A Gela si scava e si trova un tesoro: riemergono sei tombe arcaiche in un parco siciliano
- Postato il 21 maggio 2025
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- Di SiViaggia.it
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Quando in Italia partono lavori di ammodernamento e ristrutturazione è piuttosto comune che si faccia un tuffo inaspettato nella storia. È proprio quello che è accaduto in queste settimane a Gela, durante i lavori di riqualificazione dell’Orto Pasqualello. Gli interventi hanno riportato alla luce un sepolcro arcaico di grande rilevanza; al momento sono riemerse sei tombe, di cui quattro già attribuite rispettivamente a due adulti e due bambini. Gli studiosi hanno datato le tombe tra il V e il VI secolo a.C., segnalando come la grandiosa scoperta si inserisca in un’attività di archeologia preventiva coordinata dalla Soprintendenza ai beni culturali di Caltanissetta.
La scoperta di sei tombe arcaiche a Gela
A Gela, sotto l’attento lavoro della Soprintendenza ai beni culturali di Caltanissetta, è stata fatta un’incredibile scoperta. Nella città siciliana sono state rinvenute sei tombe di cui due appartenenti a individui adulti, due a bambini e altre due ancora in fase di studio. i reperti emersi spiccano per l’unicità della sepoltura: avevano un particolare elemento di copertura, un “kalypter egemon“: un frammento architettonico decorativo di probabile provenienza templare e poi riutilizzato come lastra tombale.
Ad attirare maggiormente l’interesse è la tomba 1, in cui gli archeologi hanno trovato due piccoli recipienti di ceramica destinati ai rituali funebri. Sorprendentemente, il corpo che vi era stato sepolto è stato rimosso già in passato, lasciando però intatto il corredo. Gli esperti ipotizzano che un evento naturale, tipo una colata di fango o argilla, abbia sigillato la sepoltura cristallizzando così la scena.
Analizzando nell’interezza il ritrovamento gli storici hanno ipotizzato che gli individui fossero legati tra loro, forse un nucleo familiare sepolto in un angolo della necropoli, ma serviranno ulteriori scavi per confermare l’ipotesi.
Non solo tombe: accanto all’area sepolcrale è affiorata una roccia tenera incisa artificialmente. Al suo interno sono stati ritrovati ulteriori oggetti, tra cui anfore e un cratere che indicano il fatto che l’area fosse frequentata per rituali, o forse si trattava semplicemente di un ambiente domestico. Dai corpi stessi agli oggetti in accompagnamento: quello che è emerso dalla storia racconta molto di un passato glorioso siciliano.
L’importanza del ritrovamento
Il progetto di riqualificazione urbana continuerà, ma con un’attenzione maggiore rivolta proprio ai beni archeologici emersi. Daniela Vullo, soprintendente, e Francesco Paolo Scarpinato, assessore ai Beni Culturali della Sicilia, hanno dichiarato in una nota ufficiale come l’attività continuerà nel rispetto del patrimonio storico in collaborazione con il comune di Gela per garantire tutela e valorizzazione dei reperti rinvenuti.
La scoperta rappresenta la conferma di quanto Gela avesse importanza e come la Sicilia fosse un’antica colonia greca dall’anima florida. Ogni ritrovamento diventa una sorta di tessera di un puzzle che ci permette di scoprire sempre di più le abitudini di un popolo che viveva sulle sponde del Mediterraneo oltre 2.500 anni fa.
Gli archeologi auspicano che le indagini in corso restituiscano una visione sempre più chiara del contesto culturale, sia del tessuto sociale dell’antica Gela sia della necropoli. L’esperienza del restauro dell’Orto Pasqualello dimostra come il futuro possa abbracciare la memoria storica.