Anche il CIO pronto a escludere atleti transgender dalle gare femminili: passa la linea voluta da Trump
- Postato il 12 novembre 2025
- Di Virgilio.it
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Donald Trump ha indicato la via: anche il CIO sembrerebbe propenso ad avallare la norma che prevede l’esclusione degli atleti transgender dalle competizioni femminili. Un caso che è esploso nei mesi scorsi negli Stati Uniti e che si sta diffondendo a macchia d’olio: il massimo organismo olimpico starebbe pensando di accrescere le restrizioni, con la nuova presidente Kirtsy Coventry che non ha fatto mistero di essere perfettamente allineata con quanto sostenuto dal governo Trump, che è il primo al mondo ad aver lanciato la “crociata” contro gli atleti transgender.
- Gli Stati Uniti hanno già recepito l'ordine del presidente
- Il parere della commissione CIO: "Evidenti vantaggi fisici"
Gli Stati Uniti hanno già recepito l’ordine del presidente
Lo scorso febbraio Donald Trump aveva firmato un ordine esecutivo che vietata la possibilità di vedere impiegati atleti trans gender nelle competizioni sportive femminili disputate sul suolo americano. I primi a recepire l’ordine furono gli atenei del circuito NCAA, alcuni dei quali arrivarono anche a cancellare i record ottenuti da alcune atlete che precedentemente erano uomini (l’Università della Pennsylvania ha tolto ogni riferimento storico legato ai record ottenuti da Lia Thomas, una delle atlete trans gender più discusse d’America).
In estate anche il Comitato Olimpico e Paralimpico statunitense (USOPC) aveva deciso di far suo l’ordine emanato dall’amministrazione Trump, di fatto estendendo il divieto a tutto il mondo professionistico, ribadendo la volontà di “difendere le atlete e impedire agli uomini di colpire, far male e imbrogliare donne e ragazzi”, e sottolineando con forza che “gli sport femminili da oggi saranno solo per le donne”.
Il parere della commissione CIO: “Evidenti vantaggi fisici”
Il parere del CIO era particolarmente atteso, ma ha finito per andare ad accrescere il fronte favorevole a quanto emanato da Trump. “I vantaggi fisici permanenti per chi nasce maschio, anche per gli atleti che in seguito hanno deciso di sottoporsi a trattamenti per ridurre il livello di testosterone, restano evidenti”: così s’è espressa la commissione medico-scientifica dell’organismo olimpico, che alla prima occasione utile (cioè a partire dal gennaio 2026) farà scattare il divieto di partecipazione di atleti transgender nelle competizioni femminili in tutte le gare sotto l’egida del CIO.
Si andrà con ogni probabilità sempre più verso la creazione di una categoria a parte per gli atleti transgender, come quella già istituita da tre anni dalla British Triathlon per le gare della disciplina che annovera le prova di nuoto, ciclismo e corsa.
Ma non sarà affatto semplice estendere una nuova categoria a tutte le discipline: se esistono molti sport dove uomini e donne possono tranquillamente competere assieme (vedi equitazione), in molti altri appare oggettivamente complicato trovare un “equilibrio”. L’Italia ne sa qualcosa ripensando al caso di Imane Khelif, che a Parigi 2024 ha vinto il torneo di pugilato 69 kg, esclusa però dai mondiali organizzati da World Boxing.