Afghanistan, le testimonianze video dalla provincia di Kunar: “Scaviamo tra le macerie a mani nude”
- Postato il 4 settembre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Il 31 agosto 2024, un potente terremoto ha colpito la provincia di Kunar, nell’Afghanistan orientale, scuotendo i suoi distretti montuosi e isolati. Nel giro di pochi secondi interi villaggi sono crollati. Il giorno successivo, le scosse di assestamento hanno aggravato la devastazione, costringendo le famiglie ad abbandonare quel poco che restava delle loro case e lasciando comunità già fragili senza cibo, riparo o medicine.
Quest’angolo di Kunar è tra le regioni più remote e inaccessibili dell’Afghanistan. Senza strade adeguate, senza ospedali vicini e senza servizi di emergenza, raggiungere i villaggi colpiti richiede spesso ore di cammino attraverso terreni difficili. I soccorsi e gli aiuti sono arrivati con estrema lentezza e, nel frattempo, i sopravvissuti sono stati lasciati a scavare tra le macerie a mani nude, alla ricerca dei propri cari, tentando di recuperare ciò che potevano e seppellendo i loro morti.
Nel corso di alcuni giorni, nella valle di Diwagal, nel villaggio di Speer Koh e nei vicini villaggi del distretto di Sawkay (Chawkay), abbiamo raccolto testimonianze di sopravvissuti che ci hanno raccontato di aver perso non solo le loro case, ma anche i loro figli, i familiari, il bestiame e il senso stesso di sicurezza.
Ilfattoquotidiano.it ha raccolto le voci di uomini come Said Azim, Ismail e Gulzar, che parlano direttamente delle loro perdite: persone care sepolte sotto le macerie, bambini scomparsi, case rase al suolo, animali morti. Insieme, le loro testimonianze formano un grido collettivo da una regione troppo remota perché il mondo la veda facilmente, eppure gravata da un peso insopportabile di sofferenza umana. Queste voci rivelano al tempo stesso la fragilità e la resilienza di persone che vivono sul filo della sopravvivenza.
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