Affidopoli lucana, Potenza: soldi veri a finte associazioni

  • Postato il 9 ottobre 2025
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Affidopoli lucana, Potenza: soldi veri a finte associazioni

Si allarga l’Affidopoli lucana, dal Comune di Potenza a via Verrastro lo scandalo degli affidamenti diretti, con commesse anomale per 350mila euro: soldi veri a finte associazioni. Nascosti i veri beneficiari. I presunti soci di una delle associazioni: «Ignari di tutto». Da Arpab, Al, Dipartimento Ambiente e Parco Appennino a 2 strane entità guidate da un turco, un austriaco e un’argentina.


di LEO AMATO POTENZA – Prendi 200mila euro per la cyber-sicurezza all’Arpab, più altri 150mila euro di appalti vari di Acquedotto lucano spa, Parco nazionale dell’Appennino e Regione Basilicata. Spezzetta il necessario a evitare le gare. Nascondi il reale beneficiario affidando tutto a finte associazioni, in odore di crimine informatico, dirette da un fantomatico un turco, un giovane austriaco e una misteriosa signora argentina. Lascia riposare nei palazzi presidiati, sulla carta, da un ex generale della Finanza. Prega che la polizia giudiziaria non se ne accorga.

L’AFFIDOPOLI LUCANA: GLI AFFIDAMENTI “SPEZZETTATI” PER EVITARE LE GARE

E’ questa la ricetta dell’ultimo filone, fresco fresco, dell’inchiesta giornalistica sull’affidopoli lucana. Dopo i finti operai di ditte non edili, riconducibili ad amici e amici degli amici del sindaco di Potenza, inviati a fare lavoretti nelle scuole del Comune capoluogo. A svelarlo a l’Altravoce-Quotidiano della Basilicata è stata ancora una volta la Banca dati degli contratti pubblici dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac). Nei giorni scorsi, infatti, sul portale ad accesso pubblico dell’Autorità è apparso un nuovo affidamento diretto da 65mila euro concesso il 25 settembre dal Parco nazionale Appennino lucano Val d’Agri Lagonegrese” all’associazione “Mediamente”, per «ideazione, progettazione e realizzazione di eventi finalizzati a dare visibilità alle azioni di tutela e promozione» dell’ente.

Un oggetto molto simile, quindi, all’«attività di comunicazione promozione» del Parco affidata a giugno del 2024 per 114mila euro alla Shake srls di Lamezia Terme. E una ditta, quest’ultima, oltremodo chiacchierata per le sue cointeressenze col gruppo editoriale potentino della famiglia Postiglione, a cui continua a prestare i suoi servizi legali l’attuale presidente del Parco, Antonio Tisci.

COME E’ INIZIATA, OLTRE 217 MILA EURO ALLA SCONOSCIUTA “MEDIAMENTE”

La scorsa settimana a scoperchiare il primo filone dell’affidopoli lucana era stato proprio un affidamento da 30mila euro alla Shake srls per i lavori di riparazione del tetto della scuola comunale Sinisgalli, a Potenza. Un affidamento diretto, sulla fiducia, nonostante i lametini non risultino iscritti al registro delle imprese per attività di questo tipo, ma soltanto come agenzia di stampa e comunicazione. Inevitabile, quindi, la curiosità sugli eredi della commessa per la «promozione» del Parco dell’Appennino. Curiosità destinata a essere appagata oltre ogni immaginazione. Incrociando documenti e testimonianze che il Quotidiano è riuscito a raccogliere. Tra Firenze, Riccione e negli Emirati Arabi.

“MEDIAMENTE”

Per la banca dati dell’Anac quello dell’ente parco valdagrino sarebbe stato il terzo affidamento diretto di cui ha beneficiato “Mediamente” dalla sua iscrizione al registro delle imprese di Torino, avvenuta a gennaio 2025. In meno di 10 mesi, pertanto, questa sconosciuta associazione senza scopo di lucro con sede legale in un ufficio condiviso al Lingotto, nell’ex periferia sud est del capoluogo sabaudo, non solo sarebbe riuscita ad accaparrarsi tre affidamenti diretti per 217mila euro. Ma tutti e tre in terra lucana. Il primo da 61mila euro, a marzo 2025, da parte di Acquedotto lucano spa e per «servizi di agenzia di stampa per comunicazioni crisi idrica e bonus idrico». E il secondo da 91.050 euro da parte dell’Arpab (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Basilicata, ndr) per «consulenza sicurezza/consulenza cyber».

La stessa Arpab che per una singolare coincidenza si era già mostrata a sua volta oltremodo generosa con i lametini della Shake srls, affidandole i servizi di comunicazione web per 11mila euro, a ottobre del 2024, e il «servizio presstoday» per altri 11mila euro, a giugno 2025. Infine la commessa del Parco nazionale dell’Appennino. Inutile chiedere ad Acquedotto lucano spa, o all’Arpab, come sia stata individuata “Mediamente” tra i tanti operatori economici potenzialmente interessati a offrire i loro servizi.

