Addio all’ultima cabriolet di Volkswagen: si chiude un capitolo storico

  • Postato il 3 settembre 2025
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C’era un tempo in cui il vento tra i capelli non era un lusso da élite, ma un’esperienza possibile, concreta e quasi quotidiana. Bastava una chiave, una giornata di sole e una Volkswagen cabriolet per sentire che il mondo, in fondo, poteva ancora essere un posto libero. Un sogno, sì, ma a portata di tasche borghesi.

La storia delle “scoperte” di Wolfsburg inizia nel 1949, con una collaborazione che da sola basterebbe a scrivere un romanzo: Volkswagen e Karmann danno vita al primo Maggiolino Cabrio. Un’auto che sapeva di ripartenza dopo il disastro bellico, di spensieratezza, ma anche di carattere. Quel tetto in tela piegato sulla schiena sembrava un invito alla fuga, una porta aperta sull’orizzonte.

Da lì, una tradizione fatta di stile e accessibilità ha accompagnato intere generazioni. Dalle strade assolate della California alle coste del Mediterraneo, ogni decappottabile Volkswagen ha portato con sé un messaggio chiaro: goditi il viaggio, senza complicazioni. Come tante grandi storie d’amore, anche questa ha conosciuto l’amarezza della fine. E oggi, con l’uscita di scena della T-Roc Cabrio, si chiude un capitolo lungo oltre settant’anni. Nessuna versione scoperta della nuova generazione è (per ora) prevista. E forse, anche se la speranza è l’ultima a morire, non se ne vedranno più.

Maggiolino Cabrio: il mito eterno

Il Maggiolino Cabriolet dà origine alla leggenda delle Volkswagen en plein air. Nato nel dopoguerra, resta in listino fino al 1980, anche se il suo spirito non si estinguerà mai. Rinasce nel 2003 con il New Beetle Cabrio, e poi ancora una volta nel 2013, con un design più muscoloso ma sempre fedele alla sua identità originaria. Motori moderni, interni curati, e quel tetto in tela che continua a raccontare una storia fatta di libertà, romanticismo e un pizzico di follia. Fino al 2019 ha rappresentato l’alternativa poetica nel mondo dei crossover e delle berline tutte uguali. Poi, anche lui ha lasciato il palcoscenico.

Golf Cabriolet: la sportiva gentile

Tra le scoperte Volkswagen, la Golf Cabriolet è forse la più amata. Rappresenta l’equilibrio perfetto tra utilità e desiderio. L’ultima generazione, basata sulla Golf VI (2011–2016), è un inno alla versatilità: capote in tela, meccanica collaudata, e le versioni più spinte — GTI e R — che trasformano la dolce cabrio in una belva stradale da oltre 250 km/h. La sua bellezza era discreta, ma intensa. Come una ragazza che non cerca di farsi notare, ma che si ricorda per sempre. Le varianti precedenti – dalla prima firmata Karmann, alla terza, quarta e quinta generazione – sono tutte un inno alla gioia.

Eos: la decappottabile razionale

Nel 2006, Volkswagen prova a reinventare il concetto di cabriolet con la Eos. Il nome richiama l’aurora, ed è tutto un programma: una coupé che diventa spider, ma con la solidità di un tetto rigido in cinque sezioni. Un piccolo prodigio meccanico chiamato CSC (Coupe–Sunroof–Convertible), capace di unire eleganza e funzionalità. In fondo, è la moda del momento.

Dentro, l’atmosfera è da gran turismo, con interni curati e motorizzazioni importanti: si parte dal sobrio 1.4 TSI e si arriva fino al poderoso 3.6 V6 da 260 CV. Un’auto che non voleva solo piacere, ma convincere anche chi guardava con sospetto alle cabrio “da aperitivo”. Un modello per tutti, ma con ambizioni da prima della classe.

T-Roc Cabrio: l’ultimo respiro di libertà

Infine, la più recente e forse la più coraggiosa: Volkswagen T-Roc Cabrio, nata nel 2020. Un SUV scoperto, un ossimoro su quattro ruote. Alta, robusta, ma con l’anima leggera. Una scommessa, certo, ma anche un modo per tenere viva una fiamma in un mondo che sembra non avere più tempo per guidare solo per il gusto di farlo.

Oggi è l’ultima superstite di una filosofia che va scomparendo, ma il tempo è quasi esaurito data la presentazione della seconda generazione. Nessun’altra cabrio è prevista nella gamma. E forse è giusto così: ogni leggenda merita una fine degna. Adesso che le strade sono piene di SUV sempre più simili tra loro, che l’aria condizionata ha vinto sul vento in faccia, e che la guida è sempre più un mezzo e sempre meno un fine, resta solo un consiglio da dare: se incroci una Volkswagen cabrio, di qualunque epoca, salutala. Ti sta mostrando com’è fatta la libertà.

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