Addio Hulk Hogan, leggenda del wrestling e fan di Trump

  • Postato il 24 luglio 2025
  • Estero
  • Di Agi.it
  • 1 Visualizzazioni
Addio Hulk Hogan, leggenda del wrestling e fan di Trump

AGI - C'era qualcosa di profondamente americano in Hulk Hogan, scomparso a 71 anni in Florida per arresto cardiaco, maschera epica che affondava le radici nei rituali perduti dei rodei e nelle urla dei predicatori da tenda evangelica.

Le origini e l'identità di Hulk Hogan

Hogan, il cui vero nome era Terry Gene Bollea, nato ad Augusta, Georgia, da padre di origini italiane che lavorava come muratore, Peter Bollea, e da madre di origine scozzese e francese, Ruth Moody, insegnante di danza e casalinga, a differenza di altri wrestler, tipo Tony D'Angelo, non ha mai costruito la sua immagine pubblica sull'origine italiana, ma sull'identità americana: era l'eroe biondo, il simbolo del patriottismo da fumetto Marvel.

Il mito del gigante scolpito

Hogan è stato un gigante scolpito nel mito, muscoli che parevano levigati dalla furia di un dio del wrestling televisivo, l'uomo delle birre ghiacciate e dei tramonti in Florida, dove si era ritirato e da cui era uscito l'anno scorso per partecipare alla convention Repubblicana, dando vita dal palco a una furiosa celebrazione della candidatura di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti. Con i baffi biondi e il foulard indossato come una reliquia da motociclista, Hogan non lottava e basta, celebrava un'eucaristia pagana, una liturgia del corpo. Ogni mossa sul ring era un'esplosione di testosterone ritualizzato, ma anche una benedizione della tv via cavo.

Dietro la maschera: l'uomo e il personaggio

Ma dietro quella teatralità da colosso, dietro il "brother" ripetuto come un mantra da predicatore stradale, c'è stata anche l'eco tragica di un uomo che non è mai potuto uscire dal personaggio che si era costruito e che il suo pubblico non ha mai voluto mettere da parte. Il wrestler era il messia di una nazione in cerca di padri, di eroi semplici e invincibili, e l'America gliel'ha chiesto ogni giorno, fino all'ultimo, quando è stato colto da arresto cardiaco, portato d'urgenza in ospedale dove è poi morto, senza riprendere conoscenza. Gli dicevano: Hulk, devi essere il più grande di tutti. E lo è stato fino a quando non è scomparso, con una notizia che è arrivata come un lampo nel silenzio.

Hogan: il Superuomo americano tra gloria e controversie

Alla fine Hogan è stata la versione ruvida e radioattiva del Superuomo americano, impastato di anfetamine culturali, gloria plastificata e solitudine da camerino, idolo di generazioni di tifosi in tutto il mondo, modello per milioni di bambini, ma anche personaggio controverso, coinvolto negli anni '90 nel grande scandalo degli steroidi. Hogan ammise l'uso di anabolizzanti e questa storia ne offuscò per un po' l'immagine. E poi scandali sessuali, come un video sessuale rubato, frasi razziste che portarono alla sua espulsione dal WWE, la più grande organizzazione di wrestler. Solo nel 2018 era stato gradualmente riammesso.

Hogan: cinema, musica e reality show

Anche il cinema ha avuto la sua parte: Hogan è stato protagonista di una serie di film diventati culto, soprattutto "Rocky III", "Suburban Commando" (in Italia con il titolo "Cose dell'altro mondo"), "Mr. Nanny" ("Missili per casa") e "No holds barred" ("Senza esclusione di colpi"), e ha avuto un suo reality show, dal titolo "Hogan knows best". Nella sua carriera anche un album musicale, inciso nel '95, "Hulk rules", un misto di hard rock e propaganda motivazionale, impasto artistico che poteva apparire surreale ma tagliato su misura per un uomo che è stato tutto e il suo contrario, e mai con moderazione.

Clicca qui e iscriviti al nostro canale Whatsapp! Le notizie dell'Agenzia Italia ora anche sul tuo smartphone

Continua a leggere...

Autore
Agi.it

Potrebbero anche piacerti