Affidopoli lucana, falsi pure i certificati

  • Postato il 26 ottobre 2025
  • Notizie
  • Di Quotidiano del Sud
  • 1 Visualizzazioni

Il Quotidiano del Sud
Affidopoli lucana, falsi pure i certificati

Affidopoli lucana: scoperti «gravi illeciti» e certificati falsi; Parco Appennino revoca la commessa a una delle finte associazioni assoldate da Al, Regione e Arpab


POTENZA – E’ la commessa da 64mila euro netti per la promozione del Parco nazionale dell’Appennino la prima vittima dell’“Affidopoli lucana”.

L’ANTEFATTO

La novità è arrivata a due settimane di distanza dalle rivelazioni sulle commesse per 350mila euro affidate in meno di 10 mesi a due fantomatiche associazioni guidate da una misteriosa argentina, un inafferrabile turco e un giovane austriaco da parte di Regione Basilicata, Acquedotto lucano, Arpab e Parco Appennino. Tre settimane di distanza dalla prima notizia sui lavori edili in una scuola di Potenza affidati dal Comune a una ditta di comunicazione di amici degli amici del sindaco Vincenzo Telesca, manco iscritta al registro delle imprese per questo tipo di attività.

LE VERIFICHE

A confermare quanto emerso dall’inchiesta del Quotidiano, incluso il mistero sul reale beneficiario delle commesse in questione, sono state le verifiche avviate dal direttore del Parco, Giuseppe Luzzi, sui certificati prodotti dall’associazione “Mediamente”, di base in un ufficio condiviso a Torino.
Dopo il clamore suscitato dal caso delle finte associazioni, infatti, negli uffici dell’ente è arrivata una mail di “Mediamente” con i documenti richiesti per la stipula del contratto. Una stipula a posteriori, a ben vedere, perché l’affidamento della commessa risulta datato 22 settembre e le prestazioni richieste sono state già rese in occasione della tre giorni di incontri intitolata Naiadi e organizzata sul lago Sirino dal 3 al 5 ottobre.

BOTTA E RISPOSTA

I responsabili del Parco hanno deciso di non dare nulla per scontato. Quindi hanno contattato, il giorno stesso in cui hanno ricevuto i documenti, la società che risultava aver emesso il certificato sul rispetto della parità di genere in azienda.
Sorpresa.
«Sustainy organismo di certificazione con nota del 14 ottobre 2025 (…) ha dichiarato di non aver mai emesso alcuna certificazione all’operatore “Mediamente”». Questo si legge nella determina di revoca dell’affidamento inserita nell’albo pretorio del parco venerdì 24 ottobre.

Ma non è finita. Perché a quel punto dal Parco hanno chiesto chiarimenti a “Mediamente”, che ha provato, sempre via mail, a disinnescare la bomba. Sostenendo che «per mero errore materiale il consulente che ha seguito la pratica» aveva allegato quel certificato non richiesto. Sicché non andava considerato, fasullo o meno che fosse. Come non andavano considerati altri due atti allegati «per mero errore materiale» al Dgue (Documento di gara unico europeo), che è l’autodichiarazione prevista per tutte le commesse di importo superiore ai 40mila euro. Vale a dire i certificati sull’adozione di idonei sistemi di gestione della qualità e del rischio di attacchi informatici.

L’AMMISSIONE

Nella comunicazione inviata al Parco, trascritta nella determina di revoca della commessa, si legge che “Mediamente” avrebbe ammesso che anche queste ultime due certificazioni «non sono in possesso della nostra società». Un’ammissione sorprendente se si pensa che tra gli altri affidamenti diretti di cui è stata beneficiaria ce n’è anche uno da 91mila euro per il rafforzamento della cyber informatica dell’Agenzia regionale per l’ambiente della Basilicata (Arpab).

PARADOSSO ARPAB

Ne consegue che quest’ultima avrebbe affidato il «potenziamento» del sistema di gestione «delle identità digitali e degli accessi logici» alle sue risorse informatiche e altro a un’associazione priva di certificazione sull’adozione di idonei sistemi di gestione dei suoi propri rischi informatici.

«FIDUCIA VENUTA MENO»

«La condotta posta in essere dall’operatore economico (presentazione in gara non solo di una dichiarazione il cui contenuto è stato smentito dalle verifiche di ufficio ma anche di ben 3 certificazioni inesistenti) integra la fattispecie di grave illecito professionale e impatta sul rapporto di fiducia con la stazione appaltante». Queste le conclusioni rassegnate in determina dal direttore del Parco dell’Appennino lucano.
«L’operatore economico ha confermato che non possiede nessuna delle 3 certificazioni dichiarate nel Dgue e materialmente allegate in sede di gara». Aggiunge Luzzi. «Il possesso delle 3 certificazioni è stato, tra l’altro, uno degli elementi che hanno determinato la scelta dell’operatore».

LA SEGNALAZIONE

Dagli uffici di Marsiconuovo ricordano che il codice degli appalti prevede che «in caso di presentazione di falsa dichiarazione o falsa documentazione, nelle procedure di gara e negli affidamenti di subappalto» la stazione appaltante ne dia comunicazione all’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), «che, se le ritiene rese con dolo o colpa grave tenuto conto della rilevanza o della gravità dei fatti oggetto della falsa dichiarazione o della presentazione di falsa documentazione, dispone l’iscrizione nel casellario informatico ai fini dell’esclusione dalle procedure di gara e dagli affidamenti di subappalto (…) per un periodo fino a due anni».
Per questo, oltre «ad annullare l’esecuzione contrattuale e revocare l’aggiudicazione» alla “Mediamente”, dal Parco annunciano l’invio «alle competenti autorità per i provvedimenti di competenza».

L’ANTICIPO

Nulla si dice, invece, quanto all’anticipo di 20mila euro versato all’associazione sulla fiducia, «nelle more dell’espletamento dei controlli, attesa l’esigenza di realizzare una concreta azione di visibilità del Parco». Come pure sull’identità dei suoi referenti locali, che hanno operato materialmente per la riuscita della tre giorni di Naiadi, e che con ogni probabilità sono i reali beneficiari delle commesse alle due organizzazioni gemelle: “Mediamente” e “Cooperare”. Oltre che gli autori dei certificati finti e di tutta la messinscena.

I NON DETTI

Gli indizi, sempre maggiori, continuano a puntare verso imprenditori locali che sostengono i vertici politici degli enti appaltatori. Ma dal parco nazionale, sulla questione, non aggiungono altro.

Il Quotidiano del Sud.
Affidopoli lucana, falsi pure i certificati

Autore
Quotidiano del Sud

Potrebbero anche piacerti