Andrea Cavallari condannato per Corinaldo ed evaso: 800 euro falsi in tasca e l’arrivo in Spagna tramite app
- Postato il 18 luglio 2025
- Cronaca
- Di Il Fatto Quotidiano
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Sui suoi documenti falsi, quelli trovati dalle autorità spagnole al momento dell’arresto, si chiamava “Antonio Saitta”. In tasca aveva 800 euro, anche questi contraffatti. E su come Andrea Cavallari, condannato per la strage nella discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo (Ancona) dove nel 2018 morirono cinque minorenni e una madre 39enne, sia arrivato a Lloret de Mar emergono le prime ricostruzioni. Nella località spagnola viveva da turista, dopo l’evasione del 3 luglio scorso durante un permesso per la laurea. Ha lasciato i famigliari al ristorante in centro a Bologna “The man of the sea” e quando alle 18 non è rientrato in carcere alla Dozza, da allora ha fatto perdere le sue tracce: Cavallari, che non ha mai preso la patente, si è fatto portare in stazione a Bologna dall’amico che lo aveva raggiunto al ristorante per festeggiare la laurea in Giurisprudenza (92 su 100), poi ha preso un’auto Ncc – noleggio con conducente – con cui è andato a Milano e da lì fino alla Spagna. Per arrivarci ha usato anche la app BlaBlaCar, che raduna passeggeri accomunati dalla stessa destinazione su auto private. Tutti spostamenti pagati coi contanti, falsi. E così, domenica scorsa ha dormito a Barcellona per poi arrivare a Lloret de Mar. Quando lo hanno arrestato, gli agenti hanno trovato anche nella sua sacca un cellulare, con una scheda intestata a una persona inesistente e dentro al dispositivo era registrata una carta di credito ricaricabile a nome di una ragazza, anche lei italiana. Cruciale per risalire a lui gli acquisti che aveva fatto lungo la latitanza: vestiti, ristoranti, persino souvenir. Un’evasione resa possibile, scrive il Corriere, dai rapporti che il 26enne aveva intessuto e coltivato in carcere, attraverso gli incontri con persone che già conosceva, l’ora d’aria. Tanti aiuti ricevuti da diverse persone che sarebbero già iscritti nel registro degli indagati per favoreggiamento.
Cavallari, che è stato condannato a 11 anni e 10 mesi ed era in carcere alla Dozza, è stato fermato mentre stava andando in un albergo, vestito da turista: maglietta bianca sportiva con macchie nere e occhiali da sole. Non aveva armi con sé e non ha opposto resistenza. Si è trattato di “una fuga programmata” da parte di un soggetto “non certo sprovveduto”, ha sottolineato il procuratore generale di Ancona Roberto Rossi, glissando sulle indagini in corso, di competenza dei magistrati bolognesi, sulle circostanze dell’evasione e sulle complicità che hanno agevolato la fuga, ora interrotta. “Dopo sei anni scontati in carcere, con altri cinque da scontare, una fuga di questo tipo dimostra che non ha recepito l’opportunità che il sistema concede”, la riflessione degli inquirenti.
Da Bologna, dove si era dileguato, Cavallari si era rifugiato in Spagna, passando la frontiera via terra, per non essere fermato a controlli di polizia. Dopo un passaggio nella città di Gaudì e in alcune zone della provincia di Barcellona, dove aveva lasciato tracce seguite intensamente dagli inquirenti nello scorso fine settimana, si era spostato a Lloret del Mar. Lì aveva trovato alloggio sotto falso nome e con documenti falsi in un hotel. Il 17 luglio, intorno alle 10, si apprestava a lasciare l’albergo, quando polizia e carabinieri hanno fatto scattare il blitz per le manette. Cavallari è stato sorpreso mentre faceva il check-out e, al momento del fermo è stato colto di sorpresa dagli agenti.
La polizia di Barcellona evidenzia l’importante collaborazione con le forze dell’ordine italiane che ha consentito il fermo del latitante, grazie all’efficace azione dell’ufficiale di collegamento per la cooperazione fra le autorità giudiziarie dei due Paesi. E oggi l’ormai ex latitante sarà messo a disposizione del magistrato dell’ufficio giudiziario centrale n.3 del tribunale dell’Audiencia Nacional, che dovrà decretarne la custodia cautelare in carcere in attesa delle procedure di estradizione in Italia, che potrebbero arrivare fra i 10 e i 30 giorni. A breve, ha continuato il pg di Ancona, verranno avviate le procedure per l’estradizione per “riportare Cavallari dove doveva stare, un carcere italiano”. In questo periodo, il fuggitivo ha fatto una vita da turista, con buone disponibilità economiche, spendendo in varie città della Spagna con la carta di pagamento elettronica che, insieme all’esame di altri dispositivi elettronici come telefoni e immagini di videosorveglianza, ha portato gli investigatori sulle sue tracce.
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