Antonio Scurati: “Ho paura ad uscire di casa, ricevo lettere minatorie”. Poi l’affondo: “Incredibile che la serie M. non abbia una seconda stagione”

  • Postato il 26 luglio 2025
  • Cinema
  • Di Il Fatto Quotidiano
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“È altamente possibile che la seconda stagione di M. non ci sia. Non è affatto certo che verrà realizzata”. Il lamento non arriva dal provato Luca Marinelli trasformatosi in Mussolini. E nemmeno da Joe Wright, il regista della serie andata in onda su Sky, dopo un’altisonante anteprima al Festival di Venezia 2024. Bensì da Antonio Scurati, l’autore del romanzo M. il figlio del secolo (Bompiani) – da cui la serie è tratta – e che nel frattempo nella sua saga sul potere fascista e sulla figura mussoliniana è arrivato al quinto gorgogliante, epatico, urgente capitolo. Ed è dal Giffoni Film Festival che lo scrittore ha esternato la sua sorprendente costernazione: “È abbastanza incredibile che una serie di questa bellezza, di questa potenza, non abbia ancora una seconda stagione”. “Al netto di qualsiasi polemica politica o ideologica, l’accoglienza critica all’estero, anche in paesi esigenti come il Regno Unito, grida al capolavoro”. Scurati è anche entrato, come di consueto, in dettagli storici spesso enfatici e truculenti: “Uno degli allievi di Benedetto Croce durante un comizio di Benito Mussolini gli chiese: ‘Maestro ma non la sente la brutalità, la violenza che questa gente porta con sé?’. E Croce che era un uomo coltissimo, gli rispose in dialetto una cosa del genere: ‘Guagliò, è politica, è teatro, questi sono solo un po’ più teatrali degli altri. E stava parlando di Benito Mussolini alla vigilia della Marcia su Roma e della conquista del potere che avrebbe azzerato tutte le libertà democratiche in Italia”.

Ossessionato da anni dal ritorno del pericolo fascista in Itali, Scurati ha sottolineato che ha rievocato questo episodio proprio per un parallelismo ardito tra il disinteresse di Croce e il comune sentire contemporaneo: “Se in Italia e nelle altre democrazie liberali d’Occidente europee e nordamericane è in atto uno scivolamento verso forme di autoritarismo, è possibile, se non probabile, che molti di noi siano ciechi“. Infine visto che Giffoni è un festival dedicato alle giovani generazioni, Scurati ha voluto esplorare il concetto di “micro censure, che si consumano all’interno delle persone, nella loro coscienza (…) il momento in cui l’individuo inizia a censurare se stessa è la cosa più pericolosa”. Insomma in Italia ci sono “migliaia di persone che si autocensurano” e che esiste un elenco “molto più lungo del registro ufficiale (?) delle censure”.

In pratica Scurati, autore di cinque volumi pluripremiati e venduti su Mussolini e il fascismo sostiene di vivere in un contesto sociale dove teme addirittura di uscire di casa per quello che ha scritto: “Se ti arrivano lettere minatorie a casa, questo condiziona la vita. Esci comunque ma guardi a destra e a sinistra“. Secondo i dati resi pubblici da Sky, le prime due puntate di M. Il figlio del secolo in una settimana e quindi in più repliche hanno raccolto più di un milione di telespettatori, con oltre due milioni di contatti nella prima puntata tra programmazione tradizionale e servizio on demand.

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Il Fatto Quotidiano

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