Altro che autovelox: “Cadibona non sicuro”, ente statale intima alla Provincia una lunga serie di lavori
- Postato il 19 ottobre 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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Savona. La Liguria si srotola dalla Francia alla Toscana per quasi 400 chilometri, lasciandosi alle spalle Alpi ed Appennini, con un’orografia difficile da ritrovare altrove. Facile quindi comprendere come servano strade e ferrovie efficienti, che non ci sono e incontrano difficoltà enormi per essere realizzate.
Ne parleremo per sommi capitoli, in modo da arrivare allo stupefacente racconto di oggi, forse minimale ma assai significativo: l’Ansfisa, ente statale che si occupa di sicurezza stradale, di cui tutti noi ignoravamo l’esistenza, ha sentenziato che la statale del Cadibona non è sicura perché su di essa non è assicurata neppure una minima manutenzione, come il taglio dell’erba. Altro che la velocità degli automobilisti che vengono inseguiti (perseguitati?) dagli autovelox.
Mancano strade e ferrovie, dicevamo. Cominciando da quest’ultime, è di questi giorni l’inizio del capitolo finale per la realizzazione del raddoppio Finale-Andora. Un’idea contestata, partita decenni fa quando le capacità di progettazione erano ben inferiori a quelle odierne. Risultato: a ogni passo sorgono problemi e difficoltà, mentre è già partito l’assalto alla diligenza per ottenere i risarcimenti e ogni Comune fa presente le sue esigenze e le sue richieste milionarie.
Passando alle strade, c’è solo l’imbarazzo della scelta (Carcare-Predosa docet). Ma esigenze di cronaca di questi giorni ci fanno partire dall’Aurelia bis, perché il commissario Matteo Castiglioni è stato sollevato dall’incarico per far posto a Nicola Dinnella, responsabile dell’Anas. Non essendo in grado di dare un giudizio su questa scelta, ci limitiamo a presentare le due possibilità di giudizio: è una buona notizia, perché Anas ha in mano la situazione, è una pessima notizia perché Anas può avere responsabilità sui ritardi (altrimenti perché cambiare commissario?) e quindi andava bypassata.
Sempre restando nel capitolo strade, si devono registrare pessime notizie soprattutto sulla Savona-Genova (di proprietà pubblica, aggravante non da poco), con lavori che continuano a provocare code chilometriche che non consentono a chi deve muoversi tempi certi di percorrenza. Il pedaggio, quello no, va sempre e comunque pagato. I bollettini radio di informazioni stradali sono quasi sempre dedicati in larga parte alla Liguria e le scritte sui tabelloni luminosi (“attenzione code”) sembrano una beffa per chi in coda lo è già magari da chilometri.
È invece arrivato alla parte conclusiva il processo per il ponte Morandi, con la richiesta di pesanti pene detentive per i presunti responsabili, a cominciare dai 18 anni e sei mesi per l’ex amministratore delegato di Autostrade Giovanni Castellucci. La giustizia farà il suo corso, ma esiste il sospetto che tutti questi lavori in corso derivino anche dal fatto che non sia estraneo ancor oggi il tintinnio delle manette.
Arriviamo quindi e infine al caso del Cadibona. Questa Ansfisa ha scritto alla Provincia di Savona affermando che la statale del Cadibona non è sicura, prescrivendo, come registra La Stampa, una serie di lavori: “Eseguire i necessari interventi manutentivi e adottare adeguate misure di mitigazione del rischio, di esclusiva competenza di codesto gestore (la Provincia, ndr). Come il ripristino della tenuta idraulica dei giunti su pile e spalle dei ponti, garantire l’efficienza della segnaletica rimuovendo la vegetazione che ne limita la visibilità, ripristinare la segnaletica orizzontale dove poco visibile“.
E ancora: “Serve una manutenzione delle cunette e dei fossi di guardia, verificare i cedimenti presenti lungo i margini della carreggiata e gli arginetti danneggiati, valutare le spalle dei ponti e la sicurezza idraulica“.
Insomma, un disastro. Capitolo a parte per la galleria Fugona: “Si prescrive il ripristino delle porzioni di rivestimento interessate da erosioni e della funzionalità dei pozzetti ostruiti da detriti. Verificare l’entità delle fessure e servono interventi per la corretta regimentazione delle acque superficiali“. In caso di mancato adempimento, per la Provincia ci saranno sanzioni.
Il presidente Pierangelo Olivieri ha commentato in sostanza che lui, povera anima, soldi per fare questi lavori non li ha, e si può persino comprendere.
Ma le domande da fare al presidente Olivieri ci sembrano in realtà ben altre. Lui non si è mai accorto, percorrendo il Cadibona (gli capiterà spesso) di tutti questi problemi? Perché allora non li ha resi noti? Perché si è esclusivamente focalizzato sui comportamenti degli automobilisti da sanzionare con le multe visto che gli vengono addebitate responsabilità precise che vanno in ben altra direzione?
Una risposta si può azzardare: perché la pubblica amministrazione, in questo caso la Provincia, può rispondere che non ha fondi, ma il cittadino multato deve pagare. Pagare e tacere.