Albanese incontra i portuali e Salis a Genova: “Bloccare i rapporti commerciali con Israele per fermare il genocidio”
- Postato il 8 ottobre 2025
- Cronaca
- Di Il Fatto Quotidiano
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Boicottare, disinvestire e applicare sanzioni contro Israele: questo è ciò che Francesca Albanese chiede rispettivamente alla cittadinanza, alle aziende e alle istituzioni. “Non è un’opinione, sono le tre applicazioni pratiche del diritto internazionale. C’è un’indagine in corso con accuse pesantissime per crimini di guerra e genocidio: non intervenire per interromperli, per quanto di propria competenza, significa essere complici”. La relatrice speciale dell’Onu sui territori occupati palestinesi, a Genova, ha voluto incontrare gli studenti universitari in occupazione, dialogando con loro, e poi i portuali del Calp: “Ero in Italia in questi giorni e non me la sono sentita di andare via senza venire a porgervi il mio ringraziamento – ha detto durante un incontro a porte chiuse, a cui era presente anche ilfattoquotidiano.it, perché dal 2019 segue da vicino il contrasto ai transiti di armi nel porto condotto principalmente dal Collettivo autonomo lavoratori portuali – perché quello che fate salva vite umane ed è esattamente ciò che chiede il diritto internazionale per fermare un genocidio”.
Francesca Albanese ha voluto capire dai sindacalisti portuali di cosa potrebbero avere bisogno, a livello istituzionale, per intervenire più efficacemente nel contrasto al commercio – soprattutto al transito di armi, ma non solo – verso Israele. “Possiamo anche continuare a bloccare e scioperare – dice Riccardo Rudino per il Calp – ma non serve a nulla se non si arriva a mettere dei paletti, che poi non sono altro che quelli previsti dalla legge 185/90, spesso elusa fino a oggi”.
La richiesta dei portuali e dell’associazione Weapon Watch è l’istituzione di un osservatorio permanente presso l’Autorità portuale, che consenta di avere trasparenza sul contenuto dei container nelle tratte sospette: “Basta avere a disposizione il manifesto di carico per sapere cosa passa e contrastare le armi o le rotte da e verso Paesi sotto sanzioni internazionali, come Israele”.
Se la legge che regola il transito degli armamenti, se applicata correttamente, potrebbe già essere efficace su quel tipo di materiali, per quanto riguarda il commercio civile la vertenza si prospetta più dura. “A Livorno sono riusciti a bloccare i passaggi della compagnia israeliana Zim, qui è più difficile perché i rapporti economici con Israele pesano per un 5 per cento dei traffici portuali, ma niente è impossibile se c’è volontà politica”.
Dopo l’incontro con i portuali, la relatrice speciale delle Nazioni Unite ha avuto un dialogo con la sindaca di Genova, Silvia Salis, che da parte sua dichiara di non volersi tirare indietro: “L’osservatorio sul transito di armi si farà, non è in discussione anche perché è un obbligo nel rispetto del diritto internazionale, della Costituzione e della legge 185 del 1990”.
Infine, dal palco dei Giardini Luzzati, Francesca Albanese si è rivolta direttamente alle centinaia di persone arrivate per ascoltare come si può fare la propria parte per provare a fermare il genocidio: “I portuali non possono farcela da soli – ha detto Francesca Albanese – serve la partecipazione di tutta la cittadinanza e delle istituzioni. Questo ha portato alla fine dell’apartheid in Sudafrica: il danno al sistema economico”.
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