minacce della Repubblica Popolare Democratica della Corea (nord) e le attività militari della Repubblica Popolare della Cina. I colloqui bilaterali si sono concentrati su: coordinamento strategico per rispondere a potenziali minacce, rafforzamento della cooperazione militare e di intelligence, e potenziamento della postura di difesa congiunta attraverso esercitazioni militari e condivisione di informazioni. Il Giappone e gli Stati Uniti d’America si sono impegnati anche nel sostenere gli sforzi di non proliferazione e a mantenere una regione Pacifica stabile e sicura.

Si è notato che l’atteggiamento del governo Ishiba di voltare le spalle al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari è evidente. Il 24 gennaio 2025, nel suo discorso programmatico alla 217ª sessione ordinaria della Dieta, il primo ministro Ishiba non ha pronunciato una sola parola sul premio Nobel per la pace conferito alla Nihon Hidamkyo o sul Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, e ha invece annunciato l’ulteriore rafforzamento dell’alleanza militare tra Giappone e Stati Uniti d’America (l’ombrello nucleare). Inoltre, il governo giapponese non è stato presente a livello ufficiale summenzionata Terza Conferenza degli Stati Parte del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari. Erano invece presenti le nipponiche: Hidankyo/Hibakusha Organization of Japan, Hiroshima Prefectural Government, Japan Congress against Atomic and Hydrogen Bombs, Japan NGO Network for Nuclear Weapons Abolition, Japanese Liaison Council of Second-Generation Atomic Bomb Survivors, Know Nukes Tokyo, New Japan Women’s Association, Nihon Hidankyo, The Japan Council against Atomic and Hydrogen Bombs (Gensuikyo).

Il governo ha adottato una posizione servile, seguendo gli Stati Uniti d’America, accettando tacitamente le osservazioni del presidente Trump a rafforzare ulteriormente la deterrenza estesa e a rafforzare sostanzialmente le capacità di difesa oltre l’anno fiscale 2027.

Per garantire che il governo giapponese svolga un ruolo appropriato a un Paese che ha subito bombardamenti atomici, si deve porre fine alla sua dipendenza dal deterrente nucleare statunitense e garantire che aderisca al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari.

Le elezioni generali del 27 ottobre 2024, hanno visto arretrare il governativo Partito Liberal Democratico dal 34,66% del 2021 al 26,73%. Esse hanno inaugurato un nuovo processo politico in cui i cittadini stanno esplorando e ricercando nuove vie. Si apre la possibilità di impedire la strada dello stato di guerra, promuovendo una diplomazia pacifica basata sul seguente Articolo 9 della Costituzione Giapponese, in vigore dal 3 maggio 1947:

(a) Aspirando fermamente a una pace internazionale basata sulla giustizia e sull’ordine, è fatta rinuncia per sempre dal popolo giapponese alla guerra, quale diritto sovrano della nazione, e alla minaccia o all’uso della forza, quale mezzo per risolvere le controversie con altre nazioni.

(b) Al fine di raggiungere l’aspirazione del precedente paragrafo, il mantenimento delle forze di terra, di mare e dell’aria, e così pure degli altri mezzi bellici non sarà mai autorizzato. Il diritto di belligeranza dello Stato non sarà riconosciuto.

In Giappone l’opinione pubblica sta abbandonando l’argomentazione della deterrenza nucleare e passando a un sistema politico che firmi e ratifichi il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari. La chiave per sbloccare questo potenziale risiede nello sviluppo dell’opinione pubblica, dei movimenti e di una coalizione nazionale.

Autore
Formiche

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