Al Sharaa alla Casa Bianca: il leader siriano cerca la revoca delle sanzioni, Trump un alleato in Medio Oriente

  • Postato il 10 novembre 2025
  • Mondo
  • Di Il Fatto Quotidiano
  • 1 Visualizzazioni

Da jihadista alla guida di uno Stato “paria” a interlocutore riconosciuto dalla comunità internazionale. Ahmad Al Sharaa è atteso alle 17 alla Casa Bianca da Donald Trump, nella prima visita ufficiale in assoluto di un capo di Stato siriano a Washington. Il faccia a faccia servirà a confermare agli occhi del mondo la radicale trasformazione della politica interna ed estera di Damasco, avvenuta dopo che le forze del movimento islamista Hayat Tahrir al-Sham, guidate proprio da Sharaa, hanno rovesciato il regime di Bashar al-Assad, durato 24 anni. Un cambiamento che ha comportato vantaggi per gli Stati Uniti e per Israele, riducendo drasticamente l’influenza di Russia e Iran nella regione, che sostenuto Assad sin dall’inizio delle rivolte del 2011. Sharaa ha visitato Mosca in ottobre e accolto con favore l’impegno diplomatico di Teheran, ma gli incontri con Trump e le decisioni prese in questo contesto dimostrano la volontà di riallineare la Siria agli Stati Uniti e all’Occidente. Dopo il primo incontro tra Sharaa e Trump a Riyad a maggio, Washington ha iniziato a rimuovere alcune sanzioni imposte alla Siria, che era inserita nella lista degli stati sponsor del terrorismo dal 1979. In questo quadro l’incontro assume anche un rilievo simbolico significativo: Sharaa è stato tra i fondatori di Al Nusra, gruppo fondamentalista legata per anni ad Al Qaeda, organizzazione autrice degli attentati dell’11 settembre 2001.

Sebbene il passato jihadista del leader di Hts induca alla cautela, gli Stati Uniti ritengono che sviluppare relazioni strategiche, politiche ed economiche con la nuova leadership siriana possa trasformare una regione caratterizzata da decenni di instabilità e interventi militari costosi. Sul fronte opposto, le priorità immediate di Sharaa restano economiche, ma la visita si concentrerà su difesa e sicurezza. Nei giorni scorsi l’inviato speciale Tom Barrack ha annunciato che Sharaa firmerà un documento che formalizza l’ingresso della Siria nella coalizione di 88 nazioni guidata dagli Stati Uniti contro lo Stato Islamico. Ciò consentirà a Washington di ridurre la presenza militare Usa a circa 2mila militari. Dal 2017, HTS ha condotto operazioni anti-Isis e dalla caduta di Assad gli Stati Uniti hanno fornito intelligence e condotto missioni congiunte con le forze siriane. L’adesione alla coalizione rappresenta il primo passo verso un’integrazione più ampia della Siria in un’architettura strategica regionale guidata dagli Stati Uniti, con una coalizione stabile di Israele e stati arabi e musulmani finalizzata a prevenire interferenze di Iran, Russia e Cina.

Nelle intenzioni di Trump la visita di Sharaa potrebbe aprire la strada a una futura adesione della Siria agli Accordi di Abramo del 2020, il più importante strumento messo in campo dal tycoon per stabilizzare la situazione in Medio Oriente, ma come passo iniziale Washington ha tentato di mediare un accordo di sicurezza tra Israele e Siria, volto a porre fine agli attacchi israeliani post-Assad contro infrastrutture e forze siriane. Sharaa insiste sul ritiro di Israele lungo le linee di disimpegno delle alture del Golan e considera le relazioni strategiche con il team di Trump fondamentali per ottenere le concessioni israeliane richieste. Pochi giorni fa Reuters ha riferito che Damasco consentirà agli Stati Uniti di stabilire una base aerea vicino a Damasco, non destinata alle operazioni anti-Isis ma a monitorare il patto di sicurezza con Israele.

Durante l’incontro, saranno affrontate anche questioni economiche e l’alleggerimento delle sanzioni. Trump ha revocato molte delle misure emesse negli anni contro Damasco e ha spinto il Congresso ad abrogare il Caesar Civilian Protection Act, permettendo a imprese statunitensi e internazionali di investire nel paese mediorientale in settori chiave come energia, edilizia e aviazione. L’amministrazione Usa ha lavorato anche per dimostrare che Sharaa e il suo ministro degli Interni Anas Hasan Khattab non sono più legati a organizzazioni jihadiste. L’Onu ha rimosso la loro designazione di leader terroristi, e gli Stati Uniti li hanno cancellati dall’elenco delle Specially Designated Global Terrorist sanctions. Regno Unito e Ue adotteranno misure simili a breve. A dicembre, subito dopo la caduta di Assad, Washington aveva anche annullato una taglia di 10 milioni di dollari per l’arresto di Sharaa.

L'articolo Al Sharaa alla Casa Bianca: il leader siriano cerca la revoca delle sanzioni, Trump un alleato in Medio Oriente proviene da Il Fatto Quotidiano.

Autore
Il Fatto Quotidiano

Potrebbero anche piacerti