A Castel d’Azzano (VR) tre carabinieri sono morti nell'esplosione di una casa sotto sgombero

  • Postato il 14 ottobre 2025
  • Di Il Foglio
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A Castel d’Azzano (VR) tre carabinieri sono morti nell'esplosione di una casa sotto sgombero

Un’esplosione improvvisa, un boato che ha squarciato la campagna di Castel d’Azzano, nel Veronese, poco dopo le tre di notte. L’operazione di sgombero di un vecchio casolare di campagna è finita in tragedia: tre carabinieri sono morti e una ventina persone, tra militari, agenti e vigili del fuoco, sono rimaste ferite. Le forze dell’ordine erano intervenute per eseguire un provvedimento di sfratto nei confronti dei fratelli Ramponi — Franco, Dino e Maria Luisa, agricoltori sulla sessantina — che da mesi si opponevano alla perdita della loro casa, gravata da ipoteche. Quando gli operatori si sono avvicinati all’ingresso, il casolare è esploso. La deflagrazione ha fatto crollare l’intero edificio di due piani, travolgendo chi era all’esterno.

  

 

Secondo le prime ricostruzioni, l’abitazione era satura di gas, fatto uscire da diverse bombole trovate poi tra le macerie. L’apertura della porta avrebbe innescato la miscela esplosiva. All’interno, i tre fratelli si erano barricati da giorni. Maria Luisa, rimasta gravemente ustionata, sarebbe stata la persona che ha innescato la miccia. I due fratelli, Franco e Dino, hanno tentato la fuga: il secondo è stato subito arrestato, il primo è riuscito a scappare attraverso i campi. Franco Ramponi è stato poi rintracciato dai militari in una campagna di sua proprietà. Non ha opposto resistenza all'arresto. 

Non era la prima volta che i Ramponi si opponevano con gesti estremi a un ordine di sgombero. Già un anno fa, in due occasioni, avevano minacciato di aprire bombole di gas contro chi cercava di entrare nella loro proprietà. Agricoltori conosciuti in zona, avevano vissuto il progressivo declino della loro attività, stretti da debiti e difficoltà economiche. "Eravamo pronti a offrirgli una sistemazione temporanea", ha spiegato il vicesindaco di Castel d’Azzano, Antonello Panuccio. "Ma non si trattava di persone fragili. Hanno rifiutato ogni mediazione".

L’operazione di sgombero era stata pianificata con cautela. Sul posto erano presenti carabinieri dei reparti speciali, agenti dell’Uopi — l’unità operativa di pronto intervento — e i vigili del fuoco. Ma nessuno poteva prevedere la violenza dell’esplosione. L’onda d’urto ha distrutto il casolare e fatto tremare le case vicine. "Appena abbiamo sentito l’odore di gas, è successo tutto", racconta un residente. Il procuratore capo di Verona, Raffaele Tito, ha parlato di "un atto deliberato".

Risultano feriti 11 carabinieri (trasportati in codice rosso, non in pericolo di vita presso 4 ospedali del luogo, mentre altri 3 militari sono illesi); 4 agenti delle Unità Operative di Primo Intervento della Polizia di Stato (hanno riportato lesioni); 7 pompieri (portati in ospedale per accertamenti); e una donna. I feriti sono ricoverati negli ospedali della provincia — Borgo Trento, Borgo Roma, Villafranca e Negrar — ma nessuno sarebbe in pericolo di vita. I soccorsi, già presenti sul posto per supportare l’operazione, sono intervenuti immediatamente dopo l’esplosione. Sono ancora in corso le operazioni di messa in sicurezza dell'area.

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha definito l’accaduto "una tragedia che mostra la complessità e i rischi quotidiani di chi serve lo stato". La premier Giorgia Meloni ha espresso "profondo dolore" per la morte dei tre carabinieri, inviando cordoglio alle famiglie e all’Arma. "Seguo con partecipazione e dolore gli sviluppi di questa drammatica vicenda — ha scritto — che ci richiama al valore e al sacrificio quotidiano di chi serve lo stato e i cittadini". A Castel d’Azzano, intanto, la comunità si è raccolta nel silenzio. Nella pianura veronese restano le macerie di un casolare e il segno profondo di una tragedia nata da un gesto disperato, che ha travolto chi, quella mattina, era lì per garantire la legge e la sicurezza di tutti.

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Il Foglio

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