Centopiazze è un progetto di rigenerazione urbana che punta a rendere piazze e spazi comuni luoghi di incontro attivo, anche attraverso la figura del community manager. Con la Carta dei Valori, Harley&Dikkinson riunisce professionisti, associazioni e istituzioni con l’obiettivo di sviluppare 100 piazze e 100 community manager a livello nazionale.
Dopo il pilota di Cinisello Balsamo e la presentazione al Salone della csr, l’iniziativa si è consolidata nell’evento “Building Values”, diventando una rete operativa orientata a soluzioni concrete per rafforzare la vita di comunità nei quartieri.
“Con il progetto Centopiazze vogliamo portare la rigenerazione urbana oltre la dimensione edilizia, trasformandola in un impegno collettivo di integrazione sociale e lotta alla solitudine”, ha dichiarato Alessandro Ponti, presidente di Harley&Dikkinson. “Crediamo che la qualità della vita nelle città dipenda dalla capacità di costruire relazioni, non solo edifici. Per questo invitiamo imprese, istituzioni e cittadini a unirsi in una rete di collaborazione e responsabilità condivisa: solo insieme possiamo generare comunità più coese, sostenibili e capaci di prendersi cura delle persone”.
Il modello di rigenerazione urbana
Centopiazze propone un modello di rigenerazione urbana che collega la riqualificazione degli edifici al rafforzamento delle relazioni di quartiere. Con interventi sugli spazi, il ruolo del community manager e il coinvolgimento delle attività locali, il progetto crea un circuito che unisce cura del territorio, inclusione e sviluppo, supportato anche dalla web app LoQal. La firma della Carta dei Valori segna la nascita di un’alleanza tra Harley&Dikkinson e le principali associazioni di categoria, con una visione comune di città più partecipate e sostenibili. Il documento definisce i principi condivisi: centralità della persona, sviluppo sostenibile, collaborazione pubblico-privato e contrasto alla solitudine.
“La città è la creazione pubblica per eccellenza, la forma più alta di relazione collettiva. Anche in un mondo che tende all’immateriale, resta la piattaforma fondamentale su cui costruiamo la nostra identità civile. Lo spazio urbano è il più duraturo esperimento di convivenza che abbiamo ideato: ci permette di essere cittadini e, al tempo stesso, di trovare nel fitto della “foresta” urbana un “nido” in cui coltivare il privato. L’architettura ha il compito di custodire e rinnovare questo equilibrio, rendendolo sempre più ricco di significato e di possibilità”, afferma Giovanni La Varra, architetto, co-fondatore dello studio Barreca & La Varra e docente di Progettazione al Politecnico di Milano.