Alessandro Coatti ucciso e fatto a pezzi in Colombia, svolta nelle indagini: arrestata banda di rapinatori giovanissimi
- Postato il 23 giugno 2025
- Cronaca
- Di Blitz
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Svolta nell’indagine sul drammatico omicidio di Alessandro Coatti, 38 anni, il biologo originario del Ferrarese ucciso e fatto a pezzi nella zona di Santa Marta, nel nord della Colombia. Le autorità locali, in coordinamento con la Procura di Roma, hanno eseguito quattro arresti di soggetti ritenuti responsabili del delitto avvenuto il 6 aprile scorso.
Si tratta di una banda specializzata in rapine ed estorsioni, già identificata alcune settimane fa, che avrebbe adescato Coatti su un sito di incontri. Le misure cautelari sono state emesse dall’Autorità Giudiziaria del Dipartimento di Magdalena. Gli inquirenti locali, alcuni giorni dopo l’omicidio, avevano individuato una donna trovata in possesso del cellulare di Coatti. Proprio l’individuazione del telefono ha permesso di ricostruire le ore precedenti la scomparsa del biologo. Coatti aveva concordato un appuntamento attraverso l’app Grindr, di uso comune nella comunità Lgbtq, ma spesso utilizzata come esca anche da bande alla ricerca di vittime per portare avanti rapimenti, furti ed estorsioni.

Dai referti dell’autopsia è emerso inoltre, secondo i media colombiani, che il biologo italiano, prima di venire sequestrato e ucciso, sarebbe stato anche drogato. L’ipotesi principale degli investigatori è che la situazione sia poi “sfuggita di mano” ai rapitori e degenerata tragicamente nella morte del ricercatore, forse colpevole di aver visto il volto di uno dei suoi assalitori. Secondo quanto stabilito dagli esami forensi, Coatti è deceduto infatti per una serie di colpi inferti con oggetti contundenti e solo in un secondo momento il suo corpo è stato smembrato. Pochi giorni prima di essere ucciso, il biologo originario di Ferrara aveva inviato messaggi rassicuranti alla famiglia. “Ciao mamma. Ho voglia di tornare. Ti voglio bene. Tanto tanto”, aveva scritto dalla Colombia.
Gli investigatori colombiani sono inoltre riusciti a individuare il luogo dove sarebbe avvenuto l’omicidio. Si tratta di una casa abbandonata nel quartiere San José del Pando, nel centro della capitale del distretto di Magdalena, dove le autorità hanno trovato tracce di sangue ed altri indizi che confermerebbero trattarsi del luogo dove è stato fatto a pezzi il biologo. Il fatto che i resti del corpo siano poi stati sparsi in diversi punti della città non rappresenta quindi un messaggio mafioso, come ipotizzato inizialmente, ma si sarebbe trattato piuttosto di una strategia per depistare le indagini.
La notizia degli arresti ha raggiunto la famiglia di Coatti a Ferrara. “Speriamo che ne venga fuori qualcosa e che sia fatta giustizia. Lui voleva andare là e, un domani, andare ad abitare là. Voleva conoscere quella cultura”, ha commentato Daniela, la cugina del biologo.
In Italia l’attività è stata affidata dai pm di Roma ai Carabinieri del Ros. In una nota la Procura capitolina afferma che le investigazioni “svolte in sinergia con la Procura Sezionale del Dipartimento di Magdalena nell’ambito di attività rogatoriale con gli apparati di polizia colombiani e con il costante supporto del Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia e dell’Ambasciata d’Italia a Bogotà, sono state caratterizzate, oltre che dall’escussione di persone informate sui fatti, da accurati accertamenti tecnici su oggetti e dispositivi elettronici appartenuti alla vittima”.
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