Addio a Stefano Casagranda, ex pro e campione di un ciclismo che non c'è più. Il ricordo e l'ultimo messaggio

  • Postato il 2 ottobre 2025
  • Di Virgilio.it
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Per chi ha seguito quel ciclismo, denso di talenti e figure di slancio, generosità come era Stefano Casagranda apprendere della sua scomparsa impone di misurarsi con il vuoto che uno sportivo così provoca. Nella sua comunità, nella federazione, in uno sport di sacrificio come questo. Avevamo appreso della malattia, letto le sue riflessioni e seguito il flusso dei suoi pensieri in una delle interviste, l’ultima, più autentiche e vere pochi giorni fa, appena.

Una parentesi talmente breve che sapere della sua morte ricolloca quelle dichiarazioni in una prospettiva differente, decisamente. Aveva 52 anni, Casagranda, e da quattro aveva scoperto di essere stato colpito da un tumore al colon e al fegato con il quale conviveva senza rinunciare a nuovi progetti.

Casagranda e il suo ruolo in Federazione

L’ex ciclista professionista, già vice presidente della Federciclismo trentina, nonché presidente dell’associazione Veloce Club Borgo Valsugana (dove era nato e cresciuto, anche sulle due ruote) e del comitato organizzatore della coppa d’Oro è morto ieri. Solo pochi giorni fa gli amici e gli ex compagni di squadra, tra cui Fabio Baldato (attuale ds di Tadej Pogacar), Simoni, Giorgio Furlan, Andrea Ferrigato, Daniel Oss e Francesco Moser e Giulio Pellizzari, compagno della figlia avevano partecipato a una festa, un saluto per stringersi a Stefano.

L’ex vice sindaco, al pari della Veloce Club hanno manifestato pubblicamente il loro dolore, per la perdita di Casagranda.

“Ci ha messo anima e cuore nel ciclismo – racconta con la voce rotta dalla commozione Luca Bettega, ex vice sindaco e assessore allo sport per 10 anni del Comune di Borgo Valsugana -. Stefano è stata una persona che ha dato tantissimo alla comunità, trovare le parole in questi momenti è veramente difficile. Vengono alla mente tante immagini, tanti ricordi, tanti aneddoti. Ti ringrazio per i suggerimenti, gli incoraggiamenti e gli stimoli sempre propositivi e costruttivi di questi anni. Ti ringrazio per tutto quello che hai dato e fatto per il Veloce Club Borgo e i suoi atleti. Ti ringrazio per il grandissimo esempio di dignità, coraggio e tenacia che ci lasci. Buon viaggio Champion”.

Una conferma indiretta, purtroppo, della sua scomparsa che si lega al senso del ricordo, postato sui social, da parte della sua associazione.

L’ultima intervista: prevenzione e amore per le due ruote

Nell’ultima intervista, rilasciata a Lello Ferrara, aveva affidato la sua esperienza e la convivenza con il cancro rinsaldando la richiesta di maggiore attenzione a sé, a quanti lo avrebbero letto. Ha parlato del suo cancro al colon e al fegato, di una situazione difficile, dell’importanza della prevenzione e della necessità e del desiderio di andare avanti.

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Chi era Stefano Casagranda

Forse non aveva vinto tanto, al pari di altri campionissimi con i quali aveva corso nei suoi anni da pro ma il suo nome è rimasto impresso nella memoria di quanti seguivano il ciclismo e i ragazzi in bici che arrivano da una terra magnifica, dove sono nati e hanno coltivato questa passione altri grandi delle due ruote.

Casagranda era nato a Borgo Valsugana il 23 marzo del 1973, dove era rimasto coltivando il suo amore per il ciclismo e aveva ricoperto dopo lo stop all’agonismo ruoli di rilievo, come accennato sopra.

Stefano è stato professionista dal 1996 al 2004 difendendo i colori della MG Boys, della Riso Scotti, della Amica Chips, della Alessio e della Saeco. Nel suo palmares una tappa della Parigi-Nizza del 1996, una della Hofbrau Cuop nel 1997, una del Giro del Trentino 1998, una della Vuelta Castilla y Leon nel 2000, una del Giro di Danimarca nel 2001 e una del Regio Tour nel 2002. Molti ricorderanno anche una caduta spaventosa, preoccupante al Giro che parve davvero in grado di pregiudicare tutto.

Un frame tratto dalle immagini dell’epoca della caduta

Una volta conclusa la carriera è sempre rimasto nel mondo delle due ruote sia con la sua attività che come appassionato e dirigente, come presidente del locale club e della Federciclismo trentina; è stato capace di iniziare alla medesima passione che lo aveva acceso da ragazzino i suoi figli: Andrea, ciclista della BePink e fidanzata di Giulio Pellizzari, e Niccolò, anche lui in passato corridore.

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