Altra scena muta all’orale di Maturità, la commissione d’esame gli scrive una lettera: “Se sei contro il sistema, rinuncia al diploma”

  • Postato il 14 luglio 2025
  • Cronaca
  • Di Blitz
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Da un singolo episodio isolato a un piccolo movimento di disobbedienza civile: sono già quattro gli studenti che hanno rifiutato di sostenere l’orale dell’Esame di Maturità 2024. Il primo a farlo è stato Gianmaria Favaretto in Veneto, seguito da Maddalena Bianchi, e infine da un ragazzo delle Scuole Pie Fiorentine, a Firenze. “Sono contro il sistema”: questo il messaggio ripetuto davanti alla commissione d’esame, un atto di rottura contro le dinamiche della scuola e della società.

Il caso fiorentino, in particolare, ha fatto discutere per la decisione dello studente di non presentarsi al colloquio pur avendo la certezza della promozione con un punteggio minimo (62/100). Il giovane, originario del Lazio e con un percorso scolastico in una scuola steineriana, ha trascorso solo l’ultimo anno nella scuola paritaria di Firenze, da dove ha lanciato la sua provocazione.

Otto giorni dopo, la commissione ha rotto il silenzio con una lettera dura ma articolata, in cui definisce il gesto “immaturo e inconsapevole”. “Crescere significa affrontare la realtà con coraggio, consapevolezza e coerenza. Non si va avanti con le furbate”, scrivono i docenti. Criticano il fatto che, pur avendo avuto accesso a una scuola privata, lo studente rigetti l’intero sistema: “Se davvero non credi nei voti, allora rifiuta anche il diploma”.

Tra repressione istituzionale e comprensione educativa

Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha reagito con una proposta di riforma: chi rifiuta l’orale sarà bocciato. Nessuno spazio al dialogo. Una linea dura che ha sollevato dubbi, soprattutto tra chi opera nella scuola ogni giorno. Leonardo Alessi, presidente della Fondazione Scuole Libere, ha offerto una lettura diversa del gesto: “Il rifiuto dell’orale è indice di un disagio profondo. Molti ragazzi fanno fatica a relazionarsi con il mondo adulto”. Secondo Alessi, non ha senso rendere obbligatorio l’orale come strumento punitivo. Bisognerebbe invece recuperare “il senso, la bellezza e il valore del sacrificio”, rendendo la valutazione non solo giusta ma anche empatica e accogliente.

 

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Autore
Blitz

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