Addio ad Antonio Chessa, l’ex Comandante di Marassi: “Il volto umano del carcere”

  • Postato il 25 novembre 2025
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martinelli chessa

Genova. È scomparso a causa di un malore Antonio Chessa, figura storica della Polizia Penitenziaria ligure, che per molti anni ha ricoperto il ruolo di Comandante della Polizia Penitenziaria presso il carcere di Marassi.

La notizia della sua scomparsa ha destato profondo cordoglio in tutto il mondo penitenziario, dove Chessa era universalmente riconosciuto come “il volto umano del carcere”. Dopo aver maturato esperienze in diverse carceri d’Italia, l’Ispettore Superiore (già Maresciallo Maggiore Scelto del disciolto Corpo degli Agenti di Custodia) ha lasciato un segno indelebile per il suo approccio, basato sull’ascolto e sull’umanità, sia nei confronti del personale che dei detenuti.

“Era un ‘secondo padre’ per tanti poliziotti,” ricorda commosso Donato Capece, presidente nazionale dell’Associazione Nazionale Polizia Penitenziaria (ANPPE). Capece ne sottolinea la capacità di ascolto e la profonda umanità: “Antonio ascoltava tutti. Era un uomo che spiccava per la sua grande umanità, e pur nella fermezza del suo ruolo di Comandante, svolto sempre con grande rettitudine e passione, viene ricordato da tutti per la grande umanità che ha contraddistinto la sua vita e la sua carriera.”

Anche tra i detenuti era rispettato, proprio perché “lui, con i detenuti ci parlava, li ascoltava nei momenti più bui,” aggiunge Capece. Il suo impegno costante era quello di superare i confini delle mura carcerarie: “Il suo obiettivo è sempre stato quello di integrare la rigorosa istituzione penitenziaria nel contesto sociale e culturale della città. Lo ha fatto aprendo le porte del carcere.”

Dopo il pensionamento, Chessa aveva continuato il suo impegno sociale, venendo nominato presidente dell’ANPPE prima per la sezione di Genova e, successivamente, per l’intera Liguria.

Roberto Martinelli, segretario generale aggiunto del SAPPE (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria), lo ricorda come “un grande esempio di umanità e simpatia”. Martinelli evidenzia la grande amicizia e il rispetto reciproco che legavano i due, e l’entusiasmo con cui Chessa aveva accolto la proposta di fondare la sezione Anppe a Genova e in Liguria. “I ricordi sono tanti e per molti è stato come un padre, sempre disponibile. Per questo lo ricordiamo e lo ricorderemo tutti con grande affetto,” afferma Martinelli.

Il suo costante impegno era rivolto anche a valorizzare il ruolo degli agenti e il principio rieducativo della pena. “Ricordo quanto tenesse a cuore il ricordare sempre il determinante contributo delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria nell’attuazione del principio costituzionale della funzione rieducativa della pena per il possibile reinserimento nella vita sociale dei detenuti, nonostante le assai critiche condizioni del sistema carcerario,” conclude Martinelli.

Un altro suo caposaldo era il mantenere viva la memoria dei Caduti della Polizia Penitenziaria e delle Vittime del Dovere, troppo spesso, a suo dire, dimenticati. “Ben pochi coltivano la memoria di quanti sono Caduti e tramandano alle generazioni future il loro patrimonio di valori morali. Questo era anche uno dei suoi capisaldi nella vita associativa dell’ANPPE,” chiosa Martinelli.

A nome di tutta l’ANPPE, Donato Capece si stringe “al cordoglio della moglie e dei tre figli” per la perdita di “un altro pezzo di storia dell’amministrazione”.

Autore
Genova24

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