“Antisemiti”: dopo Harvard e Columbia Trump apre il fronte contro l’Università della California: 584 milioni congelati e rivolta dei prof: “Diamo battaglia”
- Postato il 14 agosto 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Era solo questione di tempo, e alla fine è successo. La scure dell’amministrazione Trump, che ha tagliato i finanziamenti a decine di atenei e ingaggiato corpo a corpo legali con istituzioni come Harvard e Columbia, si è abbattuta anche sulla West Coast e sulla più illustre delle sue università pubbliche, la University of California. “Attualmente, circa 584 milioni di dollari di finanziamenti sono sospesi e a rischio”, ha fatto sapere mercoledì il rettore Julio Frenk. La motivazione ufficiale è la stessa con cui la Casa Bianca ha colpito i due giganti della Costa orientale: l’ateneo non avrebbe fatto abbastanza per contenere le proteste contro la guerra di Israele a Gaza, sarebbe stato “deliberatamente indifferente all’ambiente ostile per gli studenti ebrei e israeliani creato dalle manifestazioni” e, così facendo, avrebbe assecondato l’antisemitismo.
Claudio Fogu, ordinario di Transnational Italian Studies alla University of California Santa Barbara (UCSB), lo aveva previsto: “Far cedere la UCLA, finora un baluardo dell’istruzione pubblica, per Washington sarebbe un risultato ideologico fondamentale per spostare l’asse del sistema verso il privato”, spiegava ad aprile in un’intervista al Fatto. E oggi che i tagli sono arrivati e il presidente dell’ateneo James Milliken si è detto d’accordo ad avviare colloqui con il governo federale per ripristinare i finanziamenti, il professore invita i vertici dell’ateneo a non cedere. “Faccio parte della Council of University of California Faculty Associations – spiega -, siamo il più grande gruppo universitario di tutti gli Stati Uniti, nella California progressista, nell’università pubblica più importante e grande del Paese. Sarebbe vergognoso se i nostri vertici accettassero qualsiasi discriminazione o ricatto sul piano della soppressione della libertà di parola e di insegnamento. L’università non risponda neppure e passi direttamente alle vie legali come ha fatto Harvard, ma non accetti il negoziato”.
Le accuse sono chiare. Dal 25 aprile 2024 i dimostranti si erano accampati nella storica area del Royce Quad, nel campus di Los Angeles. Da quel giorno, ricostruisce il Dipartimento di Giustizia nella comunicazione inviata all’università il 29 luglio, “gli studenti ebrei e israeliani sono stati sottoposti a molestie gravi, pervasive e oggettivamente offensive”, “sono stati aggrediti (…) e gli è stato impedito fisicamente di accedere ad alcune parti del campus sulla base della loro razza, religione e/o origine nazionale”. In tutto ciò l’ateneo era “effettivamente a conoscenza” di ciò che accadeva. Anzi, “nonostante gli alti dirigenti avessero ammesso che l’accampamento era illegale e periodicamente violento (…) e che questi eventi avevano posto gli studenti ebrei ‘in uno stato di ansia e paura‘, l’UCLA si è rifiutata di chiedere l’intervento delle forze dell’ordine”. Accuse che Fogu respinge con nettezza: “E’ grottesco – afferma il docente -. Semmai l’università non ha fermato i gruppi sionisti violenti che hanno invaso l’accampamento il 24 maggio e hanno picchiato i ragazzi che protestavano pacificamente. L’unica violenza che si è verificata è stata quella dei gruppi di destra ed è stata lasciata impunita. Un solo autore di quei fatti è stato arrestato, ma poi subito liberato. Per questo non c’è assolutamente nulla da negoziare”.
L’invito a rispedire le accuse al mittente è contenuto in una petizione firmata da oltre 2mila persone, tra le quali mille dipendenti sui 14mila dello UC System, il sistema universitario composto dai 10 campus della University of California. Fogu è anche membro del Genocide and Holocaust Studies Crisis Network insieme a colleghi della statura di Taner Akçam, Marianne Hirsch e Michael Rothberg. Quest’ultimo è uno dei più importanti studiosi al mondo nel campo dei “Genocide Studies” e insegna Letteratura Inglese e Comparata alla UCLA, dove è titolare della cattedra ‘1939 Society Samuel Goetz Chair in Holocaust Studies‘. “Rothberg ha messo insieme un gruppo composto da oltre 600 illustri ricercatori di tutto il pianeta – spiega Fogu -. Insieme, costoro hanno hanno decretato che quello che sta accadendo in Palestina è un genocidio e hanno denunciato il fatto che negli Stati Uniti si stia cercando di criminalizzare ogni tipo di critica nei confronti di Israele. E il clima sotto questo punto di vista si sta inasprendo. Le faccio un esempio: in Arkansas non si può più parlare di ‘West bank’, ma una legge statale stabilisce che i Territori occupati debbano essere chiamati ‘Samaria‘, che è il termine ebraico”.
Cos’altro può succedere ora? “Tutto dipenderà da come lo UC System risponderà a questa provocazione – conclude Fogu -. Se deciderà di andare alla rottura completa, la Casa Bianca tenterà di impedire l’arrivo di aiuti federali alzando così la posta in gioco e lo scontro si inasprirà con la speranza che diventi aggregante per la formazione di un solido fronte anti-Trump: non dimentichiamo che il governatore della California Gavin Newsom è un democratico e un possibile sfidante alle prossime presidenziali. Temo però che l’ateneo deciderà di scendere a patti, cercando di concedere il meno possibile ma finendo per accordare al governo una vittoria simbolica sul piano dell’antisemitismo. A quel punto Trump potrà tranquillamente passare alla prossima battaglia e noi avremo perso una preziosa occasione”.
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