“Abbiamo litigato per sciocchezze, ora vuole organizzare una partita di beneficenza”: Matteo Materazzi parla del fratello Marco

  • Postato il 6 agosto 2025
  • Calcio
  • Di Il Fatto Quotidiano
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“Devo essere aiutato per andare in bagno, farmi una doccia, salire in macchina. Per mangiare mi devono imboccare, le mani le muovo ancora, ma non riesco a tirare su il braccio”. Dopo aver comunicato di essere affetto da una rara forma di sclerosi laterale amiotrofica (Sla), Matteo Materazzi è tornato a parlare a Repubblica. La moglie Maura Soldati aveva reso pubblica la malattia nei giorni scorsi, per promuovere una raccolta fondi che nel frattempo ha già superato i 200mila euro, di cui 50mila da un donatore anonimo. L’obiettivo è provare a dare una speranza a lui ma anche a chi in futuro si ritroverà nella stessa situazione. “Questa malattia è infame perché ti toglie giorno dopo giorno qualcosa”, racconto l’attuale agente sportivo, 49 anni e fratello di Marco, ex difensore dell’Inter e della nazionale campione del mondo nel 2006.

E tra i temi più chiacchierati dopo la rivelazione della malattia c’è stato proprio quello relativo al rapporto con il fratello Marco. Nei giorni scorsi Maura Soldati – moglie di Matteo – aveva già chiarito tutto: “Si sta spendendo anche lui”. Oggi è lo stesso agente a fare chiarezza: “Abbiamo litigato per sciocchezze, adesso proviamo a recuperare il tempo perso. Vuole organizzare una partita di beneficenza all’Olimpico tra gli azzurri del 2006 e l’All Star di stranieri del passato”.

Matteo Materazzi: “La malattia non mi permette di avere speranze”

Sono situazioni in cui ci si aggrappa a qualsiasi cosa, soprattutto alla speranza. “Con la malattia che ho mi è vietato averla. Provo a vivere al massimo, finché posso. E di notte sogno di correre”, ha spiegato Matteo Materazzi. Ma grazie alla raccolta fondi organizzata dalla moglie – e che ha già superato i 200.000 euro – c’è ancora un briciolo di fiducia: “La speranza è trovare una cura per la mutazione che ha colpito me come tante altre persone, 300 solo in Sardegna. Magari non mi salverò io, ma altri sì. Ci muoviamo su due binari, insieme a una famiglia calabrese e una pugliese: la Columbia University ci ha chiesto 1,5 milioni per finanziare la produzione di un ASO (un frammento genetico artificiale per inibire la malattia), un laboratorio di San Diego un milione per cercare un farmaco che potrebbe poi essere sintetizzato e portato in Italia. Ci proviamo, non so se il tempo che ho mi basterà”.

Intanto in moltissimi si sono mobilitati per contribuire alla causa. Motivo per cui Matteo Materazzi vuole ringraziare tutti: “Ringrazio Antonio Conte e la moglie Elisabetta, Simone Inzaghi e sua moglie Gaia, ma anche chi ha donato cinque euro. Mi ha scritto Ibrahimovic, mi ha mandato una emoticon e mi ha fatto forza. L’ho conosciuto quando giocava con Marco. Chi mi ha emozionato di più? Forse Pippo Pancaro. Abbiamo avuto dei problemi, ma lui è andato oltre”.

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Il Fatto Quotidiano

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