Adolfo “Lollò” Cartisano 32 anni dopo l’assassinio

  • Postato il 22 luglio 2025
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22 luglio. Nel giorno in cui ricorre il trentaduesimo anniversario del rapimento e dell’assassinio di Adolfo “Lollò” Cartisano, il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani intende rinnovare il proprio impegno nella trasmissione di una memoria viva, consapevole, radicata nei territori e capace di tradursi in educazione alla legalità e alla giustizia sociale.
Cartisano, fotografo e uomo di sport, fu sequestrato il 22 luglio 1993 a Bovalino (RC), nel cuore di una Calabria in cui la presenza asfissiante della ‘ndrangheta tentava di soffocare ogni forma di libertà. La sua uccisione – avvenuta dopo il pagamento di un riscatto – non fu un “errore” di percorso, ma l’esito tragico di una scelta etica: quella di non piegarsi alla violenza, di non retrocedere di fronte alla minaccia, di continuare a credere nella possibilità di un’altra Calabria. Dieci anni più tardi, grazie al coraggio e alla determinazione della figlia Deborah Cartisano, i suoi resti furono ritrovati ai piedi di Pietra Cappa, divenuta da allora luogo simbolico della resistenza civile contro la criminalità organizzata.
La vicenda di Cartisano non appartiene solo alla cronaca giudiziaria o alla storia locale, ma è parte integrante della narrazione civile del nostro Paese. È una storia che interpella le coscienze, che ci ricorda quanto alta possa essere la posta in gioco quando si sceglie la dignità anziché il silenzio. Cartisano rappresenta, a pieno titolo, una delle figure emblematiche della lotta non armata contro la mafia: la sua testimonianza, raccolta oggi nella marcia dei “Sentieri della Memoria”, è divenuta punto di riferimento per giovani, studenti, docenti, associazioni e istituzioni impegnate in percorsi educativi fondati sulla cultura dei diritti umani.
Il Coordinamento ritiene fondamentale che episodi come quello di Lollò Cartisano siano inseriti stabilmente nella progettualità didattica delle scuole italiane, attraverso iniziative che uniscano conoscenza storica, riflessione etica e protagonismo giovanile. Educare alla cittadinanza, infatti, significa anche rendere giustizia a chi ha pagato con la vita l’affermazione di principi non negoziabili: la legalità, il rispetto della persona, la libertà di scelta.
In questo anno in cui ricorrono vent’anni dal ritrovamento della salma di Cartisano, grazie a una lettera anonima giunta dopo incessanti appelli pubblici, ci uniamo al lavoro infaticabile portato avanti dalla famiglia, da Libera, dalle comunità locali e da tutti coloro che hanno trasformato il dolore in seme di consapevolezza.
La memoria non è semplice commemorazione: è azione politica e culturale, è struttura portante della convivenza democratica. Ed è compito della scuola non solo preservarla, ma trasmetterla, attualizzarla, trasformarla in linguaggio civile e in progetto di futuro.
prof. Romano Pesavento
presidente CNDDU

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Photocover: Adolfo Cartisano – Romano Pesavento

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