“A 10 anni vedevo ombre malefiche, i miei non volevano un figlio campione. Per mio padre vinsi una medaglia olimpica”: Tom Daley a cuore aperto
- Postato il 13 giugno 2025
- Sport News
- Di Il Fatto Quotidiano
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“A 10 anni ero dall’altra parte del mondo. Mi sentivo solo, soffrivo di insonnia e vedevo ombre che diventavano malefiche”. Tom Daley torna a parlare e lo fa al Corriere della Sera. Daley ha vinto in carriera cinque medaglie olimpiche (un oro, un argento e tre bronzi), quattro volte i Mondiali e cinque volte gli Europei. Si è ritirato dopo le ultime Olimpiadi a Parigi 2024 e a distanza di un anno rivela: “È dannatamente difficile capire cosa sia una vita normale. Mi devo abituare alla vita senza tuffi, è come se una parte di me fosse morta. L’adrenalina dei tuffi non potrò più viverla”. L’ex tuffatore ha però parlato anche dei problemi a 10 anni extra sport, della morte del padre a ridosso delle Olimpiadi di Londra e del coming out nel 2013.
“A Londra vinsi un bronzo dopo la morte di papà, dovevo farlo per lui”: le parole di Daley
Tra gli argomenti più “forti” toccati nel corso dell’intervista c’è quello relativo alle difficoltà avute a 10 anni, quando si trasferì dall’altra parte del mondo (Australia e Stati Uniti) per allenarsi. “A quell’età ti senti solo, soffri di insonnia, le ombre diventano malefiche. I miei non volevano un figlio campione, erano persone semplici. Ecco perché mio padre a un certo punto ha lasciato il lavoro da elettricista per seguirmi. Aveva capito che dovevo essere sostenuto”.
Un padre sempre accanto, a sostegno di un figlio che sognava di diventare campione. Poi, a 51 anni, la morte per un tumore al cervello nel 2011, quando Daley aveva ancora 17 anni e si stava preparando per le Olimpiadi di Londra. Ed è lì che arriva un bronzo: “Nella mia mente mi ripetevo: papà era orgoglioso di vederti gareggiare; quindi, Tom ora tu devi fare il tuo tuffo migliore, fallo per lui”.
Tom Daley è anche tra gli opinion leader riguardo i diritti LGBTQ+: l’ex tuffatore, infatti, nel 2013 fece coming out dichiarando la sua omosessualità. “Volevo essere me stesso, senza preoccuparmi di niente e nessuno. Poi però è cambiato tutto, ho realizzato che dovevo assumermi questa responsabilità, difendere ciò che tutti dovrebbero avere: il diritto di essere sé stessi e liberi”. Oggi il campione olimpico è sposato con Dustin Lance Black, sceneggiatore americano (premio Oscar per il film Milk del 2008), con cui ha due figli avuti da madri surrogate, Robbie e Phoenix di 6 e 2 anni.
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