Addio ansia da ricarica arriva la “tanica” per le emergenze. Ma il prezzo? Folle
- Postato il 25 luglio 2025
- Auto Elettriche
- Di Virgilio.it
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L’avvento delle auto elettriche ha trasformato il nostro modo di concepire la mobilità ma, con la libertà di un motore silenzioso e zero emissioni, è emersa una nuova sfida: l’ansia da ricarica. Sebbene gli utenti più assidui imparino rapidamente a gestire l’autonomia del proprio veicolo e a individuare le stazioni di ricarica più affidabili, la percezione di poter rimanere senza energia in un luogo isolato persiste per molti scettici. È proprio in questo scenario che alcune aziende hanno iniziato a esplorare soluzioni estreme, come i grandi “powerbank” progettati per la ricarica d’emergenza direttamente su strada. Adesso, un’azienda croata, EV Clinic, ha spinto il concetto oltre ogni immaginazione, presentando un prodotto dal nome intrigante: il Not-a-Canister.
Una tanica che è un powerbank
Immaginate una tanica di benzina, ma di dimensioni considerevoli. Il Not-a-Canister si presenta proprio così: una grossa tanica dal design accattivante che, al suo interno, nasconde una tecnologia sorprendentemente innovativa. Non contiene carburante fossile, bensì una riserva di energia elettrica, alimentata da celle Panasonic 18650NMC riciclate. Proprio così: queste ultime provengono da batterie difettose di Tesla Model S, a cui è stata data una seconda vita.
Ma cosa può fare esattamente questo dispositivo? Il Not-a-Canister vanta una capacità totale di 5,2 kWh, con 4,2 kWh effettivamente utilizzabili per la ricarica. L’inverter Vitron integrato consente di erogare energia fino a 3 kW, permettendo una ricarica che, seppur non velocissima, può comunque rappresentare un salvagente in situazioni di emergenza. Per renderne il trasporto più facile, considerando le sue dimensioni e il peso ragguardevole, il dispositivo è dotato di ruote, come quelle di una valigia trolley. A completare il pacchetto c’è una presa a 230 V per ogni circostanza, utile anche per alimentare ulteriori dispositivi.
Un peso importante
Sebbene l’idea sia indubbiamente affascinante e potenzialmente salvifica, il Not-a-Canister si fa notare per alcuni limiti, legati soprattutto alla sua fisicità. Pesa, infatti, l’impressionante cifra di 50 kg. Un rapporto con la bilancia che rende le ruote non un optional, ma una necessità per qualsiasi spostamento. Non è tutto perché le sue dimensioni sono tali da occupare l’intero bagagliaio di un’auto. Si pone quindi una domanda naturale: chi rinuncerebbe a una porzione significativa, se non alla totalità, del proprio bagagliaio per portarsi dietro un peso aggiuntivo così ingente? Difficile fare una previsione, anche se è ipotizzabile che ritagliarsi una breccia nel mercato sia molto difficile. Una zavorra di 50 kg, infatti, potrebbe togliere ulteriore autonomia a un’elettrica.
A questo si aggiunge un altro fattore non trascurabile: il costo. Per portare a casa questo oggetto sono necessari ben 4.999 euro. Una cifra elevata che, unita alle sfide logistiche di peso e ingombro, spinge a riflettere sulla sua effettiva utilità nel contesto per cui è primariamente proposto. Curiosamente, il Not-a-Canister potrebbe avere un senso molto diverso se impiegato al posto di un tradizionale gruppo elettrogeno a diesel. In quel contesto, la sua natura di powerbank silenzioso e senza emissioni potrebbe brillare, offrendo un’alternativa più ecologica. Tuttavia, come semplice “tanica” per BEV, il suo posizionamento nel mercato resta un punto interrogativo. Almeno a queste condizioni.