Alberi tagliati nel Pollino, la vicenda assume i toni del “giallo”
- Postato il 9 giugno 2025
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Il Quotidiano del Sud
Alberi tagliati nel Pollino, la vicenda assume i toni del “giallo”
Alberi tagliati nel cuore del Pollino: Bosco Magnano sarebbe “sotto attacco”, continui tagli abusivi fanno sembrare la vicenda più simile a un giallo
SAN SEVERINO LUCANO – Bosco Magnano rientra interamente nei confini di San Severino Lucano, con delle isole amministrative dei comuni di Chiaromonte e Fardella, ed è una delle oasi del Parco Nazionale del Pollino. Un’area naturale di grande valore ecologico ed uno dei 75 geositi riconosciuti nell’area protetta a cavallo tra Basilicata e Calabria. Ma è anche identificato come Sito di importanza comunitaria (Sic), grazie alla sua rilevanza per la biodiversità e il valore geologico. Bosco Magnano si estende lungo la valle del Frido, uno dei principali torrenti del Pollino, ed è noto per le sue fitte foreste di faggi e abeti bianchi, assieme ad una copertura vegetale che include anche aceri e altre specie tipiche delle zone montane appenniniche. I corsi d’acqua e le sorgenti che attraversano quest’area creano micro habitat umidi ideali per una varietà di specie animali e vegetali.
Tuttavia, secondo il naturalista e fotografo Antonio Iannibelli, autore di diversi articoli e libri su temi ambientali, Bosco Magnano sarebbe «sotto attacco» per via di tagli che sarebbero abusivi. La questione però non ha trovato riscontro a livello locale poiché, dalle prime verifiche che abbiamo fatto e che proveremo ad approfondire, i tagli denunciati sarebbero invece autorizzati.
Iannibelli, che non vive in Basilicata, ha inviato agli organi di informazione una nota dai contenuti forti poiché parla di «massacro» con foto e video che lo testimonierebbero. «C’è un suono che non dovrebbe appartenere al bosco: è l’urlo rabbioso delle motoseghe seguito dal rombo sordo dei trattori che squarciano la terra. È il suono della distruzione. E nel Bosco Magnano, nel cuore del Parco Nazionale del Pollino, questo suono è diventato una colonna sonora quotidiana, incessante, persino notturna», scrive Iannibelli nel suo articolo denuncia.
«Io in questo bosco ci sono nato – prosegue – non è solo un insieme di alberi per me; è stato la mia scuola, l’università che mi ha forgiato, che mi ha insegnato il rispetto per la vita e per gli equilibri delicati della natura. Un bosco, come tanti in Italia, che ha dato sostentamento e futuro a intere generazioni, contribuendo a costruire il nostro Paese. Oggi, quel luogo sacro è sotto attacco. Nella prima settimana di giugno 2025, tornando sui miei passi, ho documentato con foto e video una vera e propria strage. Centinaia di alberi, molti dei quali centenari, abbattuti senza scrupoli. Giganti silenziosi che hanno resistito a secoli di storia, caduti in pochi mesi sotto i colpi di una violenza meccanica».
E ancora: «La distruzione non si ferma all’abbattimento – aggiunge Iannibelli – per trasportare i tronchi, sono state aperte nuove, larghe strade. Ho seguito con angoscia le profonde cicatrici lasciate dai pneumatici e ho scoperto che quello che era un sentiero, una diramazione ufficiale del Sentiero Italia, è ora trasformato in una pista per mezzi pesanti. Quella proposta di legge che vorrebbe aprire i sentieri di montagna ai fuoristrada, qui è già una drammatica realtà, imposta con la forza bruta. Lo scempio – evidenzia ulteriormente il naturalista – valica anche i confini comunali. Ho visto con i miei occhi persone provenienti illegalmente dal comune di Viggianello farsi strada tagliando alberi e attraversando il torrente Peschiera. Per farlo, hanno aperto varchi abusivi, distruggendo il letto del fiume, la vegetazione ripariale e abbattendo senza pietà gli alberi che ostacolavano il loro passaggio».
Iannibelli ritiene siano minacciate «specie particolarmente protette come la lontra e il lupo» e critica anche «il silenzio assordante delle istituzioni preposte». L’area di Bosco Magnano è costantemente presidiata dai carabinieri forestali, anche perché si trova in Zona 1 del Parco, per cui, sembra difficile pensare addirittura a decine di piante falciate illegalmente o trattori che possano accedervi in totale libertà. Di fatti le ditte boschive incaricate starebbero operando sulla base di specifiche autorizzazioni.
Tra l’altro, all’Ente Parco nazionale del Pollino o agli stessi Carabinieri forestali, non sarebbero pervenute segnalazioni in tal senso. Bosco Magnano è un’area molto frequentata dai turisti, sotto i vigili occhi delle guide locali: le stesse che, anni fa, denunciarono lo scempio degli sbancamenti dovuti ai lavori di realizzazione della centrale idroelettrica proprio sul Frido, costringendo l’Ente Parco ad intervenire attraverso il fermo della ditta, che fu anche sottoposta all’obbligo di rimessa in pristino.
Difficile pensare ad una devastazione di Bosco Magnano senza che innanzitutto le stesse guide se ne siano accorte. In realtà dovremmo essere di fronte ad un’attività consentita di esbosco successivo alla stagione invernale, tra l’altro il carico viene controllato, pesato e pagato. Fermo restando l’opportunità di verifiche ulteriori, non sembra affatto essere in corso una devastazione con motoseghe e trattori che vanno avanti e indietro senza permesso.
Il Quotidiano del Sud.
Alberi tagliati nel Pollino, la vicenda assume i toni del “giallo”