A Gorizia Capitale della Cultura riapre il Museo della Grande Guerra. Un memento più che mai attuale

  • Postato il 22 luglio 2025
  • Attualità
  • Di Artribune
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La guerra come quotidianità sconvolta, come riscoperta di un nuovo e più profondo abisso umano, e nonostante tutto di sopravvivenza. È uno spunto di riflessione imprescindibile e più che mai attuale lo spirito con cui riapre il Museo della Grande Guerra di Gorizia, nel contesto del programma che per il 2025 la città condivide con la gemella slovena di Nova Gorica come Capitale Europea della Cultura. Con apparati descrittivi trilingui – in italiano, sloveno e inglese – e un allestimento improntato alla multimedialità, il rinato museo punta a ricostruire il contesto che ha preceduto, accompagnato e seguito la Prima Guerra Mondiale.

A Gorizia riapre il Museo della Grande Guerra

Il riallestimento della sezione dei Musei Provinciali di Borgo Castello, sottoposti a intensivo restauro, è stata pensata – in concordanza con il programma culturale per l’anno da Capitale GO! 2025 e con la curatela di Alessandra Martina e Lucio Fabi – per raccontare la quotidianità della guerra vissuta dai soldati e civili italiani e austroungarici, e la distruzione della città e dei paesi circostanti. Attraverso 10 sale e altrettanti temi, sono uniformi ed equipaggiamenti, armi e munizioni, documenti e fotografie a delineare le vite dei protagonisti di queste aree – dolorose per la memoria italiana quanto per quella slovena – durante la guerra che ha cambiato tutte le guerre.

Recuperare la storia del Museo della Grande Guerra di Gorizia

L’attenzione alla vita quotidiana delle persone trascinate nella guerra riprende e sviluppa l’innovativa prospettiva scelta dal Museo al tempo della sua apertura nel 1990, sotto la direzione di Maria Masau Dan. Una svolta nella narrazione museale della Prima Guerra Mondiale del tempo, che oggi viene recuperata e valorizzata anche in ottica digitale. È il caso dello storico diorama del campo di battaglia, che si è arricchito di integrazioni multimediali (realizzate da Ikon), delle postazioni interattive e dei video esplicativi come quello che, a inizio percorso, traghetta il visitatore dall’atmosfera frizzante della Belle Epoque alla dura realtà della guerra.

Il Museo – che per l’inaugurazione garantisce una settimana di ingressi gratuiti, fino al 25 luglio 2025 – si è poi allineato alle normative nazionali in termini di fruibilità, inclusività e accessibilità con pedane, rampe, ascensori, piattaforme e servoscala e un complessivo miglioramento dell’accessibilità motoria e visiva dell’intero spazio museale.

La memoria della guerra e il futuro del Museo di Gorizia

Tra le novità, c’è un tavolo multimediale che illustra le distruzioni subite da Gorizia durante la guerra – tra bombardamenti e guerra urbana, la città è rimasta sulla linea del fronte per circa 30 mesi – e soprattutto una sezione, quella finale, dedicata al tema della memoria, con un focus sui monumenti e sacrari eretti negli anni successivi (perlopiù in contesto fascista).

Un tema, quello della narrazione della guerra e del suo ricordo, che sarà ulteriormente sviluppato nei mesi a venire dall’Ente Regionale per il Patrimonio Culturale del Friuli Venezia Giulia (che gestisce il museo) attraverso una serie di conferenze e iniziative culturali volte a raccontare la realtà della guerra da entrambi i lati della città spezzata, e che a poco a poco va a ricostruirsi.

Giulia Giaume

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Artribune

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