Affidopoli: associazioni inventate, l’opposizione chiede spiegazioni a Bardi
- Postato il 11 ottobre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Affidopoli: associazioni inventate, l’opposizione chiede spiegazioni a Bardi
Affidopoli diventa un caso politico, «l’accaduto non può passare sotto silenzio», l’opposizione (Pd, M5s e Psi) chiede a Bardi di «verificare e chiarire» sulle commesse alle finte associazioni.
POTENZA – E’ arrivato il momento che il governatore Bardi rimetta la divisa da finanziere e indaghi su quanto sta accadendo. A chiederlo, ieri, sono stati i consiglieri regionali di Pd, M5s e Psi dopo le rivelazioni de l’Altravoce-Quotidiano della Basilicata sulle commesse affidate da Regione, Acquedotto lucano, Agenzia regionale per l’ambiente e Parco nazionale dell’Appennino a due fantomatiche associazioni in odore di crimine informatico. «Crediamo che sia nell’interesse del presidente Bardi chiarire quanto sollevato (…) a mezzo stampa in materia di affidamenti». Questo l’incipit di una nota di Alessia Araneo (M5s), Antonio Bochicchio (Psi), Roberto Cifarelli (Pd), Piero Lacorazza (Pd), e Viviana Verri (M5s). Poche righe diffuse dopo un lungo e difficile confronto all’interno della minoranza consiliare. Se si guardano le firme, d’altro canto, spicca l’assenza di quelle di Angelo Chiorazzo e Giovanni Vizziello (Bacc).
«Non tocca a noi entrare nei singoli fatti di gestione e sulla legittimità degli atti – così ancora Araneo, Bochicchio, Cifarelli, Lacorazza e Verri – ma abbiamo atteso l’intera giornata nella speranza che arrivasse una qualche dichiarazione di eventuale precisazione, anche perché non siamo giudici o arbitri. Gli argomenti sollevati, tuttavia, non possono passare sotto silenzio ed è la ragione per la quale, in prima battuta, sollecitiamo un chiarimento». L’appello al governatore, insomma, è a rompere il silenzio su una vicenda difficile da archiviare con un’alzata di spalle. Con l’avvertimento, implicito, che in caso contrario potrebbe essere formalizzata un’interrogazione al riguardo.
LA GENESI DELLO SCANDALO AFFIDOPOLI CHE TRAVOLGE BARDI: DALLA SHAKE SRLS ALLE ASSOCIAZIONI MISTERIOSE
L’inchiesta del Quotidiano sull’ “affidopoli lucana” è iniziata agli inizi di ottobre da un affidamento diretto del Comune di Potenza, amministrato da una giunta di centrosinistra, a una ditta di Lamezia Terme, la Shake srls. Da una verifica nella banca dati della Camera di commercio, infatti, è emerso che la Shake srls non si è mai iscritta al registro delle imprese per attività come quelle commissionatele a giugno dall’amministrazione del capoluogo. Al prezzo di poco meno di 29mila euro. Vale a dire il rifacimento della copertura della palestra della scuola comunale Sinisgalli. Nei mesi precedenti, però, il nome della Shake srls era già balzato agli onori delle cronache per altri affidamenti diretti nel suo settore principale di attività, la comunicazione.
In particolare un affidamento per «attività di comunicazione promozione e altre attività connesse del Parco attraverso i social network, i media e la stampa» da 114mila euro, datato giugno 2024, da parte del Parco nazionale dell’Appennino lucano. Più altri due affidamenti più piccoli, da 11mila euro cadauno, dall’Agenzia regionale per l’ambiente. Di qui la curiosità per un’associazione fondata a novembre dell’anno scorso, che tra agosto e settembre attraverso il Mercato elettronico della pubblica amministrazione è riuscita a ottenere, a sua volta, 155mila euro di affidamenti diretti dal duo Arpab-Parco dell’appennino lucano.
AFFIDOPOLI E BARDI: I FANTASMI DELL’AZZARDO INFORMATICO, LE COMMESSE A “MEDIAMENTE” E “COOPERARE”
“Mediamente”, questo il nome dell’associazione di base a Torino, al registro delle imprese risulta guidata da una misteriosa 46enne argentina, “Maria Lìa Bagnoli”, dal 43enne “Dominik Lutz”, austriaco di Melk, e dal 39enne “Can Sinistar Gokhan”, naturalizzato austriaco ma nato in Turchia. Tutti e tre irreperibili. Alla Camera di commercio, però, la presidente Bagnoli risulta guidare una seconda associazione, “Cooperare”, che a fine agosto è riuscita a ottenere anch’essa un affidamento da 113mila euro dall’Arpab in materia di sicurezza informatica. In particolare per la «definizione dei modelli per la valutazione del rischio, definizione del processo di backup&restore; delle attività collegate alla gestione e risposta agli incidenti di sicurezza».
E poi per «costituzione del Red team; definizione di gestione degli incidenti cyber, definizione del playbook; definizione del processo di gestione dei log, monitoraggio delle minacce». Un affidamento di pari data e oggetto molto simile, a ben vedere, a quello della gemella “Mediamente”, incaricata dall’Arpab della «definizione e pianificazione delle attività di potenziamento per la gestione delle identità digitali e degli accessi logici», e dell’«applicazione dei nuovi modelli di governante definiti» e «delle politiche di accesso e dei nuovi standard di “user & role management”».
IL SOSPETTO DEL FRAZIONAMENTO DEGLI APPALTI E IL FURTO DI IDENTITÀ
Più di un indizio, insomma, per pensare di un frazionamento artificioso per non superare la soglia dei 140mila euro oltre la quale la legge prevede che gli appalti vengano affidati a seguito di gara aperta a più operatori. A trasformare il caso in un potenziale scandalo, tuttavia, è stato quanto dichiarato dai soci fondatori indicati nell’atto costitutivo di “Cooperare” che il Quotidiano è riuscito a contattare. Tutti e tre hanno disconosciuto le firme apposte denunciando un furto d’identità. In totale valgono 350mila euro le commesse pubbliche che le 2 associazioni sono riuscite ad accaparrarsi in 10 mesi di attività. Tutte in Basilicata e in parte già svolte da misteriosi referenti locali. Anche se a denti stretti negli uffici degli enti committenti si parla di altre ditte riconducibili ad amici e amici degli amici di amministratori e vertici politici. l.a.
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Affidopoli: associazioni inventate, l’opposizione chiede spiegazioni a Bardi