Almasri tormentone d’agosto ma silenzio su un atroce delitto: si vive per le elezioni
- Postato il 5 agosto 2025
- Politica
- Di Blitz
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Le polemiche sono come gli esami di Eduardo: non finiscono mai. Appena se ne chiude una (così sembra) se ne apre un’altra.
Stavolta è il tribunale dei ministri a prendere una decisione sul caso Almasri. Lo ricordate? Il “torturatore” libico arrestato e poi rispedito a Tripoli con un aereo di Stato. Per questi giudici, Giorgia Meloni non c’entra assolutamente niente su quell’ episodio, Posizione archiviata, dunque.
Per tre suoi collaboratori, invece, il rischio è quello che dovranno sottoporsi ad un processo. Si tratta di due ministri, Nordio e Piantedosi (giustizia ed interni) e del sottosegretario Mantovano, un uomo di grande sostanza a Palazzo Chigi.
Come dire: una botta al cerchio ed uno alla botte, Nemmeno il tempo di leggere la notizia che appare subito sul palcoscenico politico un alterco che probabilmente durerà a lungo.
Meloni apre lo scontro su Almasri

Ad aprire lo scontro è proprio lei, la premier. “È assurdo”, sostiene con forza. “Quel giorno sono stata messa subito al corrente della situazione. Affermare il contrario è inconcepibile”. Servita su un piatto d’argento, si apre una nuova diatriba tra legge e politica. La Meloni è su tutte le furie. Dovrebbe essere felice di essere stata “assolta”.
Al contrario, è inviperita perchè ancora una volta si vuole mettere sotto tiro la destra che dà molto fastidio a coloro i quali hanno governato il paese per anni senza la paura di incappare nelle maglie della magistratura.
Naturalmente, quando si apre questo nuovo fronte? Nel bel mezzo di una campagna elettorale già iniziata malgrado si sia vicini al Ferragosto. La posta in palio è troppo alta:si voterà in sette regioni, una vera e propria cartina di tornasole per il governo.
A che gioco gioca De Luca?
L’opposizione è scatenata nonostante le divisioni interne: Elly Schlein è dappertutto: difende Matteo Ricci, candidato a governare le Marche, si occupa della Calabria rimasta senza il presidente dimissionario, ma pronto a combattere di nuovo nelle prossime elezioni, glissa sulla Toscana per non esacerbare gli animi, è preoccupata per la Campania, pur avendo raggiunto un accordo con i 5Stelle (Vincenzo De Luca abbozzerà senza batter ciglio?). I fronti sono tutti aperti e probabilmente non si parlerà d’altro (politicamente si intende) fin quando non si conosceranno i risultati del voto.
È chiaro, quindi, che anche il caso Almasri rientri in questo continuo braccio di ferro. La ragione non è da una sola parte, motivo per cui si può dire tutto e il contrario di tutto pur di far trionfare le proprie idee.
La guerra infuria ancora in Medio Oriente? A Gaza si continua a morire di stenti? Orrore, indignazione, ma solo a parole. Se Netanyahu ha deciso di annettersi definitivamente quel tratto della Palestina bisogna intervenire. Trump ha dato il suo placet? Staremo a vedere, non sarà scontato che Tel Aviv possa continuare a dettar legge.
Così, mentre in Italia la controversia assume aspetti sempre più accaniti, la pace pare allontanarsi da quei palcoscenici in cui le armi non accennano a tacere, Così a Gaza come in Ucraina, dove i bombardamenti non si placano. Sono quotidiani con morte e disperazione dappertutto.
Che cosa fa Trump? Minaccia e niente altro: i suoi ultimatum sono periodici, se non giornalieri. Pare di assistere ad un gioco delle parti in cui i protagonisti sappiano recitare molto bene il copione.
Se è così quanto dureranno queste guerre? I grandi del mondo vogliono finalmente intervenire per riportare la tranquillità necessaria e indispensabile per il progresso in Occidente e in Oriente? “Occupiamo Gaza e cancelliamo la Palestina”, continuano a ripetere gli alti vertici israeliani. La risposta tarda ad arrivare, anzi c’è quasi il beneplacito del presidente degli Stati Uniti.
Si deve avere pazienza anche con l’informazione che spesso pare essere disattenta dinanzi a certe notizie a dir poco sconvolgenti. Una donna uccide un figlio e lo taglia a pezzettini. Come si fa a non inorridire e far sparire questa fatto di cronaca dalle prime pagine dei giornali, magari a discapito di un pettegolezzo o di una vicenda rosa? La selezione è difficile, però in alcuni casi è indispensabile.
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