“Alberto Stasi è l’autore dell’omicidio di Chiara Poggi. Lui era la persona con cui lei avrebbe dovuto stare quei giorni, era rimasta apposta a Garlasco per stare con lui”: parla Roberta Bruzzone

  • Postato il 28 maggio 2025
  • Crime
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Garlasco al centro della scena con Alberto Stasi, già condannato a 16 anni per l’omicidio di Garlasco, e Andrea Sempio, amico del fratello della vittima e oggi indagato. La procura di Pavia ha aperto nuove indagini sull’omicidio di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007 da una persona che conosceva bene e che, certificano le sentenze per cui il fidanzato Alberto Stasi sta finendo di espiare 16 anni di carcere, l’ha aggredita alle spalle, improvvisamente, senza lasciarle il tempo di difendersi.

Per la criminologa Roberta Bruzzone, sentita da Fanpage.it, non ci sono dubbi: “Alberto Stasi è l’autore dell’omicidio di Chiara Poggi. Io francamente non riesco a trovare un’ipotesi alternativa verosimile. E quello che è emerso finora su Andrea Sempio non mi convince affatto. I dati emersi nelle ultime settimane non mi sembrano in grado di stravolgere un giudizio che già si è consolidato con la sentenza della Corte di Cassazione. Per me è sorprendente che un’inchiesta venga riaperta alla luce di questi elementi”.

Cosa non convince la criminologa? I vari punti li elenca dettagliatamente a Fanpage. Intanto, Bruzzone afferma: “Ci sono una serie di suggestioni, comprese quelle fantasmagoriche sulle piste sataniche e sui suicidi, che non lasciano neanche il tempo che trovano. La stessa difesa di Stasi, che fece denuncia segnalando questa roba, scrisse che non c’era modo di collegarla al delitto Poggi. In più, Alberto Stasi era la persona con cui Chiara avrebbe dovuto stare tutti quei giorni. Quello che non si comprende è come mai proprio quel 13 agosto non fosse con lei. Perché avrebbe dovuto essere con lei. Era rimasta apposta a Garlasco per stare con lui”.

E quanto alle telefonate che Sempio avrebbe fatto a casa Poggi giorni prima del delitto, anche se il suo amico Marco era partito Bruzzone, che parla di “fanta-investigazione”, commenta: “Si tratta di telefonate di giorni prima. Anche laddove Sempio fosse stato invaghito della Poggi, da qui a ipotizzare che l’ammazzasse quella mattina in casa per quale motivo? Perché a 18 anni ha ricevuto un rifiuto? Io mi aspetterei poi da un soggetto che commette un omicidio del genere una serie di casini inenarrabili nel resto della sua esistenza ma non mi pare uno che si è fatto notare per chissà quale atteggiamento violento e aggressivo. Potrà anche aver fatto delle telefonate ma non le fece quella mattina del 13 agosto 2007, quando avrebbero pure avuto un senso, per sincerarsi che lei fosse sola. Se si riapre un’inchiesta, che è già giudicata, a distanza di 18 anni credo che si dovrebbe avere qualcosa di insuperabile, che rimetta in discussione tutta la ricostruzione dei fatti. Invece per me è sorprendente che un’inchiesta venga riaperta alla luce di questi elementi. In più, visto che abbiamo appreso che sono 5 anni che si lavorerebbe a questa ipotesi, mi aspetterei oggi di avere degli elementi tali da portare a un arresto”.

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Il Fatto Quotidiano

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