Accesso a medicina, quasi 65mila iscritti al semestre aperto. Ma il numero chiuso resta: 40mila dovranno rinunciare

  • Postato il 29 luglio 2025
  • Scuola
  • Di Il Fatto Quotidiano
  • 3 Visualizzazioni

Sono 64.825 gli studenti che hanno completato la fase di iscrizione al nuovo semestre aperto voluto dalla ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini. La maggior parte a Medicina e Chirurgia (54.313), il resto a Odontoiatria e protesi dentaria (4.473) e a Medicina veterinaria (6.039). Le preoccupate stime delle associazioni di categoria, che si chiedevano come gli atenei italiani avrebbero potuto accogliere una massa di 70mila aspiranti medici, sono state confermate. E dal primo settembre avremo la risposta a questi dubbi: tra poche settimane, infatti, prenderà il via la riforma che prevede il superamento dei test d’ingresso a Medicina per come lo abbiamo conosciuto negli ultimi 25 anni. Ma non del numero chiuso, che resta, al contrario di quanto annunciato in un primo momento dal governo.

La manovra – criticata da sindacati e dalle associazioni di giovani medici – prevede l’istituzione di un semestre aperto con accesso libero, pensato come filtro. Non avrà l’obbligo di frequenza – l’unica soluzione possibile per ovviare al problema delle risorse e degli spazi limitati nelle facoltà – e sarà ripetibile fino a tre volte. A partire dal prossimo settembre, gli studenti frequenteranno i corsi per tre materie, Chimica e propedeutica biochimica, Fisica e Biologia. Ciascuna materia permetterà di avere 6 crediti formativi (Cfu) per un totale di 18. Al termine del semestre aperto, ciascuno studente dovrà affrontare gli esami di profitto sui tre insegnamenti. Le prove saranno uguali a livello nazionale e si svolgeranno in contemporanea, nello stesso giorno. Gli studenti avranno a disposizione due appelli: il primo si svolgerà il 20 novembre 2025; il secondo il 10 dicembre 2025. Ogni esame consiste nella somministrazione di 31 domande per ognuna delle tre materie del semestre aperto: 15 a risposta multipla con 5 opzioni di risposta – di cui solo una corretta – e 16 a completamento. Per ogni prova si avranno a disposizione 45 minuti. I punteggi conseguiti nei singoli esami saranno validi per la formazione della graduatoria nazionale. Il voto sarà espresso in trentesimi con la possibilità anche della lode. Il punteggio minimo per poter accedere alla graduatoria nazionale non dovrà essere inferiore a 18/30 in ogni singola prova. In sostanza gli studenti dovranno essere promossi in ogni esame.

I posti a disposizione saranno decretati dal ministero dell’Università, in collaborazione con quello della Salute e le Regioni. Ma dovrebbero essere tra i 22 e i 25mila. E nei prossimi anni potrebbero aumentare. Bernini, infatti, ha paventato la possibilità di aprire a 30mila ingressi in più in sei anni. Un incremento eccessivo secondo le associazioni di categoria. I nuovi iscritti saranno pronti solo tra dieci anni e non andranno a risolvere la drammatica carenza di personale, ma esiste invece il concreto rischio di creare una pletora medica: secondo le stime dei sindacati, a partire dal 2032 saranno 60mila i medici in esubero rispetto al fabbisogno del Ssn.

In ogni caso, è certo che degli oltre 64mila studenti iscritti quest’anno, circa due terzi dovranno rinunciare all’idea di diventare medici, dentisti e veterinari. O almeno posticipare i loro piani di un anno. Chi tra loro entrerà in graduatoria ma non supererà lo sbarramento del primo semestre filtro, infatti, potrà proseguire il suo percorso universitario in un corso di ripiego affine a Medicina, mantenendo i Cfu acquisiti. La paura degli studenti è che questo modello aumenti ulteriormente la competizione e lo stress, come avvenuto in Francia, dove adottano un sistema di selezione simile. Inoltre, lievitano i costi per le famiglie: pensiamo a cosa può voler dire per uno studente affrontare le spese collegate a un percorso universitario (tasse, libri, casa in affitto per i fuorisede), senza neanche avere la certezza di poter continuare il percorso di lì a pochi mesi. Di fatto, l’incertezza aumenta, posticipando di sei mesi il momento in cui gli aspiranti medici scopriranno cosa ne sarà della loro carriera universitaria. E quindi del loro futuro.

L'articolo Accesso a medicina, quasi 65mila iscritti al semestre aperto. Ma il numero chiuso resta: 40mila dovranno rinunciare proviene da Il Fatto Quotidiano.

Autore
Il Fatto Quotidiano

Potrebbero anche piacerti