Alta tensione a Istanbul: attesa per i negoziati Russia-Ucraina. Mistero sulla presenza di Vladimir Putin
- Postato il 15 maggio 2025
- Di Panorama
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Alla vigilia dei negoziati diretti tra Ucraina e Russia a Istanbul, il Cremlino mantiene il massimo riserbo sulla composizione della propria delegazione e sulla possibile presenza del presidente Vladimir Putin. «Renderemo nota la composizione della delegazione giovedì, quando lo deciderà Putin», ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, alimentando l’incertezza su un possibile incontro ai vertici. Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov non prenderà parte ai colloqui previsti per domani a Istanbul tra delegazioni di Mosca e Kiev, finalizzati a esplorare un possibile accordo di pace. Lo riferisce il quotidiano russo Kommersant, citando una fonte anonima vicina al dossier.
Intanto, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha lasciato intendere di poter raggiungere la Turchia nel caso in cui anche il presidente russo Vladimir Putin dovesse recarsi a Istanbul per incontrare l’omologo ucraino Volodymyr Zelensky. « Non so se ci andrà. So però che gli farebbe piacere se ci fossi anche io. È un’ipotesi», ha dichiarato Trump parlando con i giornalisti a bordo dell’Air Force One, durante il volo tra l’Arabia Saudita e il Qatar.
Nuove sanzioni alla Russia da parte dell’Unione Europea
Nel frattempo, l’Unione Europea ha approvato il 17° pacchetto di sanzioni contro Mosca, volto a colpire duramente l’economia russa. Secondo fonti diplomatiche, il nuovo pacchetto sarà tra i più severi varati finora. Gli Stati Uniti e i partner europei si preparano a un’escalation delle misure punitive: «Occorre imporre sanzioni devastanti per fermare la guerra in Ucraina»”, ha affermato il ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot, che domani incontrerà a Istanbul il senatore statunitense Lindsey Graham che ha proposto tariffe del 500% sulle importazioni di petrolio russo e misure analoghe per i Paesi che continuano ad acquistarlo. «È un modo per prendere la Russia alla gola», ha dichiarato Barrot. Parallelamente, Mosca intensifica la pressione militare. Il ministero della Difesa russo ha annunciato una serie di attacchi contro infrastrutture militari ucraine, in particolare aeroporti. Secondo quanto riportano i media russi, le forze armate russe avrebbero colpito depositi di munizioni, basi temporanee e centri di lancio per droni e imbarcazioni senza pilota in almeno 141 distretti. Sul fronte diplomatico, si conferma l’incontro ad Ankara tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e l’omologo turco Recep Tayyip Erdoğan. Secondo fonti dell’ambasciata ucraina in Turchia, non è ancora certo se Zelensky arriverà già oggi o nella giornata di domani. Tuttavia, qualora Putin dovesse presentarsi ai negoziati di Istanbul giovedì, sia il leader ucraino che quello turco si sposteranno nella città sul Bosforo.
In un’intervista rilasciata a Der Spiegel, Zelensky ha rivolto un appello Donald Trump: «Deve convincersi che Putin sta mentendo. Non siamo noi a ostacolare la pace, e dobbiamo dimostrarlo con i fatti, perché altri Paesi capiscano la verità». Anche l’Italia segue da vicino gli sviluppi. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha avuto un colloquio telefonico con Erdogan. Secondo quanto riferito da Palazzo Chigi, i due leader hanno ribadito il comune impegno a sostenere una « pace giusta e duratura». Meloni ha ringraziato la Turchia per la disponibilità a ospitare i colloqui e ha sollecitato la Russia «ad accettare un cessate il fuoco totale e incondizionato di 30 giorni, quale segnale concreto di apertura al dialogo».
Arresti in Germania e Svizzera per sabotaggio sul territorio europeo per conto dei servizi segreti russi
Mentre scriviamo si apprende che le autorità tedesche hanno arrestato tre cittadini ucraini sospettati di aver pianificato operazioni di sabotaggio sul territorio europeo per conto dei servizi segreti russi. Secondo quanto riportato dal quotidiano Der Spiegel, gli arresti sono avvenuti nei giorni scorsi a Costanza, Colonia e nel Canton Turgovia, in Svizzera. I tre indagati, tutti di nazionalità ucraina, sono accusati di attività di spionaggio con finalità di sabotaggio. Le indagini condotte dalla Procura federale tedesca ipotizzano un piano coordinato volto a compiere gravi atti distruttivi, tra cui incendi dolosi ed esplosioni, contro infrastrutture logistiche in Germania. Gli arresti sono stati eseguiti su ordine del procuratore generale Jens Rommel: due uomini sono stati fermati nel corso del fine settimana, il terzo martedì sera.
Le autorità investigative ritengono che i tre sospetti abbiano operato sotto mandato dei servizi di intelligence russi. Tra le attività contestate, emergono test logistici effettuati mediante l’invio di pacchi dotati di dispositivi GPS a indirizzi in Ucraina. L’obiettivo, secondo gli inquirenti, sarebbe stato quello di mappare rotte e tempistiche di trasporto. Secondo la ricostruzione della Süddeutsche Zeitung, uno degli arrestati avrebbe acquistato i localizzatori GPS in Svizzera, un altro avrebbe gestito l’operazione da Costanza, mentre il terzo avrebbe effettuato le spedizioni da Colonia. Il caso si inserisce in un clima di crescente allarme per le attività clandestine russe in Europa, in particolare in relazione a possibili attacchi contro infrastrutture critiche. Tra i precedenti evocati dagli investigatori figura un episodio del 2023, quando un pacco bomba esplose all’aeroporto di Lipsia provocando un incendio di matrice sospetta. L’inchiesta resta aperta e viene seguita con attenzione anche dalle autorità svizzere, in stretto coordinamento con quelle tedesche. Le indagini intendono chiarire l’estensione della rete e accertare se vi siano stati altri tentativi e operazioni portate a termine.