“A un anno dal matrimonio vuole pure che le finanziamo la luna di miele, ma i regali glieli abbiamo già fatti!”: colleghi allibiti dalle richieste della sposa

Una dipendente è stata criticata dai colleghi dopo aver chiesto contributi economici per finanziare la sua luna di miele, un anno dopo il matrimonio. Il caso è stato segnalato nella rubrica Dear Eric del The Mercury News, dove un collega ha raccontato la vicenda chiedendo un parere su come gestire la situazione. Secondo quanto riferito, la donna e il marito, entrambi quarantenni, avevano deciso di organizzare un viaggio in Sud America dopo aver rinunciato alla luna di miele subito dopo le nozze.

Per coprire le spese, hanno aperto un account su un sito di crowdfunding dedicato ai viaggi di nozze e informato i colleghi dell’iniziativa. “Per pagare il viaggio hanno creato una pagina e ci hanno chiesto di partecipare“, si legge nella lettera, in cui si specifica che tra le opzioni di contributo figurano “voli, escursioni, auto a noleggio, tariffe del resort e somme in denaro a partire da 75 dollari”. Il collega ha precisato che molti membri del gruppo di lavoro avevano già fatto un regalo di nozze l’anno precedente e che “siamo insegnanti con stipendi modesti, quindi un viaggio in Sud America non è sostenibile per noi”.

La donna avrebbe inoltre espresso insoddisfazione per la scarsa partecipazione, definendo i colleghi “tirchi”. “Dietro le sue spalle, diverse persone la giudicano inopportuna, sia per la richiesta economica sia per le critiche rivolte a chi non ha aderito”, ha aggiunto l’autore, spiegando di essere incerto se affrontare la questione con la diretta interessata. Nella risposta pubblicata, il columnist R. Eric Thomas ha osservato che la richiesta di fondi da parte della donna è stata impropria. “È accettabile facilitare chi desidera fare un dono, ma non è corretto sollecitare o criticare chi non contribuisce, soprattutto se un regalo è già stato fatto”, ha scritto.

Thomas ha inoltre chiarito che “le pagine di raccolta fondi per matrimoni non costituiscono obblighi di pagamento”. Riguardo all’opportunità di parlarne con la donna, ha spiegato che il confronto potrebbe essere poco produttivo, suggerendo invece un approccio individuale: “Se la relazione professionale o personale è importante, è possibile chiarire che l’invito al contributo è stato percepito come inappropriato e che il comportamento ha generato disagio tra i colleghi”.

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Il Fatto Quotidiano

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