“A Eurovision 2025 non ho voluto ingannare me stesso e non voglio far finta di essere qualcosa che poi non riesco a fare”: Lucio Corsi pronto per la Finale
- Postato il 16 maggio 2025
- Musica
- Di Il Fatto Quotidiano
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Lucio Corsi con “Volevo essere un duro” ha già scaldato i motori, fuori gara, durante la prima Semifinale di Eurovision Song Contest 2025, lo scorso martedì 13 maggio, portando sul palco non solo il suo amico, musicista, regista e collega Tommaso Ottomano, ma anche il pianoforte, l’armonica e la chitarra elettrica. Una scelta in controtendenza rispetto a molti dei cantanti in gara che hanno voluto focalizzarsi più sulla performance spettacolare. Ha colpito anche che si sia scelto di far scorrere, durante l’esibizione, i sottotitoli in inglese a spiegare il significato del testo del brano.
“Io tengo molto alle parole nella musica, tanto quanto gli arrangiamenti, il suono e tutto, però è una parte comunque molto importante del discorso”, così l’artista, in un incontro con la stampa a Basilea, ha voluto sottolineare la scelta di far sì che le parole della canzone venissero esaltate e fossero fruibili ad una grande platea. Adesso la prova del nove sarà la Finalissima di sabato 17 maggio, quando si entra in gara sul serio. Al momento, secondo i bookmaker, l’Italia è posizionata all’11esimo posto, in risalita netta rispetto al 16esimo posto di qualche giorno fa.
L’obbiettivo di Corsi è chiaro: “La cosa che mi interessa è portare una cosa che non inganni me stesso, non voglio far finta di essere qualcosa che poi non riesco a fare. Sono fatte così le canzoni, bisogna lasciarle così, naturali e semplici se gli vuoi dare una forma poi cambiano. Quest è quello che faccio dal vivo, mi sento me stesso, non devo interpretare un personaggio che non mi rappresenta che magari mi scoccia dopo pochi mesi”.
“Ho suonato l’armonica ma non per fare polemica” – Per ora è una bella esperienza per me. La semifinale è stata emozionante, è stata bella, però soprattutto il fatto che ci fosse così tanta gente in Arena… In quei momenti ti scordi di essere in mondovisione. Questo per me non è male e mi piace questa cosa perché mi riporta a un tipo di concerto, a cui sono più abituato. Sanremo, in questo senso, è stata una bella palestra. Ho portato sul palco l’armonica, il piano orte e le chitarre che sono lì a farci compagnia. Ma non è che con questo voglio fare polemica, perché cosciente che l’Eurovision funziona così a livello di show. Ero cosciente già quando ho detto di sì anche perché la voce non è in playback perciò ho pensato all’armonica. Durante le prove mi sono detto: la porto anche lì, magari così può essere un elemento di diversità rispetto a quello che abbiamo fatto al Sanremo.
“Ecco chi mi ha ispirato per la scenografia con gli amplificatori” – La scenografia è praticamente quella che porto nei tour, questi super amplificatori alle nostre spalle sono ispirati a un tour di Neil Young. Ci tenevo a sottolineare su quel palco l ‘importanza di questi elementi musicali. Per sabato cercheremo di accentuare per la esibizione qualcosa su luci e colori. Il mio amico e musicista Tommaso Ottomano, che mi accompagna sul palco anche in questa esperienza dopo Sanremo, è un grande regista, ha occhio su queste cose…
“Non mi interessa la classifica” – Della classifica, mi ripeto, non interessa l’esito perché amo lo sport, amo la competizione, ma io sono sicuro di questo: che la musica per me non è competizione, non è una gara, non ha senso. Come fai a gareggiare in musica?
“Mi sono piaciuti i portoghesi” – Mi è piaciuta la canzone del gruppo portoghese NAPA, secondo me è un bel pezzo, ci ho parlato l’altro giorno e spero di anche di poterci suonare, magari sono curioso perché sono bravi e poi il bello di questo palcoscenico qua è che ognuno porta la sua idea di musica, la sua idea di esibizione, c’è libertà e perciò è giusto che ognuno porti il suo modo di intendere le canzoni.
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