Albergo confiscato alla mafia assegnato al nipote del boss Giovanni Brusca. Pd: “Offesa la memoria delle vittime”
- Postato il 26 luglio 2025
- Cosa Nostra
- Di Il Fatto Quotidiano
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Il tribunale di Palermo ha affidato la gestione di un bene confiscato alla mafia al nipote di Giovanni Brusca. Si tratta dell’Hotel Garibaldi, albergo in pieno centro a Palermo, in piazza Politeama, sequestrato alla mafia nel 2021 e assegnato alla Cribea srl, società fondata nel 2018 da Giorgio Cristiano, nipote di u verru, il boss – liberato lo scorso giugno – che innescò l’ordigno responsabile della strage di Capaci e che ordinò lo strangolamento e lo scioglimento nell’acido del piccolo Giuseppe Di Matteo.
È quanto emerge da un’inchiesta realizzata da Fanpage.it. Secondo quanto riportato dal sito, Giorgio Cristiano è riuscito ad ottenere in gestione il Garibaldi all’età di 29 anni, partendo con un capitale sociale iniziale di 10mila euro. La sua società, la Cribea srl, è risultata idonea perché dal 2020 aveva in gestione un bed and breakfast nel cuore di Palermo, il Ruggiero Settimo Room.
Il quotidiano online ha chiesto conferma della notizia all’Agenzia nazionale per i beni confiscati che, con una pec e una breve dichiarazione telefonica, ha sottolineato come l’assegnazione sia stata fatta dal tribunale di Palermo che ha vagliato il nome di Giorgio Cristiano “senza ravvisare alcuna criticità” e che “la Cribea srl non è destinataria di misure di prevenzione”. Al patrimonio di Giovanni Brusca sarebbero ascrivibili, secondo quanto pubblicato da Fanpage, anche altri due alberghi di Palermo: l’hotel Borgo Vecchio e l’Astoria Palace Hotel. Il primo, come l’Hotel Garibaldi, è gestito dalla Cribea srl, mentre l’Astoria Palace è in mano alla Shc srl, società di Salvatore Cristiano, cognato di Giovanni Brusca. Anche l’hotel Borgo Vecchio e l’Astoria Palace erano stati sequestrati alla mafia nel 2015.
“L’affidamento di un bene confiscato alla mafia al nipote di uno dei più feroci assassini della storia di Cosa Nostra è un fatto gravissimo, che offende la memoria delle vittime di mafia e mette in discussione la credibilità dell’intero sistema di gestione dei beni confiscati. Vogliamo andare fino in fondo su questa vicenda”. Lo dichiara la senatrice Enza Rando, responsabile Legalità e lotta alle mafie del Partito Democratico. “È qualcosa che va oltre il paradosso – prosegue -. Se la giustizia non è anche percepita come giusta allora a perdere è lo Stato”.
Dura anche la reazione del segretario regionale del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo, anche segretario della Commissione nazionale Antimafia: “È urgente effettuare opportuni approfondimenti sulla notizia diffusa da Fanpage.it che ci lascia sgomenti e senza parole soprattutto perché corredata da diverse fonti ufficiali che l’hanno confermata”, ha dichiarato. “In Sicilia – prosegue – questo tipo di segnali sono destabilizzanti e rischiano di vanificare decenni di successi nel contrasto a Cosa nostra, per i quali in tanti hanno anche sacrificato la propria vita“.
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