Alessandro Venier fatto a pezzi dalla mamma, ucciso perché voleva trasferirsi in Colombia con compagna e figlia

  • Postato il 2 agosto 2025
  • Cronaca
  • Di Blitz
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Alessandro aveva già deciso: sarebbe partito il giorno dopo per la Colombia, portando con sé la compagna, Maylin Castro Consalvo, e la figlioletta nata lo scorso gennaio. L’obiettivo era riprendere una piccola attività di ristorazione già avviata in passato nel Paese sudamericano e costruirsi una nuova vita lontano dall’Italia. Ma quel piano, che avrebbe segnato un punto di svolta radicale, non era condiviso da chi gli stava più vicino.

Né la compagna né sua madre, Lorena Venier, erano d’accordo con la decisione. La prima non aveva intenzione di tornare nel suo Paese d’origine, mentre per la seconda, il distacco da Maylin — da lei descritta durante l’interrogatorio come “la figlia che non ho avuto” — e dalla nipotina, sarebbe stato insopportabile. E proprio da questa frattura sarebbe nata, secondo gli inquirenti, l’idea di fare qualcosa di “inevitabile”. Un gesto estremo, dettato dalla paura di una separazione definitiva, che si sarebbe trasformato in un delitto calcolato nei dettagli.

L’omicidio e la ricostruzione dell’orrore

Secondo l’ipotesi investigativa, le due donne, alla vigilia della partenza, avrebbero deciso di uccidere Alessandro. Un gesto brutale: l’uomo sarebbe stato prima stordito, poi soffocato con un cordino. Successivamente, il corpo sarebbe stato fatto a pezzi e i resti nascosti all’interno di un bidone coperto di calce viva. A rivelare i dettagli è stata la stessa madre durante l’interrogatorio, ammettendo di avere compiuto “una cosa mostruosa”. Un delitto che sembra rappresentare il culmine di una situazione familiare tesa, segnata da conflitti latenti e, forse, da episodi di violenza.

La procura contesta a entrambe le donne la premeditazione. Secondo l’avvocato della madre, Giovanni De Nardo, la sua assistita si è mostrata “lucida”, ma anche “visibilmente scossa per la crudeltà della sua azione, di cui è consapevole”.

Malesseri, precedenti e indagini in corso

Il quadro familiare è ulteriormente complicato dalla condizione psicologica di Maylin. Dopo il parto, la donna ha mostrato sintomi compatibili con la sindrome post partum ed è attualmente seguita dal Sert. Il magistrato ha fissato l’interrogatorio della nuora per sabato 2 agosto, con l’obiettivo di verificare se la sua versione dei fatti coincida con quella della suocera. Intanto, sono attesi importanti riscontri dall’autopsia sul corpo della vittima. L’esame potrà stabilire se Alessandro sia stato sedato con farmaci prima di essere ucciso.

Tuttavia, gli investigatori stanno anche approfondendo il profilo della vittima. Figlio di un padre egiziano che non lo aveva riconosciuto, Alessandro aveva un passato problematico. Viene descritto come amante delle armi e degli esplosivi, con atteggiamenti esibizionisti e scatti d’ira improvvisi. In passato, si sarebbe mostrato violento anche verso gli animali e risultano a suo carico alcuni precedenti giudiziari.

 

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Blitz

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