LE REPLICHE DEL DG ARPAB

«Non so. Credo che se ne siano occupati gli uffici». Risponde il dg dell’Agenzia regionale per l’ambiente, Donato Ramunno. Inutile cercare ulteriori affidamenti nelle restanti 19 regioni italiane perché non ce ne sono. Nemmeno lì in Piemonte dove risulta insediata questa associazione di professionisti. E inutile cercare un sito internet o un recapito telefonico perché in rete non ve n’è traccia. «Mica è obbligatorio tenere un sito internet. Tu scrivi per un giornale di cui io non so neanche chi sono gli editori, che non ha una sede in Basilicata. Che significa?» Così risponde stizzito Ramunno, ignorando che l’editore de l’Altravoce è indicato, per legge, nella gerenza pubblicata all’interno di ogni singola edizione del quotidiano.

Se poi si dà un’occhiata ai documenti depositati al registro delle imprese l’apparenza dell’associazione “Mediamente” inizia a sgretolarsi. E si fa impellente il bisogno di accertare il vero beneficiario delle commesse lucane. Al di là dei soliti sospetti e di qualche traccia, suggestiva, che non può sfuggire.

L’AFFIDOPOLI LUCANA: LA MISTERIOSA ARGENTINA, IL TURCO E L’AUSTRIACO

Il presidente dell’associazione, che è anche l’unica persona autorizzata a operare sui conti correnti? Una 46enne nata in una regione centrale dell’Argentina ma naturalizzata italiana, “Maria Lìa Bagnoli”. Come l’attrice “Maria Lia Bagnoli” che sui social pubblicizza le sue ultime collaborazioni artistiche oltreoceano. E gli altri membri del comitato esecutivo? Il 43enne “Dominik Lutz”, austriaco di Melk, e il 39enne “Can Sinistar Gokhan”, naturalizzato austriaco anch’egli, pur essendo nato in Turchia in un’inesistente cittadina di nome “Kartan”, che al massimo ricorda un quartiere di Istanbul chiamato “Kartal”.

L’ASSOCIAZIONE GEMELLA

Inutile cercare profili sui social ricondubili ai due dirigenti di “Mediamente”, anche sulle piattaforme più in voga tra i professionisti. Inutile effettuare una ricerca coi loro nomi nel registro delle imprese, dove risultano entrambi dei perfetti sconosciuti. Se invece si effettua un’interrogazione sulla signora Bagnoli il risultato è sorprendente. Perché salta fuori un’altra associazione, “Comunicare”, di recente iscrizione al registro delle imprese e di base in un ufficio condiviso. Solo che questa volta a Firenze, in via Belfiore 10. E se si interroga la banca dati Anac su quest’altra associazione guidata dal terzetto argentino-turco-austriaco Bagnoli-Lutz-Gokhan? Voilà. Ecco spuntare altri due affidamenti diretti da 127mila euro complessivi dalla generosa Basilicata. E nient’altro da nessuna delle altre 19 regioni italiane.

Il primo, da 14.800 euro, fa riferimento all’organizzazione per conto del Dipartimento ambiente della Regione di un evento al Teatro Stabile di Potenza, che ha visto salire sul palco, a giugno, il governatore Vito Bardi, già comandante generale in seconda delle Fiamme Gialle, e il sindaco di Potenza Vincenzo Telesca. Ma anche il funzionario che ha disposto l’affidamento in questione, Angelino Mazza, e l’allora direttore generale del Dipartimento Ambiente, Michele Busciolano, colonnello della Guardia di finanza ed ex ufficiale dei servizi segreti in aspettativa, che oggi guida la direzione Amministrazione digitale.

L’AFFIDOPOLI LUCANA: COMMESSA SPEZZETTATA

Il secondo affidamento, invece, è di 113mila euro e arriva dall’Arpab. Stesso giorno, 20 agosto, dell’affidamento da 91.050 euro alla “Mediamente” e oggetto simile: «consulenza progetto sicurezza/consulenza cyber». In pratica, nella migliore delle ipotesi, una consulenza sul progetto in materia di sicurezza informatica dato in gestione all’associazione gemella. Nella peggiore delle ipotesi, invece, un frazionamento artificioso per non superare la soglia dei 140mila euro oltre la quale la legge prevede che gli appalti vengano affidati a seguito di gara aperta a più operatori. «Rischiavamo di perdere il finanziamento se non avessimo fatto gli affidamenti nello stesso giorno. E comunque sono pacchetti diversi. Il progetto è articolato in diversi pacchetti e a oggi le attività non sono nemmeno iniziate». Queste le rassicurazioni di Ramunno, che rinvia agli uffici ancora una volta, invece, per le verifiche sul conto delle associazioni.

