A Gaza caos alla consegna del cibo, folla all’assalto delle scorte. Duro scontro tra l’Onu e Israele
- Postato il 28 maggio 2025
- Politica
- Di Blitz
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Gaza disperata. Caos alla consegna del cibo a Rafah. In migliaia hanno assalito gli ottomila pacchi alimentari che dovevano essere distribuiti dalla fondazione americana, la Gaza humanitarian foundation, una Ong creata in collaborazione con Israele per la consegna del cibo ai palestinesi. La pressione della folla affamata e ingabbiata all’interno di percorsi recintati, ha scatenato momenti di terrore e il personale Usa è fuggito, mentre un elicottero israeliano ha aperto il fuoco in aria per disperdere la folla.
Oxfam Italia Onlus, l’organizzazione no profit fiorentina che aiuta migliaia di famiglie allo stremo, ha fatto notare come il meccanismo di distribuzione degli aiuti in realtà miri a spostare la popolazione nel sud dell’enclave. L’emittente israeliana Chanel 12 sostiene che Hamas, per sabotare il meccanismo, ha iniziato a distribuire cibo gratis nella zona umanitaria di Al-Mawasi. Intanto Israele ha approvato 22 nuove colonie in Cisgiordania.

Scambio di accuse tra Onu e Israele
Inevitabile lo scambio di accuse tra Onu e Israele. Undici settimane di blocco degli aiuti umanitari, con 2 milioni di palestinesi affamati e i forni chiusi, hanno portato alla disperazione le famiglie palestinesi. Quello che è accaduto non poteva essere altrimenti. La situazione sta peggiorando: martedì un gruppo di attivisti israeliani anti-aiuti ha provato a bloccare l’uscita dei pacchi dal porto di Ashdod. Missione fallita. Il cibo è arrivato a destinazione ma secondo molto cancellerie è ancora troppo poco. L’Onu senza mezze misure dice che si è raggiunto “il colmo della ipocrisia” e ha definito “strazianti” le scene di assalto agli aiuti. Servirebbero almeno 500-600 camion al giorno per i civili.
L’accusa a Israele
I capi dei jihadisti in esilio, hanno attaccato Israele dicendo che vuole usare l’arma della fame per svuotare Hamas e spostare i civili a sud. Il piano di Tel Aviv e Usa serve, hanno detto, “a ridisegnare gli equilibri della Striscia”.
A rendere tutto ancora più complicato e ambiguo è il ruolo parallelo dei contractors americani (due compagnie composte in gran parte da ex agenti Cia ed ex Forze Speciali) che hanno il compito di “sterilizzare” le aree di ricollocamento dei civili impedendo così l’accesso ai militari di Hamas. In Italia partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra preparano una grande manifestazione il 7 giugno a Roma pro Palestina, corteo proprio alla vigilia del referendum “per aggirare il silenzio elettorale” come dicono quelli della sponda opposta. Ne vedremo delle belle.
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