Adrien Rabiot si ricongiunge a Max Allegri ma in un Milan in cerca d'autore, polemiche, conflitti e frasi celebri di cavallo pazzo
- Postato il 11 settembre 2025
- Di Virgilio.it
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Prima di affermare che Adrien Rabiot sia uno di quei giocatori da annoverare nel club dei fedelissimi di Max Allegri, sarebbe opportuno osservare come e se si confermerà l’intesa dimostrata all’epoca della Juventus. Il francese, giocatore desiderato e stimato dall’allenatore, sarebbe in procinto di chiudere l’accordo giunto a Milano per i consueti test, visite e poi quel che è ovvio.
In simili circostanze, la squadra potrebbe cambiare volto, acquisire quell’inventiva e opportunismo che si imputano a un personaggio emblematico, fuori dagli schemi a livello di comunicazione.
- Adrien Rabiot, la nascita di cavallo pazzo
- Insulti e polemiche
- Il ruolo di sua madre Veronique
- Il mondo del calcio
- Rabiot al Milan
Adrien Rabiot, la nascita di cavallo pazzo
Adrien è uno di quelle figure, nel variegato panorama calcistico, che qualunque cosa dica o faccia non riesce a risultare banale. Per diretta espressione o per interposta persona, di solito la madre-agente Veronique, ha segnato le modalità di gestione della propria comunicazione con ripercussioni spesso enfatizzate dai social. E non a torto, visto l’indubbia capacità provocatoria, quell’indole polemica che non gli manca e che la mamma spende con puntualità.
Nulla è lasciato cadere. Nulla è trascurato e quando c’è da esporsi Rabiot lo ha fatto assumendosi le conseguenze di quanto affermato. Forse alle origini di quel nomignolo, cavallo pazzo, ha origine proprio in quel Psg che vantava un numero di campioni impressionante ma che non era ancora vicino all’obiettivo Champions.
Insulti e polemiche
Uno dei casi più eclatanti è stato il ritorno di Adrien, in vista della sfida tra il Psg e l’Olimpyque Marsiglia squadra che ha poi lasciato dopo un conflitto dai toni aspri.
Il ritorno al Parco dei Principi da avversario da parte di Rabiot, l’ex prodigio che a parametro zero andò proprio alla Juventus nel 2019 non è stato affatto trascurabile, anzi. L’addio turbolento aveva già scatenato i tisi che si sentirono traditi dalla scelta di trasferirsi nella città sabauda. L’apoteosi si è toccata quando Rabiot ha scelto di tornare in Francia, ma al Marsiglia, la squadra rivale per eccellenza e che pare avesse messo ai limiti delle proprie prospettive.
Allora sono stati striscioni offensivi, fischi e non solo ogni volta che Rabiot toccava palla. E anche una sequenza di frasi che hanno toccato rabiot negli affetti più cari, dettando lo sfogo social del centrocampista:
“Insultare una madre e un padre defunto… Tutto avrà un prezzo un giorno. Nasser (Al-Khelaifi, il presidente del Psg), puoi avere tutti i soldi del mondo e anche di più, ma la classe non si compra”, il post su Instagram e la frase passata alla storia rivolta al numero 1 del suo ex club.
Per un giocatore che porta il cognome della madre, per sua scelta, e si è affidato a lei da quando ha compiuto la maggiore età per una carriera che da principio era da potenziale Top 10 a livello europeo. Ed era poco più che un ragazzino al Manchester City.
Il ruolo di sua madre Veronique
Dose rincarata anche dalla madre Veronique, che non si risparmia quando c’è da esternare. Come in un’intervista rilasciata al quotidiano sportivo per definizione, in Francia, L’Equipe a cui ha affidato una difesa che preparava all’ennesimo colpo di scena che ha interessato Rabiot. “Leggo cose in cui non mi riconosco affatto. Non siamo vendicativi o arrabbiati. La mia priorità è Adrien. Voglio solo che faccia la carriera che desidera”.
“Se avessimo voluto un sacco di soldi, saremmo rimasti al Psg. Non accetto commissioni, non me lo permettono. Quindi sì, cerco di negoziare i migliori contratti. Quando Adrien è andato al Marsiglia la gente pensava che sarebbe dovuto andare in un club più grande. Aveva altre offerte, ma alla fine ha scelto così”, affermava la mamma-agente.
Vittima di insulti davvero sgradevoli e sessisti, durante la contestata vicenda citata dal figlio il quale, dopo gli insulti destinati alla madre, aveva chiesto l’interruzione della partita a causa delle pesanti frasi rivolte a Veronique, responsabile stando a una visione tribale, per toni e modalità. La replica sui social è stata nettissima, senza alcuna incertezza.
Rabiot all’epoca della Juventus
Il mondo del calcio
Pare che non risparmi osservazioni anche a dirigenti sportivi e dei club, Veronique. “Mi stava spiegando dove avrebbe giocato suo figlio”, le parole che Bruno Satin ha rivelato durante il programma After Foot su RMCSport.
“Viene consigliato dalla mamma e questo dimostra quanto è importante farsi assistere da professionisti perché se fosse stato assistito da un professionista sarebbe nella top 10 europea”. E ancora, per aggravare la natura del loro rapporto: “Ho parlato con il direttore sportivo dell’Atlético Madrid a fine luglio e mi ha detto ‘Ho avuto due conversazioni con la madre e le ho interrotte subito perché mi stava spiegando dove avrebbe giocato suo figlio’. Stanca rapidamente tutti i professionisti, è insopportabile”.
Ma Veronique non cede a nulla e a nessuno, consapevole che nel calcio sopravvive quel gender gap che – suo malgrado – sta ostinatamente scansando anche con una gestione degli interessi di Adrien discussa. “Devi essere un uomo per fare l’agente? Ci sono donne che gestiscono la carriera di un calciatore?”, ha dichiarato a sottolineare quanto sia controverso, in un presente in cui la discriminazione di genere pare sia un tema da analizzare nell’ambiente, il suo ruolo.
Rabiot al Milan
Adesso Rabiot arriva a Milano, per intraprendere un percorso che con il Milan dovrebbe investirlo di una centralità nel progetto paragonabile a quanto costruito negli anni agli Juventus. In un’intervista recente, rilasciata nel giugno scorso, alla Gazzetta aveva dichiarato la sua disponibilità al trasferimento in stima dell’operato di Allegri, e, in particolare, della “sua mentalità vincente”, un dettaglio che ha rimarcato.
La relazione con gli allenatori non è stata sempre serena, nel suo passato: celebre la complessità dei suoi rapporti con i ct che si sono susseguiti sulla panchina francese, prima Laurent Blanc poi Didier Deschamps con il quale la stessa mamma non ha trovato davvero un confronto. Lo chiamano cavallo pazzo, un motivo ci sarà.
Alla Juventus, è giunto con pressione e aspettative che la mamma Veronique ha gestito a partire dalla vicenda del suo arrivo in aeroporto divenuta celebre. “Non ho rimpianti. Sono sempre stato felice delle scelte che ho fatto. Al Psg ho vinto, alla Juve ho vinto e ho imparato molto”.