IL BUCO NEI CONTROLLI

Nelle determine di affidamento, si legge di un’«istruttoria positiva informale finalizzata all’individuazione dell’operatore economico in possesso di documentate esperienze pregresse idonee all’esecuzione delle prestazioni contrattuali richieste, già realizzate in commesse identiche e simili». Quali siano queste documentate esperienze, tuttavia, è davvero difficile da immaginare trattandosi di associazioni che al registro delle imprese dichiarano di svolgere attività di «agenzie di stampa», e in precedenza si erano occupate esclusivamente della comunicazione di crisi per Al spa e dell’organizzazione dell’evento di giugno allo Stabile.

L’EVENTO A TEATRO

«A teatro è andato tutto bene e per quello che è stato fatto si è pagato anche poco». Questo il massimo che sono disposti a commentare, a condizione di anonimato, dal Dipartimento ambiente di via Verrastro. Oltre ad ammettere che la “manovalanza” locale che ha curato in concreto che tutto filasse liscio l’avrà fatto in ragione di uno o più subappalti.

L’AFFIDOPOLI LUCANA: «MAI FIRMATO NULLA»

Compulsando il registro delle imprese su “Comunicare”, ad ogni modo, anche l’apparenza di quest’ultima associazione inizia sgretolarsi. Rinnovando l’interrogativo sul reale beneficiario delle commesse lucane, e sulla ragione delle premure di tanti dirigenti e funzionari pubblici espostisi in favore di queste due strane associazioni istituite – in base agli costitutivi – a distanza di 24 ore: il 4 e il 5 novembre 2024. Tanto più che la faccenda potrebbe assumere a breve un certo interesse da parte degli organi giudiziari.

«La firma apposta nel documento di costituzione dell’associazione “Cooperare” è falsa ed è stata apposta senza la mia conoscenza, autorizzazione o consenso. Non ho mai partecipato alla costituzione, alle attività o alle decisioni della suddetta associazione né ho mai permesso di utilizzare i miei dati personali o la mia firma per qualsiasi scopo legale o amministrativo». A dichiararlo al Quotidiano, ieri, è stato un imprenditore di Riccione, Gian Carlo Frisoni, dopo aver visto il suo nome, la sua data di nascita e una sua firma, falsa, nell’atto di costituzione dell’associazione “fiorentina”. O fiorentino-salernitana dato che le pratiche per la costituzione di entrambe le associazioni gemelle, nonostante le sedi legali in centro e alta Italia, risultano depositate a Salerno e poi trasmesse in Toscana e Piemonte.

NELLL’AFFIDOPOLI LUCANA, IL LIBANESE ARRABBIATO

Di un vero e proprio «furto di identità» che è il più classico dei reati informatici, invece, parla un altro presunto socio fondatore di Comunicare. Lui si chiama Alexandre Faysal, è nato nel 1988 a Baabdat, in Libano, e il Quotidiano è riuscito a contattarlo tramite il sito internet della sua società di sicurezza, negli Emirati Arabi. E’ un ex militare ed ex combattente di arti marziali miste. E non ha gradito per nulla di vedere il suo nome, la sua data di nascita e una firma falsa nell’atto costitutivo di “Comunicare”. «La firma è completamente falsa e è stata apposta senza la mia conoscenza, autorizzazione e il mio consenso», scrive in inglese.

«Si tratta di un chiaro caso di furto d’identità e falsificazione di documenti, che sono entrambi reati puniti dalle leggi italiane e internazionali». Faysal ha inoltrato la sua risposta alle domande del Quotidiano anche alla Camera di commercio di Firenze, competente per la tenuta del relativo registro delle imprese, chiedendo «l’immediata rimozione» del suo nome e di ogni riferimento ad esso «da ogni documento, registro, sito internet e pubblicazione connessa all’associazione “Cooperare”».

L’UNICO LUCANO

Il Quotidiano ha provato senza successo a contattare i referenti delle due associazioni persino attraverso i gestori degli uffici condivisi, in cui hanno la sede legale. Fallito, poi, il tentativo di contattare gli altri presunti soci fondatori dell’associazione Comunicare. Tra questi compare un unico lucano, il 52enne Vincenzo Capodiferro, che secondo la data di nascita indicata dovrebbe essere un ex assessore di Castelsaraceno che da qualche anno si è trasferito in alta Italia dove lavora come insegnante in un liceo artistico.

Il suo nome compare in un verbale di assemblea della società di 5 giorni successivo all’atto costitutivo di “Comunicare” in cui si prende atto delle sue «dimissioni irrevocabili sia da socio che da membro del consiglio direttivo temporaneo, stante motivi personali». La sua firma, però, è apparsa in maniera saltuaria negli ultimi anni anche sul giornale digitale “Cronache lucane” del gruppo editoriale guidato da Giuseppe Postiglione. Proprio lì dove una buona parola per i benefattori del duo Mediamente-Cooperare non manca mai. Oltre al grande amico sindaco di Potenza, Vincenzo Telesca.

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