Alisa, via libera in consiglio regionale alla riforma Bucci. L’opposizione: “Simbolo di un fallimento”

  • Postato il 27 maggio 2025
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  • Di Genova24
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Primo consiglio regionale con Marco Bucci presidente

Genova. Via libera in Consiglio regionale alla riforma di Alisa: con 18 voti favorevoli e 10 contrari è stato approvato il disegno di legge che trasforma l’azienda voluta dalla prima giunta Toti in Liguria Salute garantendo così un risparmio netto di 7 milioni all’anno da investire in prestazioni sanitarie.

Come chiarito dal testo, Liguria Salute avrà funzioni di “coordinamento, supporto, monitoraggio e controllo” della rete logistica e dei magazzini, approvvigionamento di farmaci e dispositivi medici, definizione dei fabbisogni e dei capitolati per le procedure di gara, gestione delle attività di autorizzazione e accreditamento, attività ispettive e di vigilanza nei confronti delle aziende sanitarie, supporto operativo e tecnico, promozione della ricerca scientifica e gestione amministrativa del comitato etico regionale.

Tutte le altre funzioni di carattere sanitario rientreranno sotto il dipartimento di area Salute diretto dal manager Paolo Bordon. Il personale di Alisa, ad oggi 109 persone, rimarrà solo in parte a Liguria Salute (circa una quarantina), gli altri saranno smistati tra Regione e singole Asl.

Come previsto la governance sarà più snella e si ridurrà a un direttore generale (che dovrà essere nominato dalla giunta attingendo a un elenco di idonei ancora aperto) e il collegio sindacale.

“Con questa riforma, restituiamo alla Regione il pieno governo della programmazione sanitaria, rafforzando la capacità di indirizzo strategico e garantendo maggiore coerenza tra risorse, bisogni del territorio e servizi erogati – commenta l’assessore alla Sanità Massimo Nicolò -. Come ho già spiegato non si tratta solo di un cambio di nome, ma di una profonda riorganizzazione che consente una gestione più snella ed efficiente. Oltre 7 milioni di euro saranno liberati dai costi di funzionamento e verranno reinvestiti direttamente nell’erogazione dei livelli essenziali di assistenza, a beneficio concreto dei cittadini. Liguria Salute invece assumerà un ruolo tecnico di supporto, vigilanza e controllo, diventando il punto di riferimento operativo per l’attuazione delle politiche sanitarie regionali. È quindi una riforma che punta a valorizzare le competenze e migliorare l’efficienza complessiva del sistema. Un cambio di passo necessario per rendere la sanità ligure più moderna e più sostenibile”.

“Per nove anni abbiamo denunciato il fallimento delle politiche sanitarie del centrodestra e il simbolo di questo fallimento, Alisa. Il centrodestra però non ha nemmeno avuto il coraggio di porre una riforma definitiva chiudendo definitivamente l’ente, si è limitato a trasformare il carrozzone in Liguria Salute con un’operazione di maquillage: una scelta a metà, mal concepita e priva del coraggio politico necessario per affrontare alla radice le criticità di sistema”, accusa Enrico Ioculano, consigliere del Pd e vicepresidente della commissione Sanità.

“Liguria Salute – dichiara invece il consigliere regionale di Orgoglio Liguria e presidente della Commissione Sanità, Marco Frascatore – sarà un ente più snello e operativo, con specifiche funzioni tecnico-specialistiche. Questo disegno di legge nasce dalla necessità di rispondere tempestivamente ai cittadini, a fronte dell’aumento della domanda assistenziale e ha come obiettivo quello di perseguire la piena sostenibilità economica del nostro sistema sociosanitario. Questa riforma è uno degli impegni presi dalla giunta in campagna elettorale, sin da subito abbiamo avvertito il bisogno di rinnovare l’azienda e renderla più efficiente. A chi dall’opposizione ci accusa di mancare di coraggio rispondo che il vero coraggio sta anche nella consapevolezza che le cose possono andare meglio e nella determinazione di impegnarsi per migliorarle”.

“Chiudere Alisa non basta – continua Gianni Pastorino della Lista Orlando -. Serve una riforma vera, coraggiosa e partecipata. Quella discussa oggi in consiglio regionale è una legge frettolosa, scritta male, priva di un disegno complessivo. E rischia di lasciare intatti tutti i problemi che in questi anni Alisa ha contribuito ad aggravare. Alisa ha tolto voce al consiglio regionale, ha accentrato la programmazione sanitaria nelle mani di pochi, ha generato sovrapposizioni, ritardi e un grave scollamento con i territori. Ma chi pensa di risolvere tutto semplicemente abolendo l’ente senza ridefinire nel dettaglio funzioni, personale e governance, rischia di ripetere gli stessi errori con un altro nome. Oggi non si è chiuso solo un ente, si è persa un’occasione”.

Per il consigliere Jan Casella di Avs “oggi siamo qui a discutere di un fallimento: il fallimento delle politiche sanitarie di questo centrodestra, alla guida della Liguria da dieci anni. E il fallimento di Alisa, un’agenzia voluta fortemente dall’ex presidente Giovanni Toti, con prospettive mirabolanti per la salute dei liguri. Nel 2016, al momento di creare Alisa, la giunta Toti aveva promesso efficienza, efficacia, razionalità, economicità e coinvolgimento delle realtà locali: tutti obiettivi mancati. Se oggi siamo qui riuniti a discutere, è perché questo progetto ha fallito. E prima ancora che nella parte organizzativa, il vostro piano ha fallito nella cura della salute dei vostri concittadini”.

Il fallimento di Alisa l’avevamo anticipato. È dal 2016 che denunciamo quanto poi candidamente la destra in campagna elettorale, e solo per opportunità politica, ha definito un vulnus – prosegue Stefano Giordano del M5s -. Poter dire ve l’avevamo detto, però, non ci consola, perché a pagare sono stati i cittadini, soprattutto quelli più fragili. Che la Super Asl fosse un costoso poltronificio ideato per placare certi appetiti, lo abbiamo sottolineato più e più volte in aula, nelle Commissioni e nelle conferenze. Risultato? La coppia Toti-Viale prima e la giunta di destra della seconda legislatura poi, è andata avanti per la propria strada, indifferente al grido di allarme dei territori in affanno di sanità pubblica”.

 

Autore
Genova24

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