Almasri è un fuoco di paglia, Trump un bullo transoceanico, Netanyahu come Giosuè ma l’arbitro è sempre cornuto

  • Postato il 6 agosto 2025
  • Politica
  • Di Blitz
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Fin dove vuole arrivare il caso Almasri? Il governo ha una certezza: vorrebbe servire a dare una spallata a Giorgia Meloni.

Il compito spetterebbe all’opposizione, cioè al cane da guardia dell’esecutivo. Manovra difficile visti i numeri della maggioranza in Parlamento.

Allora la sinistra cavalca “quella decisione di rimandare a casa il terrorista libico con un aereo di Stato”. “Vogliono servirsi della magistratura per uno scopo ben preciso”, ritiene Palazzo Chigi.

Così la battaglia s’infuria: il tribunale dei ministri chiede a Camera e Senato l’autorizzazione a procedere per reati di non poco conto: favoreggiamento, peculato e omissione di atti d’ufficio. Deposita la richiesta e divampa l’incendio.

Giorgia Meloni è indignata: “Come si  fa ad archiviare la pratica nei miei confronti se io sono il presidente del consiglio? I ministri e il sottosegretario mi hanno informato immediatamente di quanto stava accadendo”.

I giudici del caso Almasri

Almasri è un fuoco di paglia, Trump un bullo transoceanico, Netanyahu come Giosuè ma l’arbitro è sempre cornuto , nella foto Il generale libico Najeem Osama Almasri
Almasri è un fuoco di paglia, Trump un bullo transoceanico, Netanyahu come Giosuè ma l’arbitro è sempre cornuto – Blitzquotidiano.it (il generale libico nella foto Ansa)

La decisione è presa, perchè quel giorno in Parlamento la premier siederà accanto agli “indagati” per dimostrare quanto sia illegittimo il volere dei giudici.

La sinistra non tace, anzi attacca e non perde l’occasione per farlo: “Strano”, si puntualizza. “È da tempo che chiediamo alla Meloni di venire in Parlamento a riferire su questo caso illegittimo ed irrazionale. Non abbiamo mai ricevuto risposta, mentre oggi si affretta a dire che sarà sui banchi di Montecitorio per non lasciare soli i compagni di cordata”.

Lo scontro è durissimo e coinvolge (oramai è un classico) il potere politico e quello giudiziario. Ne fa fede una dichiarazione di Cesare Parodi, il presidente  dell’ANM, il quale dà una interpretazione che suscita immediate reazioni: “Un processo in cui vengono accertati determinati fatti chiari ha evidentemente una ricaduta politica”.

Il ministro Carlo Nordio legge e risponde a tono: “È l’ennesima ingerenza di quel mondo in un problema che non le appartiene”. Invece di trovare una soluzione che metta finalmente d’accordo due poteri dello Stato si usano espressioni che vanno nella direzione opposta.

Chi conosce alla perfezione tali diatribe non è preoccupato per nulla perché è convinto che tutto finirà in una bolla di sapone, cioè svanirà nell’arco di poche ore, il tempo di non concedere l’autorizzazione a procedere.

Si troveranno presto altri campi nei quali la battaglia continuerà sempre più forte, visto che in autunno si voterà in sei regioni.

Un fuoco di paglia, dunque, che però non porterà quella tranquillità che la gente insegue e vuole.

La guerra in Medio Oriente

Quindi una guerra fasulla mentre in Medio Oriente Netanyahu vuole spingere fino alle estreme conseguenze un conflitto che ha già portato morte e distruzione.

Un “genocidio”, accusano diversi paesi euroipei e non. Ma il leader israeliano va avanti per la sua strada, convoca una riunione a cui partecipano pure alti esponenti dell’esercito e non ha peli sulla lingua.

Vuole attaccare con tutte le sue forze Hamas per liberare gli ostaggi ed eliminare quella striscia di territorio che deve appartenere a Tel Aviv. Un paio di generali si oppongono, ritengono che l’operazione non sia né facile, né condivisa da una buona parte del mondo.

Troppo pochi i dissenzienti. Il presidente vince e rimanda il tutto a domani. Comunque, la decisione è presa e chissà quando finirà questo spaventoso conflitto.

I guai non sono finiti, perché Donald Trump si esibisce ancora una volta: L’Unione europea gli chiede di rimandare i dazi ottenendo in cambio un rinvio delle contromisure e il presidente si infervora: “Se non confermerete quanto già deciso nell’incontro tra me Ursula von der Leyen, la nostra richiesta salirà fino al 35 per cento.

“Trump perde di nuovo la testa e bullizza la UE”, scrive qualcuno, ma c’è poco da scherzare e si dovrà trovare presto una via d’uscita se non vogliamo far precipitare l’economia del vecchio continente e quindi del nostro Paese.  

Dopo tanta preoccupazione, è d’obbligo un momento di pausa e di sbalordimento di fronte ad un progetto della dirigenza arbitrale. Dal prossimo campionato di serie A ormai alle porte, i direttori di gara potranno spiegare al pubblico il verdetto del Var.

Ve lo immaginate voi un fischietto andare sotto la curva degli ultras per far capire ai tifosi il perchè si è arrivati ad un provvedimento del genere? Chi va di solito allo stadio potrebbe spiegare il putiferio. Perché il fischietto dell’arbitro sarà sepolto da migliaia di fischi (oltre che di pernacchie) provenienti dalle gradinate. Un bel risultato, non c’è dubbio.

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Autore
Blitz

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