Amianto, 7mila morti in Italia in un anno. Allarme per scuole e ospedali, l’Osservatorio nazionale: “La strage continua”

  • Postato il 28 aprile 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Mentre prosegue il percorso giudiziario del processo Eternit – drammatico simbolo della pericolosità dell’amianto, oggi si celebra la Giornata mondiale in memoria delle vittime. Perché come è noto il minerale killer può impiegare anni per innescare malattie con esiti infausti. “Una strage continua che fa registrare più di 200mila decessi per malattie amianto correlate nel mondo, dati rilevati con preoccupazione dall’Onu che riteniamo siano sottostimati perché non considerano gli Stati “canaglia” che omettono di segnalare e registrare i casi di malattia e morte per amianto, e dei decessi per esposizione ambientali” spiega rileva Ezio Bonanni, presidente Osservatorio Nazionale Amianto (Ona).

Di questi 200mila decessi 7mila riguardano l’Italia nell’ultimo anno e “il bando globale dell’amianto che semina morte è ancora una utopia. Sono numeri che non appartengono al passato. Sono volti, storie, famiglie spezzate oggi. Molti non sapevano, altri sono stati ignorati. Troppi sono stati sacrificati nel nome del profitto. Non è più ammissibile che ci governi la lobby dei produttori del minerale killer e che le bonifiche vadano a rilento, nonostante la chiara presa d’atto di tutte le Istituzioni”.

I dati – L’Onu, nelle sue stime, tiene conto soltanto dell’asbestosi, del mesotelioma e del cancro del polmone, mentre invece ci sono tutte le altre patologie già contemplate nelle Monografia della IARC (International Agency for Research on Cancer), tra le quali il cancro della laringe, della faringe, dello stomaco, del colon e delle ovaie. E sono qui, per l’Ona, le ragioni della sottostima. I dati di incidenza del mesotelioma in Italia nel 2024 parlano di 2000 casi di mesotelioma, con indice di mortalità del 93% a 5 anni; per quanto riguarda il tumore del polmone, con riferimento ai casi di esposizione ad amianto, sono 4000 i casi con indice di mortalità dell’88% a 5 anni; 600 casi di abestosi con indice di mortalità del 25% a 5 anni. Altre malattie asbesto correlate, comprese placche pleuriche, ispessimenti pleurici, stato fibrotico/infiammatorio polmonare e/o pleurico, registrano 10.000 casi con indice di mortalità del 20% a 5 anni.

Ma l’amianto non è messo al bando – “L’Italia ha messo al bando l’amianto nel 1992. Ma l’amianto non ha ancora messo al bando l’Italia. Questa giornata nazionale non è solo memoria. È un grido. Un richiamo alla responsabilità, alla bonifica, alla giustizia per le vittime e alla tutela di chi oggi vive, lavora, studia in luoghi contaminati. In questa giornata, ricordiamo i caduti invisibili dell’amianto. E riaffermiamo un impegno: mai più profitto sulla pelle delle persone. Mai più silenzio. Mai più vittime” dice Bonanni.

Nel mondo soltanto 62 Paesi hanno posto al bando l’amianto, molti Stati, come Russia, India e la Cina, solo per citarne alcuni, continuano a produrre materiali contenenti la fibra killer e li commercializzano, alcune volte anche in Italia. A questi si aggiungono i rischi occulti, come per esempio la presenza di amianto in aeromobili provenienti da questi paesi, con conseguente dispersione di fibre. Come non pensare che i ferodi dei freni degli aeromobili in sede di atterraggio possano contaminare le piste aeroportuali ed esporre i passeggeri all’inalazione e quindi alla malattia che si presenta anche dopo 10, 20 e fino ai 60 anni.

Il ritardo delle bonifiche – L’emergenza inquinamento in Italia, anche tenuto conto degli altri agenti patogeni e cancerogeni è drammatica con un preoccupante ritardo delle bonifiche: più di 40 milioni di tonnellate di amianto e materiali contenenti amianto, assenza di una mappatura completa, mancata attuazione per larga parte della legge 257/92. Sono stati censiti ufficialmente in Italia circa 100.000 mila siti. Dalle stime dell’Ona invece, ci sono circa 1 milione di siti e micro siti con amianto, e ci sono ancora 58 milioni di mq di coperture in cemento-amianto. L’amianto è ancora tra noi: presente in migliaia di edifici pubblici e privati, scuole, ospedali, treni, tetti, tubature.

Allarme scuola– L’Ona continua a ricevere segnalazioni di nuove scuole con amianto, perfino asili nido, scuole materne ed elementari. Nel passato è stato usato DAS con amianto, e questo ha esposto ancor di più, in particolare le maestre di asilo e elementari fino al 1993, contenente il 30% di crisotilo. Sono arrivate le segnalazioni di quattro casi di mesotelioma nel personale docente solo in queste ultime settimane, e per di più altri casi di segnalazioni di tecnici ovvero professori di educazione tecnica e/o similari per l’uso del minerale all’interno degli strumenti dei laboratori, specialmente nelle scuole di avviamento professionale.

Emergenza negli ospedali – L’Osservatorio ha ricevuto segnalazione per la presenza di amianto in più di 250 ospedali (stima per difetto, perché la mappatura è ancora in corso). Ed ancora la nostra rete idrica rivela presenza di amianto per ben 300.000 km di tubature (stima ONA), inclusi gli allacciamenti, con presenza di materiale contenenti amianto rispetto ai 500.000 totali (tenendo conto che la maggior parte sono stati realizzati prima del 1992 quando il minerale veniva utilizzato in tutte le attività edili e costruttive).

Le Regioni più colpite – Al primo posto la Lombardia – oltre 2.000 (500 mesoteliomi, 1.000 tumori al polmone; il restante numero circa ulteriori 500 decessi per effetto di tutte le altre patologie asbesto correlate, tra le quali tumori della faringe, laringe, stomaco e asbestosi); segue il Piemonte – circa 1.000 (250 mesotelioma, circa 750 asbestosi, tumore del polmone, laringe, faringe, e altre patologie asbesto correlate); terza l’Emilia-Romagna – 660 di cui 170 per mesotelioma, 340 per tumore del polmone, ulteriori 150 per altre patologie asbesto correlate. A seguire Liguria – oltre 600 di cui almeno 150 per mesotelioma, 300 per tumore del polmone, il resto per altre patologie asbesto correlate), e Lazio – più di 500 decessi, di cui circa 100 per mesotelioma, 200 per tumore del polmone e il restante numero per altre patologie asbesto correlate).

E quelle più attive nello smaltimento – Ancora prima la Lombardia – 33,2% del totale nazionale smaltito (2022-2023) mentre il Friuli-Venezia Giulia rappresenta un modello di riferimento per rimozione per i fondi stanziati.

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Il Fatto Quotidiano

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