La Terra nacque circa 4,6 miliardi di anni fa, in un'epoca della sua storia conosciuta come Eone Adeano, dal nome del dio greco degli inferi, Ade. Questo riferimento mitologico riflette l'ambiente infernale del nostro pianeta primordiale: temperature estreme, vulcani in continua eruzione, impatti con meteoriti e un'atmosfera priva di ossigeno.
Secondo le stime attuali, già 4,35 miliardi di anni fa la superficie terrestre avrebbe potuto iniziare a raffreddarsi, permettendo la formazione di una crosta primitiva e, forse, l'apparizione dei primi ambienti abitabili. Questa fase iniziale della storia terrestre, però, è ancora avvolta nel mistero. Le testimonianze geologiche dell'Eone Adeano sono rarissime: la maggior parte delle rocce di quel periodo è andata distrutta o trasformata nel corso dei miliardi di anni da numerosi eventi geologici, cancellando quasi del tutto le tracce del passato.. Le rocce più antiche della Terra. Un team internazionale di ricercatori, di cui fanno parte anche scienziati canadesi e francesi, ha recentemente confermato che alcune delle rocce più antiche conosciute al mondo si trovano nel nord del Québec, nella remota cintura di rocce verdi di Nuvvuagittuq, nella regione del Nunavik, a nord del 55° parallelo. Queste formazioni rocciose risalgono a oltre 4 miliardi di anni fa e costituiscono una finestra straordinaria sul passato geologico della Terra.
In particolare, le rocce più diffuse nella cintura di Nuvvuagittuq sono note come rocce Ujaraaluk – un termine in lingua inuktitut che significa "grande roccia antica e solida". Si tratta di rocce vulcaniche metamorfiche (ossia rocce che hanno subito profonde trasformazioni legate ad elevate temperature e pressioni), ricche di magnesio e ferro, caratteristiche di una crosta terrestre primordiale, forse simile a quella che oggi si osserva nei fondali oceanici.. una questione di età. La possibilità che queste rocce appartengano all'Eone Adeano fu ipotizzata per la prima volta nel 2008 da Jonathan O'Neil, oggi professore associato e allora dottorando alla McGill University. O'Neil e colleghi rilevarono nelle rocce di Nuvvuagittuq variazioni nell'isotopo neodimio-142, prodotto esclusivamente durante l'Adeano dal decadimento radioattivo del samario-146.
Questo metodo era stato finora usato solo per datare meteoriti e rocce lunari, ma mai applicato con successo a campioni terrestri. Secondo questa datazione isotopica, alcune rocce della cintura avrebbero un'età di circa 4,3 miliardi di anni, rendendole potenzialmente le più antiche mai identificate sulla Terra. Tuttavia, questa ipotesi non venne accettata senza critiche. Alcuni studi successivi, analizzando cristalli di zircone rinvenuti nelle stesse rocce, hanno proposto un'età più giovane, intorno ai 3,78 miliardi di anni, collocandole dunque nell'eone successivo, l'Archeano.. Nuove prove. Nel tentativo di risolvere questa disputa scientifica, nell'estate del 2017 il team è tornato sul luogo per raccogliere nuovi campioni, concentrandosi su rocce intrusive – chiamate metagabbri – che attraversano le formazioni di Ujaraaluk. Queste intrusioni, essendo geologicamente più giovani delle rocce che attraversano, offrono un riferimento temporale fondamentale.
Il lavoro sul campo è stato guidato da Chris Sole, allora studente magistrale all'Università di Ottawa, insieme a Jean-Louis Paquette, geocronologo francese esperto di datazioni isotopiche, e a due studenti universitari, David Benn (Università di Ottawa) e Joeli Plakholm (Università di Carleton). Attraverso un'analisi approfondita di petrologia, geochimica e geocronologia, i cui risultati sono stati pubblicati su Science, il team ha applicato due metodi indipendenti di datazione basati sul sistema samario-neodimio, riuscendo a stabilire un'età precisa per i metagabbri: 4,16 miliardi di anni. Poiché questi corpi rocciosi intrudono nelle rocce di Ujaraaluk, è certo che le rocce di base siano ancora più antiche – collocandole definitivamente all'interno dell'Eone Adeano.. I segreti degli zirconi. Al di fuori del Québec, le uniche altre tracce dell'Adeano giungono da minerali minuscoli ma resistenti: gli zirconi ritrovati in Australia occidentale, risalenti a circa 4,4 miliardi di anni fa. Sebbene le rocce ospiti siano state distrutte, questi zirconi sono sopravvissuti intatti, offrendo preziosi indizi sull'ambiente dell'epoca.
L'analisi chimica di questi cristalli suggerisce che si formarono in magmi derivati da sedimenti oceanici, ad indicare la presenza di acqua liquida sulla superficie terrestre già a questi tempi. Alcune ricerche ipotizzano che gli oceani si siano formati appena 150 milioni di anni dopo la nascita del pianeta. Inoltre, gli zirconi suggeriscono che la prima crosta terrestre fosse di tipo mafico (ricche di ferro e magnesio), simile a quella dei fondi oceanici moderni, ma finora la sua esistenza rimaneva solo ipotetica. Le rocce di Nuvvuagittuq potrebbero rappresentare la testimonianza concreta di questa crosta perduta..