Aboliti i 118 provinciali, la Regione annuncia la centrale operativa unica. Gli ex Esposito e Costantini: “Ecco quali sono i rischi per il soccorso”
- Postato il 3 agosto 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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Savona. La Regione ha annunciato che presto ci sarà una sola centrale operativa del 118 in tutta la Liguria per rispondere alle richieste di soccorso sanitario. Oggi sono cinque (una per provincia oltre alla quinta per il Tigullio), secondo il piano originario avrebbero dovuto ridursi solo a tre: un ulteriore taglio che ha già scatenato l’inevitabile polemica politica.
Abbiamo ascoltato i pareri del dottor Salvatore Esposito, ex responsabile provinciale del 118, e di Michele Costantini, ex vice comandante dei Vigili del fuoco ed esperto di protezione civile. È possibile anticipare una conclusione di massima: se teoricamente per il cittadino non cambia nulla, in pratica potranno verificarsi inconvenienti anche notevoli, senza contare che proprio Savona è sempre stata all’avanguardia nel proporre e sviluppare il sistema di emergenza-urgenza e che andava quindi tenuta in debita considerazione.
Spiega il dottor Esposito: “Io credo intanto che il grado di uniformità del servizio sia già buono, a cominciare dal sistema di intervista telefonica adottato dal 2011 secondo i migliori standard mondiali. Il lavoro di soccorso sul territorio è collegiale sotto tutti gli aspetti, a cominciare da infarti, ictus, politraumatizzati. Volendo si può ovviamente istituire una sola centrale e teoricamente rispondere anche dall’Australia, ma una sola centrale rende più difficile il contatto diretto con le pubbliche assistenze, la Croce Rossa e le automediche. Non è un problema di localizzazione della chiamata, perché il telefonino fornisce subito il luogo da cui parte la richiesta, ma la suddivisione provinciale è più aderente alla possibilità di governare l’intervento, prevede localmente un’articolazione gerarchica e offre i migliori rapporti anche in caso di contatti con le istituzioni, a cominciare dalla prefettura, come nel caso di calamità o emergenza per allerta meteo. Qualcuno che decide deve esserci, senza una centrale operativa, una struttura anche fisica, manca il rapporto diretto ed è tutto più difficile”.
Il resto ce lo dice Michele Costantini: “Va subito chiarito che si tratta di un’operazione attuata per risparmiare, senza nessuna garanzia, ad esempio, della copertura dei turni, soprattutto di notte, e senza tenere nella debita considerazione le esperienze savonesi che voglio ricordare. Intanto, nel 1990, l’istituzione della prima automedica, Sierra 1, con il contatto diretto tra ambulanze e Vigili del fuoco. Poi l’istituzione del numero unico grazie alla dottoressa Pistone, che inizialmente era il 2222, il famoso centralino unico, nato superando le tradizionali rivalità tra le varie ‘Croci’. Esperienze seconde solo all’Emilia Romagna, per cui il dottor Francesco Bermano, allora responsabile del servizio, fu chiamato per illustrarle anche a Roma. Ancora, l’elisoccorso pubblico dei pompieri, diventato operativo l’8 febbraio 1983 con lo scoppio alla trattoria Stella di Albisola e l’intervento sulla spiaggia con l’elicottero del comandante Sergio D’Agostino. Oggi l’elisoccorso è passato ai privati con grande sperpero di denaro pubblico. Nel complesso, un patrimonio che le nuove generazioni non percepiscono neppure e che con l’abolizione delle centrali provinciali va perso definitivamente”.